1999 Febbraio 10 La vita è davvero bella

1999 Febbraio 10 – La vita è davvero bella

Mi dichiaro felice come una Pasqua, allegro come un bambino, felice come gli occhietti del piccolo
Giosuè quando gli si para finalmente davanti il carro armato da mille punti. Oscar o non Oscar,
oramai è fatta: se l’America ha “nominato” sette volte il film di Roberto Benigni, la vita è davvero
bella, segno che circolano levità, tenerezza, stupore, poesia, fantasia, umanità, genialità, riso/pianto.
Orrore/amore, segno che la bellezza vince il sudiciume. Spiega il nostro Chaplin alla toscana: “
L’orrore del lager è così grande da sembrare finto”. Quando vidi il film, non ho pianto o riso, ma
pianto e riso, l’uno incastrato nell’altro, inchiodati dalla stessa emozione e dagli stessi pensieri, il
paradosso come rivincita sul dolore.

Con “La vita è bella”, capita di sentire la shoah degli ebrei ancora più “nostra”, sterminio
dell’uomo, ebreo ciascuno quanto Giulio, Dora, Giosuè: se quell’ingresso di negozio era “vietato
agli ebrei e ai cani”, anche noi restiamo fuori. Il lager è documentabile ma irraccontabile e una
favola nel lager è impensabile: Benigni ha realizzato l’impossibile. Non si fa gioco della memoria,
ma piega anche il gioco ad essa: la rende totale, come la vita: “Schindler’s List” completa “La vita è
bella”, e viceversa: andrebbero abbinati in un’unica videocassetta, in offerta speciale ai minori di
anni 18.

Ha ricordato Benigni: “ Come dicono le sacre scritture, quando la risata sgorga dalle lacrime, si
spalanca il cielo”. Pochi giorni prima di essere presa dai tedeschi, Anna Frank scrive nel suo diario:
“ Partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà
nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà”.

Per vie assai labirintiche, un centimetro quadrato di quel cielo è arrivato dall’Italia a Hollywood.