1965 – Il Modena-twist ha “cotto” Haller
1965 – (Supersport)
Il Modena-twist ha “cotto” Haller
MODENA – Il Bologna di Manlio Scopigno ha urtato contro il primo scoglio della stagione e non
ha saputo reagire come avrebbe dovuto e potuto. Un Bologna incerto e labile contro un Modena
accanito e stringato. Un Bologna che indubbiamente ha avvertito oltre le previsioni la strana ventata
che ha coinvolto per qualche giorno, ora unendoli ora separandoli, i nomi di Gipo Viani e di Manlio
Scopigno. I giocatori hanno sentito l’incertezza di una situazione e non ne hanno capito il senso.
L’eliminazione prematura dalla Coppa Italia è stato il prezzo pagato a caldo. Il primo a rendersene
conto è stato proprio Scopigno, che, uscito dal campo a fianco di Haller, il più disorientato e
improduttivo di tutto il quintetto d’attacco, ha dichiarato: « Non voglio parlare dei giocatori, ma si
capisce che la bagarre di questi giorni ha pesato, rompendo la tranquillità che aveva caratterizzato
finora tutto il nostro lavoro ».
Il Bologna come squadra è esistito solo nelle intenzioni, perchè tutto nasceva, si svolgeva e finiva
con una regolarità quasi ossessiva. Giacomo Bulgarelli ha tentato di essere il Suarez della
situazione, ponendosi ai margini della difesa a raccogliere e a portare in avanti l’azione, ma gli sono
mancati il dialogo con Fogli, troppo occupato e preoccupato dall’invadente manovra dei giovani
panzer di Maino Neri, e soprattutto l’appoggio di Helmut Haller che ha continuato a rispettare
assurde distanze in maniera da essere ugualmente tagliato fuori dalla difesa e dall’attacco. Il ritmo
proibitivo e la carica assidua del Modena hanno reso ancora più precaria questa impalcatura: è
bastato infatti un gol segnato al cinquantaseiesimo da Rognoni lanciato da Zani per chiudere il
risultato e renderlo irreversibile. Il Bologna è mancato come squadra, ma la lezione inattesa gli è
servita perchè ha messo a fuoco qualche dato interessante: la posizione di Bulgarelli si sta rivelando
sempre più coerente e produttiva (l’impostazione di Scopigno si avverte chiaramente); Pascutti non
ha dato il minimo segno di nervosismo e di insofferenza e questo è importante; Micelli è « entrato »
molto bene nel nuovo ingranaggio mentre Vastola ha confermato forza, potenza, decisione e in
qualche occasione anche intelligenza di manovra. Un Tumburus d’altra parte notevolmente fuori
fase, scoordinato e molle, un Perani fumista, un Haller dicevamo senza orientamento. Il Modena,
che mancava di Toro, ma che contava su un grande Merighi, ha vinto perché il Bologna era assente
in alcuni uomini chiave. La diagnosi di Scopigno che ha spiegato in parte il risultato con l’alibi
« della serenità infranta » assume un significato preciso. Ora il Bologna deve superare lo… « choc-
Viari ». A sentir le ultime dichiarazioni di Manilo Scopigno non v’è dubbio che la questione è
superata. Radicalmente.
« A questo punto la questione è chiusa per sempre: Viani non può più venire al Bologna!
Almeno finché sarò io l’allenatore!!! ». Manlio Scopigno, irritato, amareggiato e sbalordito, non
concederà nessuna replica. « La parola spetta, adesso, alla società: per quanto mi riguarda la cosa
non esiste più, cioè Viani non esiste più e non ne voglio più parlare! ». Quella che doveva essere la
più clamorosa e inattesa operazione della corta (e calda) vigilia pre-campionato è naufragata al
momento dell’approdo, a pochi metri dal pontile di sbarco. Perchè? Scopigno quasi non se ne rende
Conto: « Se lei non fosse stato testimone dei primi approcci tra me e Viani, potrei anche tentare di
raccontarle una storia romanzata, ma lei sa invece che l’operazione era nata nella chiarezza più
assoluta, senza ombra e sottintesi. Ogni aspetto della collaborazione era stato discusso a più riprese
e tutto lasciava credere che non potesse sorgere nessun equivoco ».
« Invece? ».
« Invece Viani, forse senza rendersene conto, ha fatto sorgere nell’ambiente, con una reazione a
catena, la netta sensazione che al Bologna ci sarebbe venuto con gioia a dare una mano… un po’ a
tutti, me compreso! Questo è assurdo, era ed è al di fuori di ogni mia remota intenzione, non è
insomma nemmeno concepibile. Per questo ripeto che la situazione ora si è radicalmente capovolta:
ieri ho cercato Viani di mia iniziativa con uno scopo preciso… ».
