1999 Maggio 22 Citazione
1999 Maggio 22 – Citazione
“Il concepimento indispensabile e continuo (…) portava a distinguere inequivocabilmente ma anche
a confondere in un unico concetto il maschio e la femmina, la quale non per niente viene ancora
chiamata maschia. Per noi, maschio e maschia sono persino gli alberi della stessa specie: il rovere
maschio si conficca dritto nella terra con un solo fittone posto al centro della ceppaia e son sudori a
estrarlo, bisogna ricorrere alla fune e metterci sotto un tiro di manzi; la rovere maschia si allarga
invece in superficie con tante ramificazioni che il boscaiolo deve pazientemente discoprire per poi
recidere, così come fa il medico col tumore delle femmine, le quali spesso riescono a cavarsela,
mentre il tumore dei maschi si allunga spietatamente nell’organo vitale e nessuno si salva (…).
Quanto al concetto della coppia inscindibile, esso trova conferma addirittura nei prodotti artigianali,
che escono dalle botteghe del falegname e del fabbro: nelle viti di legno e di ferro, negli occhietti
delle finestre, nei catenacci inchiodati sulle porte, ciascuno composto dal maschio e dalla maschia
che soltanto congiunti possono funzionare. Anche per l’uomo, massimamente per l’uomo, la prima e
ultima funzione è quella di congiungersi per dare frutto, tant’è vero che quando la donna partorisce
una figlia diventa automaticamente “la vecia” sia pure a sedici anni come la luna del giorno in cui si
completa e così il padre è “il vecio” rispetto al figlio, ed entrambi i genitori potranno dare ai due primi
figli il loro stesso nome poiché sarà l’aggettivo di giovine o giovina, di vecio o vecia, a distinguere i
due Antoni e le due Marie”. (Fulvio Tomizza, scrittore istriano, 1935-1999, da La Miglior Vita,
Mondadori).