1999 Febbraio 24 Un po meno minorati
1999 Febbraio 24 – Un po’ meno minorati
Se davvero spariranno milioni di certificati, camperemo meglio, un po’ meno moderni, meno uffici,
meno carte, meno attese, meno differenza reciproca. L’autocertificazione restituisce decenza, ti
sentirai meno scemo del solito: condannato allo sportello per pura libidine da lacci e lacciuoli, era in
fondo un minorato civile, un nonsense stabilito per legge.
Ora garante della notizia, tu potrai certificare un sacco di cose della tua vita con un atto privato che
funzione da documento mentre lo Stato si astiene, sparisce, toglie un disturbo e, almeno fino a
prova contraria, comincia a fidarsi della tua parola, collabora, applica il principio della sussidiarietà.
Questo far da soli lo chiamano semplificazione alla Bassanini; a me pare qualcosa di più, uno
scampolo di cultura nuova, per una volta il cittadino vale quanto un timbro e vanifica un burocrate.
Speriamo bene.
Chissà chi ci guadagna di più, se il cittadino o la stessa burocrazia ma di sicuro, liberando il
macchinone statale della montagna di carte, noi avremo più responsabilità e gli uffici di
reputazione. O tu organizzi alla grande questo spazio oppure, come accade ovunque, la burocrazia
tende geneticamente a burocratizzarsi. Da anni e anni, l’Italia organizza il peggio. Tanto Stato, ma
senso dello Stato a zero. Vagonate di leggi, ma legalità virtuale. Troppi servitori dello Stato, ma
nessuna valorizzazione. Privilegi feudali per le èlites dei burocrati, ma milioni di dipendenti trattati
come pezze da piedi, non come risorsa umana.
Abbiamo fatto di tutto per distruggere l’idea stessa di servizio pubblico, passando da un estremo
all’altro: prima l’ufficio guardava dall’alto in basso, adesso è guardato dall’alto in basso. Il cittadino
ex “suddito” sta diventando “cliente” senza un’idea neppure vaga del rapporto tra diritti e doveri.
“Siamo passati dal vecchio paternalismo all’arroganza del tutto e subito nel nome dell’io pago le
tasse!”, mi confessava di recente un’addetta all’anagrafe del mio comune, frustrata dalla distanza tra
la dedizione di tanti come lei e la sottostima di tutto ciò che passa per “burocrazia”. A questo siamo
arrivati e da qui si dovrebbe ripartire per combinare qualcosa, con la testa fresca, comunicando
un’idea meno polverosa di Stato.
Prendiamo proprio l’autocertificazione. Dicono che tanta gente non sa, fa confusione, continua ad
andare dove non serve più, ha bisogno di digerire il cambiamento: e allora mi domando perché il
governo non investa qualche lira in una campagna di chiarezza sui giornali e perché, soprattutto,
non usi la televisione, rubando qualche minuto a Brosio e Fazio. Ma se il servizio pubblico, pagato
dal canone, non serve il pubblico, chi deve servire?