1999 Aprile 10 Appunti/7
1999 Aprile 10 – Appunti/7
Penso al dramma dell’on. D’Alema, costretto a governare la crisi dei Balcani con Cossutta, Ingrao e
Manconi, sorbendosi una filippica di Bertinotti al giorno. Ne basterebbe uno a sfiancare Blair,
Jospin o Schroeder.
Bertinotti è un caso a sé. A chi da anni pretende lo scioglimento della Nato, non si può onestamente
chiedere un’opinione sulla “Allied Force” in Kosovo. Bertinotti si mostra sempre più affascinato dal
brusio di quel che dice, e del resto Luciano Lama, che di sindacalisti se ne intendeva, lo definì un
“terribile narcisista”. Anche in prima linea.
Comunista dell’”era glaciale” secondo la battuta di Alberto Sensini, Cossutta accusò Enrico
Berlinguer di aver strappato “le radici stesse del partito di Gramsci e di Togliatti” per aver preso
atto, una ventina d’anni fa, che la spinta propulsiva del comunismo era finita, amen. Per mezzo
secolo, il mondo di Cossutta guardava al Cremlino come una bussola: trovo indelicato pretendere
che approvi il via vai della Nato.
Ma vale per lo steso Ingrao. Appena trentenne, comunista brillante e in ascesa, dirigeva l’”Unità”
quando i carri armati sovietici invasero l’Ungheria. Con il partito, spiegò impavidamente che l’Urss
stava liberando Budapest dai “controrivoluzionari”. Il tempo degli uomini è anche una forma della
mente.
Non a torto, si dirà che ne è passato del tempo. Lo so anch’io, ma non abbastanza da vanificare
storie resistenti come il Dna di una vita.
Nessuno stupore se la sigla “Nato” suona per la generazione dei Cossutta come “Stalin” per papa
Pacelli, tanto che D’Alema di quella stagione politica e personale, sembra il lontano nipotino,
nemmeno il figlio tardivo. Governare tante sinistre dev’essere disperante per lui.
Forse tutt’altro che a caso, la guerra risuscita il passato, Milosevic è accusato di Naziocomunismo
etnico; Milosevic accusa la Nato di bombardamenti nazisti su Belgrado. E gli indipendentisti
kosovari dell’Uck dettano i bersagli agli aerei Nato come i partigiani italiani fornivano informazioni
militari ai comandi alleati del generale Alexander. Le guerre riportano sempre a galla tutta la storia
e tante storie, anche tante amnesie e tante illusioni, che soprattutto gli sparuti radicali, da Pannella
alla mBonino, hanno tenuto per anni alla larga.
La tragica gerarchia delle notizie ha fatto sparire dai telegiornali una montagna di spazzatura, di
teatrino e di caricature. Ha restituito senso alle categorie del m”fatto” e del “nulla” e della
“menzogna”. Ha devastato la nostra paciosa normalità attraverso i profughi.
Eravamo “abituati” agli orrori africani. Eravamo “preparati” dalla mattanza bosniaca. Non siamo in
grado di “Capire” ciò che vediamo oggi a occhio nudo nel cuore dell’Europa: la corsa al futuro, al
mito del duemila, all’onnipotenza del domani, ci coglie smarriti quando la storia retrocede fino alle
viscere.
“Questi” profughi ci accompagneranno per anni. Anche se resteranno lì, li avremo qui, dentro di
noi.