1965 dicembre 27 La finta di Negri
1965 dicembre 27
La finta di Negri
William Negri e un rigore parato. Decisivo con nove probabilità su dieci. Un regalo con
lustrini per Carniglia, una manciata di sale in bocca al Mago. Ha sbagliato Mazzola? E stato
eccezionale Negri? O c’è una terza via… al rigore? Negri ha le idee chiarissime, dopo come tra
i pali. « Premetto che il rigore c’era, l’arbitro non ha sbagliato, perchè la mano di Micelli
aveva toccato nettamente a pochi metri da me. Quanto al tiro di Mazzola, era fortissimo tanto
che per fermarlo mi sono dovuto accartocciare a terra. Il pallone mi è sfuggito ugualmente e
l’ho bloccato del tutto con la… mascella. Adesso non riesco nemmeno ad aprire la bocca, ma
ne valeva la pena. Non si para tutti i giorni un rigore a Mazzola, soprattutto quando la sua
finta è annullata da una mia finta ancora più diabolica! ».
« Una controfinta, insomma! »
« Esattamente! Ero sicuro, non so perchè, ma ero sicuro che avrebbe tirato alla mia destra. Forse
perchè Mazzola preferisce batterli da quella parte, non so. Comunque destra era la mia intuizione,
destra è stata la sua esecuzione: là c’ero io! »
« Ma questa non è una finta! »
« Infatti non è questa la finta: questo è stato il risultato. Ma io ho spinto con lo sguardo Mazzola
dalla parte che preferivo: mi sono mosso con l’anca sulla mia sinistra e sono rientrato come un falco
sulla sua staffilata che è risultata forse centrale agli spettatori, ma che a me è costata per
concentrazione almeno un anno di vita ».
« Un anno di vita — sussurra Luis Carniglia — me lo sono mangiato anch’io! »
« Sul rigore? »
« Il rigore è stato soltanto un episodio, ma è stata tutta la partita entusiasmante, tiratissima,
combattuta ».
anche! ».
« Più interessante di tutte le precedenti partite-scudetto? »
« Più interessante di tutte, perchè l’Inter è una grande squadra, completa in tutti i sensi e non
concede spazio per distrazioni, nè tattiche nè agonistiche ».
« Non le sembra che il Bologna sia calato alla distanza? »
« Il ritmo di questa partita avrebbe ucciso qualunque altra squadra, ma l’Inter è grande e noi…
« Chi ha dominato il gioco? »
« Il Bologna nel primo tempo, l’Inter nel secondo ».
« Pari matematico allora? »
« Pari matematico! »
« Manca al conto un rigore… »
« Non manca ed è bene semmai che manchi, perchè sarebbe stata un’ingiustizia colossale che il
Bologna perdesse questa partita per un fallo tanto banale e senza senso ».
« Ma come spiega il ripetersi di falli di mano tanto ingenui? »
« Riflessi incontrollati, mah, non riesco a capire, anche contro l’Atalanta due episodi precisi!
Quasi incredibile ».
« Non c’entra la pallacanestro…? »
« Come?! non capisco! »
« Non ha importanza, piuttosto non le sembra che questo Bologna fosse leggermente inferiore a
quello anti-Milan e anti-Torino? »
« Intanto c’era l’Inter e poi, è vero, non siamo riusciti a fare come le precedenti domeniche per
nervosismo, cioè non riuscivamo a rischiare per paura del contropiede interista. Questo ci ha frenati
un po’. E poi un’altra considerazione importante: Jair era in gran forma e quindi Micelli, pur
proiettandosi in avanti, non ha potuto farlo con la solita scioltezza perchè aveva l’incubo che il
mulatto lo sorprendesse. Nonostante tutto credo di meritare anch’io il titolo di Mago? No? »
« No, no, no — mi contraddice vigorosamente Micelli — non ho fatto mani volutamente, perchè
mi è “scappato” di far mani, nooo! La verità è un’altra: ero su Jair e quando è arrivato il cross a
mezza altezza, Jair mi ha spinto. Io mi sono sbilanciato per aria e ho alzato per reazione
incontrollata, forse per bilanciarmi d’istinto; e ho toccato nettamente la palla! Se non venivo spinto
non l’avrei mai fatto ».
« Quindi secondo te… »
« …secondo me c’era un fallo di Jair! »
« Potevamo vincere! — Harald Nielsen ha ancora gli occhi spalancati sull’azione solitaria che gli
ha fatto sbucciare di due dita il palo destro di Sarti. — Potevo fare gol e ho sbagliato di un soffio, è
uscito di tanto così! » E agita stancamente l’indice e il medio della mano.
« Due volte o una? »
« Due volte: la prima quando ho saltato in dribbling tre uomini e Sarti mi ha lasciato aperta
mezza porta: io ho mirato proprio dove avevo visto buco e ho sbagliato. Ahhh… e poi con il colpo
di testa. Come ho fatto a non segnare? »
« Di che cosa si lamenta Harald — scuote il capo Bulgarelli — proprio non ti capisco. E’ stato
bravo, molto bravo, ha costruito da solo tre occasioni da gol: una gliel’ha presa Sarti da campione:
cosa vuole di più dalla vita? »
« Non so! E tu cosa vorresti? »
« Un letto per riposare! Sono distrutto, ho corso come un pazzo! ».
« E in che condizioni hai trovato l’Inter rispetto al Milan? »
« Resto sempre della mia opinione: il Milan dà l’impressione di essere meno organizzato e in
definitiva meno pericoloso ».
« L’Inter non ti ha deluso? »
« Ohe, scherziamo? Deluso: è solida, pericolosa e ti dà costantemente urla tremenda paura di
poter andare in gol. Questa è la sua caratteristica più appariscente. Date le premesse, il pari mi sta
come uno smoking inglese fatto su misura! »
« Io — mormora Helmut Haller — preferisco gol di vittoria a tuo smoking: io povera maglietta
più contento! »