1984 dicembre 14 Variabile impazzita per i partiti
1984 dicembre 14 – Variabile impazzita per i partiti
A pochi mesi da elezioni amministrative di ineluttabile sapore politico, il «Fisco alla Visentini» ha
cambiato l’Italia per almeno due ragioni: perché l’ha resa socialmente più reattiva; perché ha esposto i
partiti a spinte non più assorbibili attraverso la meditazione. Ammonisce il recente rapporto Censis
sulla situazione del Paese: «dobbiamo riallacciare i fili per ristabilire la speranza di una unitaria
pulsione della società, di una globalità dello sviluppo di cui abbiamo da tempo perso il senso». Mai
come in questi giorni tale istanza sembra altrettanto vicina al «mito» e distante dalla «realtà».
In un certo senso, lo scenario politico si è chiarito; le posizioni dei partiti appaiono crescita qualitativa
del dibattito; semmai il prevalere in esso di toni rozzi. Più sinceri e più grossolani, come se non fosse
importante risolvere il problema della giustizia fiscale ma fare la conta dei rischi o dei vantaggi
elettorali ad essa collegati. Un fenomeno vecchio, non fosse che oggi le forze politiche si ritrovano a
giocare con un mazzo di carte nuovo, refrattario ai trucchi e ai giochi di prestigio della democrazia
bloccata.
Lo ha dichiarato senza mezzi termini De Mita: «io non accetto questa immagine di un ministro delle
Finanze che viene dal cielo a redimere i peccatori, mentre gli elettori dc vivrebbero invece in massa in
condizioni di illegalità». La Democrazia cristiana è terrorizzata dal pericolo che la sua richiesta di
«garanzie» possa farla identificare quale partito dell’evasione, sia pure su posizioni condivise da
socialdemocratici e liberali.
Il Movimento Sociale è mobilitato nel dare a destra il benvenuto ai settori più poujadisti della protesta,
secondo i quali non è da respingere tanto il metodo d’accertamento induttivo quanto la stessa filosofia
del pacchetto Visentini. Il Partito repubblicano può raccogliere consensi anche non programmati tra i
lavoratori dipendenti, per una sommaria identificazione con l’equità fiscale.
La moltiplicazione dei franchi tiratori, il sofisticato tatticismo del Partito comunista pronto a puntare
metà sulla sua immagine fiscale e metà sulla crisi di governo, la estrema prudenza di alcuni leaders
della Dc quali Andreotti e Donat Cattin, tutto sta a dimostrare che qualunque sia l’esito finale del caso-
Visentini, nulla sarà più come prima. Spinte corporative e pre-elettoralismo, interessi ottusi e sfacciate
strumentalizzazioni, frammentazioni sociali e ricatti politici espongono oggi il Governo e domani la
governabilità a una variabile impazzita.
Dopo
all’irrazionalità.
dicembre 1984
l’Effetto-Fisco? In Italia anche
l’Effetto-Berlinguer avremo
l’Irpef può appartenere