1999 Febbraio 17 Tolleranza zero

1999 Febbraio 17 – Tolleranza zero

1990 : il presidente Cossiga riceve al Quirinale i magistrati che gli presentano un dossier sulla
“catastrofe” della Giustizia italiana, con l’80% dei reati impunito e con i benefici della legge
Gozzini applicati anche agli spietati sequestratori di persona: 1999 il procuratore aggiunto di
Milano, D’Ambrosio, dati alla mano stima che i condannati con sentenza passata in giudicato, cioè
definitiva, attualmente “a spasso per Milano”, siano oltre duemila, a carcerazione revocata o
sospesa in vase alla legge Simeone. E’la cortezza della pena. E non si tratta di un refuso tipografico
simile a quello che qualche anno fa, su un giornale, mandò Giovanna D’Arco al rogo perché
“erotica”, non “eretica”. Per questo, nonostante le più apprezzabili intenzioni, servirà poco o nulla
andare in pellegrinaggio da Giuliani. L’ex procuratore, oggi sindaco di New York, di italiano porta
soltanto il cognome: tutto il resto è yankee dalla testa ai piedi, made in Usa al 100%, tosto come le
pallottole dum dum. Altro mondo, altra opinione pubblica, altre chiese, altri parametri, altra
burocrazia, altra mentalità, altri poteri, altro stile. Ve lo immaginate Visco che in tv, come Bush
dieci anni fa, dice a conclusione della campagna elettorale: “ Leggete le mie labbra: nessuna tassa
nuova”? Negli Usa, si processa pochissimo e si patteggia moltissimo anche perché gli imputati
sanno perfettamente che la pena sarà certa e non amnistiabile. In Italia, già a metà degli anni ’50,
un processo civile poteva durare 12-15 anni, ben prima dell’ingorgo giudiziario di oggi, tanto che
un grande magistrato consigliava di consolarsi con un epigramma della Venezia del 1600. Per
intraprendere una lite e sperare di vincere, c’era già allora assoluto bisogno di: “Cassa da banchier,
Gamba da cervier; Pazienza da romito; Aver rasòn; Saverla espor; Trovar chi l’intenda; E chi la
voglia dar; E debitor che possa pagar”. Più o meno come oggi.