1999 Giugno 4 Italo Allodi

1999 Giugno 4 – Il tempo del calcio

Dopo Angelo Moratti, dopo Helenio Herrera, se ne va Italo Alodi: fecero assieme la “Grande Inter”,
che da trent’anni nessuno ha più rivisto. Il cosiddetto “calcio spettacolo” nacque con loro. A
Mariolino Corso, detto il “sinistro di Dio”, Moratti regalò una Pagodina Mercedes nuova di zecca
per un supergol. Avversario storico, Nereo rocco era riconoscente : “Viva el mago Accacca, per
merito dei suoi ingaggi d’oro anche noi mone de allenatori italiani nò semo più poareti!”.
A quei tempi, mentre tramontavano i mecenati e spuntavano le Spa, teneva banco Gipo Viani di
Nervesa, ma fu Allodi il primo manager globale, anche se per paura non prese mai l’aereo in vita
sua. Di origine mantovana, Allodi era veneto adottivo, nato ad Asiago al seguito del padre
ferroviere e cresciuto per tutti gli anni ’40 a Piove di Sacco. Giocò nella Piovese e nei ragazzi del
Padova, quando la vita chiedeva poche lire da spendere con gli amici al Bar Pavoni in piazza
Monumento a Piove. Richetto Galvan, oggi imprenditore, giocava in coppia con lui a centrocampo
:”io sgobbavo, lui faceva le veroniche!”, mi raccontò divertito un giorno. Era generoso per indole,
Allodi, amava le pipe, il vino bianco, i quadri di Gianquinto e , assieme a Paolo Seno, andava a
caccia di giovani talenti stranieri. Era di sinistra in un giro di destra e, ogni volta che poteva,
parlava un curioso dialetto, a metà tra il suzzarese e il piovese.
Fu un ictus a toglierlo di colpo dalle prime pagine e a consegnarlo a una lunga, sconfinata
malinconia. Il tempo invecchia in fretta, a volte, senza riguardo.