1999 Marzo 14 Italia cellulare

1999 Marzo 14 – Italia cellulare

E’ ufficiale: nessun Paese al mondo ha più telefoni cellulari dell’Italia. I dati: il 35 per cento degli
italiani usa il portatile contro il 32 dei giapponesi e il 25 degli americani; il doppio rispetto a
francesi e tedeschi! Sento già la litania, per altro fondata, sulle mode, sui tic, sul futile.

C’è che ammira certamente il cellulare come narciso lo specchio d’acqua; che lo esibisce quale
prolungamento dell’io fino a parlarvi da solo, quasi prefissando sè stesso. C’è chi lo userebbe anche
in apnea e che se lo porterebbe fin nella bara: tutto vero, nulla da dire, ma ciò nonostante sono di
altra opinione. Trovo che questo record mondiale dimostri l’infinita saggezza degli italiani e, al
fondo, la loro rapidità di riflessi.

Se sei globale, devi sentirti nello stesso tempo qui e altrove, ovunque ti trovi. Una volta era
reperibile il medico di guardia o il pompiere; oggi qualunque idraulico o falegname viaggia con il
portatile alla cintola e, solo che innestasse la segreteria, lì sentiresti irraggiungibile per sempre.

Tutto dev’essere subitaneo, veloce, in tempo reale nel nome dell’efficienza, sicchè mai come adesso
sembra appropriato che l’unità tariffaria di conversazione sia lo “scatto”.

Rispetto al lavoro e allo scambio, il cellulare funziona come una infrastruttura portatile: è diventato
un mezzo di trasporto, dal quale non si può più scendere. Il nostro, ci piaccia o no fa lo stesso, è il
tempo della comunicazione e della mobilità, e il cellulare le combina, trilla su loro misura, ne è il
totem, ti localizza con un dito quando tutto intorno tende a delocalizzarti. Sfido che ha sfondato tra i
giovani, perché li fa sentire indipendenti, tutelati nella loro privacy dalla telefonia fissa: un conto è
dire ti amo da un angolo di marciapiede, un conto avendo addosso l’intera famiglia. Per i ragazzi è
spesso anche un gioco, una fame di relazione, di collegamento, di toccarsi attraverso la parola, di
compensare inconsciamente l’autismo da televisione e di tornare a modo loro nella realtà.

Se due bambini su dieci non hanno mai visto dal vivo un cavallo o una frisona e se 8 su 10 mai un
orto qualunque di insalata, pomodori e rosmarino, questo loro repentino “ altro modo” richiede per
forza nuovi stili di vita, linguaggi, paesaggi anche. Gli anziani usano il portatile. Forse, i giovani ne
sono parte, incorporati come le antenne.