1999 Marzo 23 Veneti “eversivi”
1999 Marzo 23 – Veneti “eversivi”
E’ incredibile, e non deve passare sotto silenzio, ma ci sono “Serenissimi” in galera, che non
meritano nemmeno l’affidamento in prova al servizio sociale. Anche se i cronisti di giudiziaria
spiegano che resteranno dentro al massimo per altri tre mesi, misure restrittive come queste
appaiono sradicate dai fatti almeno quanto l’occupazione del campanile dalla realtà. Riflettiamo :
1)Il comitato prefettizio aveva espresso nei loro confronti parere di non pericolosità;
2)La Questura aveva dato identico via libera;
3)Un rapporto dei Carabinieri di Conselve aveva verbalizzato che l’Associazione Serenissimo
Governo, costituita nel 1998, agiva “attraverso la divulgazione della cultura e della storia veneta;
4)Lo Statuto di questa Associazione recita testualmente che “il movimento si propone di ottenere il
riconoscimento del Veneto quale Nazione storica d’Europa “unita” allo Stato italiano da un patto di
Confederazione;
5)Un sostituto procuratore generale di Venezia ha presentato ricorso in Cassazione contro la
sentenza di condanna dei “Serenissimi” negando la natura e “eversiva” del loro gesto a piazza San
Marco.
Questi sono fatti, atti, Non si sa come dar torto all’on. Giorgio Vido, vicepresidente del Comitato
per i diritti del popolo veneto, quando mi scrive: “ Per il Tribunale Sorveglianza di Venezia mettere
in discussione lo stato unitario, così come espresso dall’art, 5 della Costituzione, sia pure
auspicando uno stato confederato, viene considerato non un reato di opinione ma una forma di
criminalità sovversiva”.
Con una postilla: a titolo del tutto personale, senza impegnare ovviamente questo liberalissimo
giornale, io non considero quell’auspicio un “ reato di opinione”, bensì un’idea, un opinione, una
manifestazione di pensiero garantita libera dalla Costituzione della Repubblica. E’ chiaro anche che,
se i “reati” sono questi, circolano nel Veneto milioni di cittadini più o meno da galera, sottoscritto
compreso.
Sono roso da un dubbio: siccome sogno almeno per i miei nipoti la dissoluzione finale dello Stato
“unitario e indivisibile” in una grande Europa-Patria fondata sulle piccole Patrie, dovrò prima o poi
rispondere di “persistente contiguità con la criminalità eversiva” e di poco convinta e insincera
“collaborazione con le istituzioni statali”.
Per fortuna, la stragrande maggioranza dei magistrati non sorveglia.