1999 Maggio 13 Grazie a Ciampi/2

1999 Maggio 13 – Grazie a Ciampi/2

1)Bossi (Lega Nord): “Al primo scrutinio voteremo il nostro candidato di bandiera.” E’ stato il primo
e l’ultimo.

2)Bertinotti (Rifondazione Comunista) ha chiesto una solenne dichiarazione di non guerra. Su 990
votanti, gli hanno risposto in 21.

3)Marini (Popolari): “Nulla sarà più come prima”. Ha ragione ma era ora, dopo 14 anni di Quirinale
Dc e altri 7 sventati all’ultimo minuto dell’ultima ora dell’ultimo giorno.

4)Con il 6% del consenso popolare il Ppi ha ragionato come se disponesse del 60% mentre aveva a
disposizione una sola strada vincente: far proprio, come suo, un candidato altrui. Mi dice un esponente
dc che ha testa e esperienza: “Marini è un sindacalista, dunque un contrattualista. Dieci in tattica, zero
in strategia”.

5)Meno male che ci sono stati 170 franchi tiratori. Senza di loro, il Parlamento sarebbe sembrato
quello che ancora non è, anzi migliore di come in realtà è. Dal Parlamento avremmo ricevuto una
caricatura edificante, disciplinatamente falsa, di una parte cospicua del ceto politico. E non, beninteso,
perché non abbia poi votato Ciampi ma per la pratica proditoria, livorosa e celata, incapace di gesti
magari di rottura ma motivati, comprensibili da parte dell’opinione pubblica e responsabili sul piano
personale e di gruppo. Tutto ciò nella più assoluta normalità e prassi se, con 24 ore di anticipo sul
voto lo stesso on. D’Alema aveva correttamente ipotizzato 700 sì a Ciampi “già scremati dei franche
tiratori”, come riferivano i quotidiani della vigilia. E 707 ne ha avuti.

6)LO hanno chiamato giustamente il giorno istituzionale “più alto”, ma ci sono parlamentari, pagati
venti milioni al mese, che hanno votato “Maradona”, “Zago” (difensore della Roma), “la mia
mamma”, “viva il re”, “l’asino di Pietro” eccetera. Circolano anche “grandi elettori” di quella stoffa,
probabilmente mandati in Parlamento, a spese di tutti i contribuenti, da elettori di bocca buona o da
giulive torme di astensionisti i quali, illusi di infliggere con il non-voto una lezione al teatrino, in
realtà tolgono il disturbo così incrementandolo.

Senza l’intervento di D’Alema e senza l’intelligenza di Berlusconi, sarebbe finita con trenta votazioni
a torte in faccia. Per un giorno ha funzionato la “grande coalizione”, dimostrando che i patti non sono
ammucchiate e che non tutti gli accordi sono compromessi. A volte, come in questo caso, ottengono
il meglio.

E adesso è un po’ come se, paradossalmente, avessimo due presidenti: Ciampi e Bonino, il primo
secondo Costituzione, la seconda secondo sondaggi. Con una novità non da poco, e cioè che Carlo
Azeglio Ciampi, capo dello Stato a 79 anni benissimo portati, sembra pronto a tutto, anche a farsi
rieleggere domani direttamente dal popolo. Emma Bonino non è più sola, da giovedì scorso.