2000 S.T. Luna Rossa e Tyson
2000 – S.T. (LUNA ROSSA E TYSON)
di Giorgio Lago
A me sembra un’enormità, e mi sono chiesto il perché. Quattro milioni e mezzo di
italiani hanno guardato in tv i cazzotti di Tyson mentre un milione e mezzo ha seguito
in piena notte lo spinnaker di Luna Rossa. Oh, un milione e mezzo a quell’ora
equivale a otto in prima serata, le proporzioni sono queste.
Ora, se il pugilato è la “noble art”, ditemi voi che cosa c’entra con Tyson. Lui non
discende dalla scimmia: ci torna per direttissima. E però non gli capita mai di
mostrare lo sguardo languido di King Kong, il gorilla innamorato del cinema; quando
gli gira, Tyson mangia all’avversario anche le orecchie, al sangue.
Del resto, la sua nuda biografia di ragazzino senza padre e senza scuola racconta che a
tredici anni era già stato arrestato trentadue volte. La vita gli è parsa ben presto un
ring.
Quando la telecamera lo punta, 21 pollici partono soltanto per inquadrargli il collo.
Ha una faccia buona per Halloween, non si può nemmeno chiamarla faccia. Cassius
Clay picchiava per insegnare, sembrava un professore; Tyson per far male. Tra i due
corre la stessa differenza che tra una limousine e un Tir, nemmeno parenti, quasi
fossero due sport del tutto diversi.
Oltretutto, l’altra sera Tyson non tirava per il titolo dei massimi. Aveva di fronte una
grossa grassa bondiola di centro chili, che aveva in mente soltanto di finire il match il
più in fretta possibile, un bel po’ di sterline contro un paio di randellate al mento.
Tutto qua.
Non ne parliamo poi di Luna Rossa. Più la guardi, meno capisci. Un momento la vedo
a una spanna da AmericaOne, un decimo di secondo dopo la scopro da tutt’altra parte.
Il vero strambato è il telespettatore che, per orientarsi un po’, minimo dovrebbe aver
vissuto due anni a bordo dell’Amerigo Vespucci ed essersi laureato al Massachusetts
Institute of Technology.
Sarà perché io non distinguo il mare dalla pianura padana, ma non esiste sport più
sofisticato e misterioso della vela.
Almeno la boxe è plebea, più plebea del calcio, rimanda a istinti belluini, altro non è
che una rissa in piena regola, regolata a puntino. Luna Rossa no, Luna Rossa come il
Moro di Venezia ha bisogno di un telespettatore che almeno sappia che la randa non
ha niente a che vedere con il randello.
Luna Rossa, più che una barca, è un’astronave del mare, che che richiede un abc
tecnico, una lingua ancora prima che una competenza, una bussola della mente, il
senso dell’orizzonte e dell’onda. L’onda è una sfumatura, che sa parlare soltanto a chi
può coglierla.
In fondo, questo è un mondo aristocratico, di élite, che non dovrebbe avere audience,
visto che l’audience si nutre di grandi numeri, a milioni.
Ho pensato. Se Tyson, con quattro smanacciate a un ciccione, fa quattro milioni e
passa, e se Luna Rossa, con la sua algida prua per lupi di mare informatici, scatena
entusiasmi da Maranello, ci dev’essere sotto dell’altro. E quest’altro che spiega Tyson
e Luna Rossa in tv c’entra poco o nulla con lo sport.
Mi sono fatto un’idea. Con Luna Rossa, milioni d’italiani scappano via, si girano
dall’altra parte, buttano il cuore oltre l’ostacolo.
Ma è chiaro come il sole da che cosa scappano. Fuggono dai tg e s’infilano in altri
palinsesti; lasciano le pagine dei giornali per dimenticare. Non ne possono più del
teatrino, degli spot del Cavaliere, di D’Alema che vede solo Arcobaleno, di La Malfa
che è convinto di avere un partito anche se tutto il suo partito su Luna Rossa ci
starebbe al gran completo e comodo.
Si contano sulle dita di una mano quelli che davvero sanno che cosa succede su quella
barca filante. Il resto, questo popolo della notte, questi marinanti dell’ultimissima ora,
non sa dove va ma sa benissimo cosa dimentica. Nell’inconscio collettivo Luna Rossa
è la fuga dalla politica.
Confesso un ultimo sospetto. Anche King Kong Tyson finisce con l’evocare il vecchio
tenero “arrivano i nostri”, e a milioni lo guardiamo perdonandogli tutto, purché ci
metta ko – beninteso, senza far male, con una carezza – i pupi di Cossiga, di Bossi e di
Mastella.
Per questo, a milioni, abbiamo fatto notte per Tyson e Luna Rossa. Ci hanno fatto
sognare.