« Oggi? »
« Lo rifiuto per un motivo altrettanto preciso ». Dopo questa dichiarazione perentoria (e
meditata) non esiste più alcuna possibilità che Viani e Scopigno celebrino il tanto atteso e discusso
matrimonio. Come si è giunti al deterioramento di questo rapporto? Bisogna risalire indietro:
esattamente al giorno in cui nacque e si manifestò l’idea di creare il binomio Viani-Scopigno al
Bologna. Possiamo raccontarvi la storia, in esclusiva, perché ai primi, determinanti colloqui
abbiamo partecipato anche (e soltanto) noi. L’idea ha messo radici nel Veneto. Esattamente fra
Bassano del Grappa e Nervesa, fra Montebelluna e Vicenza. Era il tredici di agosto e ci trovavamo a
Bassano del Grappa, seduti davanti ad un bicchiere di grappa, da « Nardini ».
Gipo trasformista
Manilo Scopigno entrò nel locale assieme a un paio di amici. Parlò a ruota libera, con grande
entusiasmo, del Bologna, dei giocatori, del pubblico bolognese, del Presidente. Quando uscimmo
sottobraccio, ci sussurrò: « Perchè l’ingranaggio fosse perfetto, bisognerebbe che riuscissi a far
venire Viani al Bologna! ». Fingemmo di non capire: la cosa ci sembrava enorme anche perché
sapevamo che tra i due non scorrevano proprio fiumi di simpatia. « Con la sua esperienza e la sua
abilità — proseguì il Mago ex-vicentino — dovrebbe trasformare il Bologna da club grande a club
grandissimo. Vede, la gente guarda solo all’aspetto agonistico, a ciò che succede in campo. Per il
pubblico esiste solo la squadra, ma la squadra non può reggersi a lungo su posizioni di grande
prestigio se non ha alle spalle una società organizzatissima: come l’Inter per esempio o come il
Vicenza fatte le dovute proporzioni! ».
« E’ una cosa che si può fare! Ne ha mai parlato a Viani? » gli chiedemmo.
« No! Ma adesso che è quasi disoccupato… »
« Domani sarà a Montebelluna per la partita Padova-Verona… »
« Allora ci sarò anch’io! »
Scopigno fu di parola. Il giorno successivo fu puntuale: tra un tempo e l’altro si appartò con
Viani e tratteggiò l’idea. Viani ascoltò in silenzio, un po’ entusiasta, un po’ incredulo. Soprattutto
mentre tornavamo a Nervosa con lui, a bordo della sua « super-leggera »: « La cosa mi interessa
enormemente, ma non riesco a capire fino in fondo il senso dell’operazione: perchè Scopigno che ha
appena fatto il grande salto cerca uno come me che in fondo non è proprio l’ultimo arrivato? » « La
cerca proprio per questo! Proprio perchè è convinto che non esista sulla piazza, per di più
disoccupato, un altro drago come lei per dare al Bologna una organizzazione…. da scudetto! »
« Vorrei approfondire la cosa… ». Ci fu facile interpretare il Cipro. La sera stessa usammo il
telefono e venti ore dopo, al Jolly di Vicenza, Viani e Scopigno stavano seduti l’uno di fronte
all’altro per il decisivo tête-à-tête.
« Viani, come lei ricorda, aveva accettato di fare l’alta politica della società, sfruttando il suo
prestigio, il suo senso organizzativo, ma non si era mai sfiorato… l’argomento tecnico? A quello ci
avrei pensato io! ».
« Era cosi infatti, ma cos’è cambiato in sostanza da allora? ».
« E’ cambiato questo: Viani si è lasciato andare a giudizi che non doveva dare, perché dopo il
colloquio con Goldoni, Viani era quasi del Bologna! Lui non doveva parlare di Roversi, di scudetto,
di uomini: su questo piano non avevo sollecitato interventi! Ma forse l’ha fatto senza rendersi conto
che deteriorava la cosa: adesso è chiuso tutto per conto mio! Era una combinazione interessante e
produttiva perchè chiara e competente: mi dispiace che sia finita così! ». Abbiamo riferito il
pensiero di Scopigno a Viani: « Mi sembra impossibile che Scopigno abbia detto questo: lui sa che
io non ne volevo sapere della squadra, che avrei pensato solo alla società. Qualcuno ha travisato le
mie opinioni private perché ne aveva interesse: è incredibile che sia finita così, ma ancora non
riesco a credere che sia finita! ». Il solco che divide i due personaggi è in questo momento enorme:
soltanto lo spegnersi silenzioso della polemica può servire a tutti. Soprattutto a Scopigno, per il
« suo » Bologna.