1999 Dicembre 15 Mondi separati
1999 Dicembre 15 – Mondi separati
Se tu scorri le pagine economiche dei quotidiani, avverti a stessa sensazione che deve dare una discesa
libera in coppa del mondo. Ti manca vertiginosamente il fiato, tutto risulta in accelerazione, la
competizione si fa massima, cambia la cultura del lavoro, del denaro, dell’investimento.
Il popolo dei bot ha attraversato il mar Rosso, scopre i fondi pensione, bazzica le azioni, infila il naso
in borsa, ma resta accorto, continua a risparmiare, misura i consumi, s’informa, sa che la lira sta per
morire, il che significa anche imparare a pensare e a vivere su larga scala.
Addio piccolo orto di casa, le banche si fondono con libidine, le aziende non stanno ferme nemmeno
un giorno, a cominciare dal Nordest, con Trieste (Generali) e Treviso (Benetton) tarantolate dal virus
globale più di chiunque.
I Benetton sono da tempo i maghi del cosiddetto “just in time” che fu inventato dalla Toyota per
rispondere in tempo reale alla domanda dei consumatori.
La Toyota fa auto di duemila colori, quasi ad personam, come un vestito su misura; la Fiat è arrivata
a 132 per un solo modello; i Benetton si sono inventati una specie di Internet aziendale, con sentinelle
in tutto il mondo, per star dietro ai colori delle maglie preferite dai giovani e non solo.
Adesso i Benetton hanno più schei che maglioni, ma li infilano tutti nella nuova economia: le
autostrade (dove corrono i consumi), il commercio elettronico (dove andranno i consumi) e la
pubblicità (dove si decideranno i consumi).
Mica scemi; loro sono i più innovativi, ma anche la piccola-media impresa, nerbo del Veneto più
della piccolissima e della grande, non sta perdendo tempo, e si ristruttura ovviamente senza schemi
politici.
Ieri i Benetton finanziavano con 20 miliardi la “Voce” di Indro Montaneli, uscito dal suo “Giornale”
per incompatibilità con l’editore Berlusconi. Oggi i Benetton si alleano con Mediaset per affari e
strategie.
Anche se tardi, il capitalismo italiano è in moto. Bastano i titoli delle pagine economiche dei giornali
a dimostrarlo, con un forcing al quale non siamo per niente abituati dopo decenni di boiardi
parastatali.
Ma provate a cambiare pagina, provate a saltare di colpo dall’economia alla politica o, meglio, a quel
che resta della politica: il senso del crash è inevitabile, le notizie diventano ostacoli, il lettore avverte
quasi il bisogno di mettersi le cinture di sicurezza.
I giornali raccontano due mondi separati. L’informazione è l’atto notarile della distanza tra fini e
mezzi.
Con un paradosso: la politica sembra distante non soltanto dall’economia, ma persino dal suo primo
e ultimo mestiere. Il governare.
Unindustria di Padova ha reso nota una ricerca secondo la quale, nel giro di soli due anni, il volume
degli ordini sul mercato italiano passerà dall’1,6 per cento (1998) al 20,4 per cento (2001) via Internet:
insomma, sarà elettronico un contratto su cinque. Forse, ci sarà un sito anche per i parlamentari in
offerta speciale, just in time, al volo.