1965 Corso: “Il Mago si è vergognato”
1965 – (Supersport)
Corso: “Il Mago si è vergognato!”
« Sei stato nullo! »
Mario Corso ditata le palpebre al rallentatore e straluna la retina: « Ma chi l’ha detto?! »
« Il Notturno d’Italia, quella notte, mentre tu perdevi peso all’Avellaneda… »
« Per fortuna l’Italia dorme quasi tutta a quest’ora! Sennò… »
« Sennò? »
« C’è da sperare soltanto che si siano sbagliati »
« Con chi? Con Peirò? »
« Ha avuto paura »
« E gli altri? »
« Tutti abbiamo avuto paura, paura fisica, paura di uscire con le ossa rotte o addirittura di non
uscire più da quella bolgia indescrivibile »
« Non ti ha choccato? »
« No! Ho fatto finta di niente… a noi veneti riesce facile, no? »
« Però la prima mezz’ora… »
« Correvano come pazzi e non proprio con mezzi atletici, non so se mi spiego! Venivano avanti
in tutti i modi, con le buone o con le cattive, e ci hanno costretti tutti indietro »
« Hai fatto anche il terzino? »
« Certamente, ma non perchè fosse nei piani. E’ durato soltanto finché è durato l’effetto
dell’acqua… minerale! E infatti, a venti minuti dalla fine, sbavavano e avevano i crampi: tutti, senza
distinzione »
« Quindi potevate anche vincere? »
« Ho incontrato l’Independiente cinque volte, ma quella mezz’ora iniziale è stata la più forte che
hanno giocato, così alla spera in Dio! »
« Brocchetti insomma, no? »
« Hanno buoni elementi, ma la squadra non è tanto forte e si poteva anche vincere. Hanno quel
classico gioco argentino che ti permette di organizzare prima che colpisca il bersaglio. Noi abbiamo
avuto le occasioni da gol, anche se l’attacco, in fondo, non è stato favoloso: è molto difficile mettere
avanti la gamba quando sono pronti a entrare sul ginocchio; uno ci pensa su due volte! A me è
andata bene perchè riesco a nascondere il piede all’ultimo istante… »
« … con la palla però! »
« E’ sottinteso! Scherzi a parte, erano in due all’attacco… »
« Mancava Peirò? »
« E’ stato il più pestato di tutti, solo che bisognava esser là per accorgersene: ancora prima che
cominciasse a giocare aveva già un occhio chiuso »
« E tu? »
« Un minestrone di roba! Prima di cominciare ho fatto raccolta di sassi, arance, monete; durante
gli inni nazionali mi hanno raggiunto due fiondate di quelle che da ragazzo dedicavo ai merli delle
colline veronesi! E poi ogni volta che mi avvicinavo ai bordi del campo succedeva il finimondo »
« Il tuo uomo però non ti ha massacrato, vero? »
« No, Ferreiro è stato normale, ma Rolan e Guzman sotto stati superiori a tutte le previsioni e a
tutte le descrizioni: quando non avevi la palla miravano agli stinchi e ti sputavano in faccia poi per
tutta la partita hanno continuato a offenderci la madre con una irreperibile frase argentina. Se
Herrera non ci avesse imbottito la testa di “non reagite a nessun costo!”, non so che cosa sarebbe
successo! ».
« Quanti chili hai perso?».
« Tre e mezzo ed è il mio record personale! ».
« E’ il momento dei tuoi record in tutti i sensi: non credi di essere cambiato in questi ultimi
tempi? »
« Sono diverso, è la verità! Sono più maturo, più sereno dell’anno scorso. Una volta mi lasciavo
andare, adesso non succede più: penso di più alla professione, anche perchè nella mia vita è entrata
una… ragazza importante ».
« Una ragazza… da scudetto? »
« Quasi…! Si chiama Domiziana, è di Verona e non siamo ancora fidanzati ufficialmente, ma lo
faremo presto. Questo mi ha dato una grande serenità che prima non possedevo ».
« Il più soddisfatto sarà Herrera, no? ».
« E’ cambiato anche Herrera negli ultimi tempi; è diventato più comprensivo, più buono. Gli anni
scorsi, quando giocavo male, mi avrebbe ucciso, perché diceva che perdevo tempo, che ero
distratto, che non facevo vita da atleta e forse, in parte, aveva ragione. Ma ora che mi ritrova serio e
impegnatissimo, andiamo d’accordo come non mai, non c’è nessun problema. Il segreto dell’Inter sta
anche in questo »
« Nella combine Corso-Herrera? »
« Nooo! Nell’amicizia che ci unisce tutti, senza polemiche. Questo è il punto e l’anno scorso
cominciammo male proprio perchè ognuno badava ai fatti suoi: non c’era unione insomma. Appena
è venuta, siamo partiti conte belve »
« E’ un morso dietro l’altro siete arrivati per la seconda volta in Sudamerica! »
« La gioia più grande di tutti i tempi l’abbiamo avuto a Vienna, ma l’accoglienza disastrosa
dell’Avellaneda ci ha fatto gustare immensamente questa seconda coppa mondiale ».
« E il Mago? ».
« Non l’ho mai visto averla tanto a morte con qualcuno come stavolta: lui è argentino e quindi è
rimasto più disgustato degli altri ».
« Dimenticherete con il campionato? »
« Oramai è da ricordare più che da dimenticare! Comunque, con questo morale e con questa
forma fisica, possiamo vincere e facile anche il campionato! »
« L’hai detto al Mago? »
« Lo sa già… da un pezzo! »