1999 Febbraio 16 Venezia all’Arsenale

1999 Febbraio 16 – Venezia all’Arsenale

L’Arsenale di Venezia non è un pezzo di città, è Venezia, ma una Venezia separata, mitica, vietata,
militarizzata, E’ una cubatura della storia: quasi un quinto della città, chi lo misura 32 chi 46 ettari.
Nel ‘550 produceva due navi da guerra al giorno, anche 100 in due mesi per fermare i turchi. Oggi,
privo di ogni ruolo militare ma non liberata dalle servitù, insegue una funzione. Non ce l’ha, sogna,
sogna idee di Venezia. Se ci sarà una funzione per l’Arsenale sarà come ridarla anche a Venezia: il
tempo sa sempre aspettare. L’Aga Khan voleva progettare il più bel approdo per la nautica da
diporto, cantiere compreso. Gianni De Michelis vagheggiava il Beaubourg di Renzo Piano a Parigi,
musei, ricerca, sapere, documentazione, creatività, spettacolo, arte, la fabbrica immateriale, un po’
come la immagina anche Roberto D’Agostino, assessore all’urbanistica con Cacciari. Al Sole 24
Ore ha detto: “Nella città per vocazione immateriale, l’Arsenale centro mondiale per la salvezza
degli equilibri”. Le proposte si sprecano. L’Istituto di architettura? No. La Biennale? Mah. Il nuovo
museo di Archeologia navale? Forse. Un laboratorio permanente della Moda? Chissà. Un giorno al
rettore di Ca’ Foscari, allora Paolo Costa, l’industriale Mario Carraro diede questo consiglio: “
Dopo aver costruito il Caffè Pedrocchi, lo Jappelli avrebbe voluto portare l’Università di Padova
appena oltre a Prato della Valle: sarebbe stato il primo college, e il primo campus al mondo.
Venezia ha l’Arsenale, campus ideale del sapere globale”. Paolo Costa lo ascoltò, poi Carraro
aggiunse: “ Porta tutto lì, e fai togliere i preservativi dalle farmacie di Venezia. La ripopolerai,
oltretutto”.