1966 luglio Voronin: vinceremo
1966 luglio
Voronin: vinceremo
DURHAM – Due ore e quarantasei minuti esatti dopo la partita con l’Italia, Valerj Voronin compirà
ventisette anni: « Domenica — ha detto — sarà giorno di festa per me, ma non voglio regali da
nessuno: l’unico sarà quello che… mi sarò fatto sabato vincendo ancora contro Bulgarelli, contro…
Pascutti ». Voronin, quando parla non parla: sorride. Non assomiglia in nulla agli altri giocatori
sovietici… capelli nerissimi, pettinati, pettinati alla Rock Hudson. Una faccia chiara senza
infiltrazioni orientali. Ho parlato con lui quasi tutti i giorni e non ho mai incocciato nel celebre
« niet » che stoppa senza pietà ogni tentativo di colloquio. Di cortesia tutta francese, Voronin parla
un inglese espansivo. Sorride inglese. Conosce tutto dell’Italia. Ricorda le partite giocate. E quelle
viste in « Pentelevisions ». E’ il vero cervello della squadra di Morozov e lo dimostra. Basta star
seduti un quarto d’ora soltanto ai bordi del campo di allenamento e osservare: che Morozov ordini
una partitina a cinque o a dieci, con o senza porte, su un’area circolare o rettangolare, non cambia
niente: Voronin è « là ». Tutte le strade del gioco russo conducono a lui e ne ripartono. Fabbri lo sa.
Rivera anche… se ci sarà!
Chi non ci sarà sicuramente è invece… Mario Corso. Al nome del veronese si ricollega una battaglia
che ha diviso l’Italia, ma che oramai non è più « cronaca »: soltanto « storia ». Una storia che qui a
Durham sembrerebbe persa nella notte dei tempi, se non fosse stato proprio lui, Valerj Voronin, la
stella moscovita che tiene stretti tra i piedi il cinquanta per cento del destino di Fabbri e il cento per
cento di quello di Helenio Herrera, sì lui, Valerj Voronin, a pronunciare il nome messo all’indice nel
College italiano.
Non ho suggerito io l’argomento a Voronin: sarebbe Stato troppo facile e inutile. No, gli ho
chiesto soltanto questo:
« Who is for you the best Italian player? ». (Chi è il migliore degli italiani?)
« Corso »
« Ma non c’è nei ventidue… »
« Appunto; e infatti mi sono meravigliato moltissimo quando ho letto tutti i nomi e non ho visto
il suo. Lei sa perchè è stato eliminato? »
« Sì, credo di saperlo, ma è troppo difficile spiegare tutto in… inglese »
« Io ho visto Corso giocare a Mosca e quella volta è stato very very good, fabulous »
« Solo quella volta? »
« No, io ho visto in televisione con l’Inter e ho sempre visto grande »
« Se non ci fosse l’Inter, è vero, non ci sarebbero molte occasioni per vederlo »
« Volevo dire prima che mi sono molto sorpreso, ma non proprio molto perchè lui non ha
giocato a Roma, quella volta, e ricordo che Beskov non credeva alla formazione del vostro trainer »
“Perchè non Corso?”
« Di Fabbri… »
« Sì: quando lui ha detto che non giocava Corso e Corso aveva avuto applausi a Mosca, noi
pensavamo che ci nascondesse il vero fino all’ultimo minuto »
« Invece… »
« Invece lui non c’era e io ho detto a Beskov quando siamo entrati in campo: “E’ meglio, così va
bene per noi” »
« E vi è andata bene… »
« Non tutto, perchè poi abbiamo perso la coppa con la Spagna. E allora non è servito a molto… »
« A proposito di Spagna, un mese fa, a Milano, Suarez mi ha detto, durante un’intervista sui
mondiali, che lei è il miglior mediano di tutta la World Cup »
« Con la Coppa dei Campioni, io, Suarez e Corso, che sono i più forti dell’Inter, giocheremo
forse… tre partite: spero che lui non abbia una delusione! »
« Ha detto tre partite? »
« Se non vinciamo a Milano, c’è la “bella” no? Si dice così? »
« Sì, si dice cosi, ma credo che dopo questo che ha detto piacerà un po’ meno a Suarez, lui non
gradisce molto le “belle” »
« Corso no, peccato, ma Suarez io posso incontrarlo anche prima, presto… in semifinale »
« Excuse me, dove? »
« Io credo a Liverpool, I think… »
« Cioè, che cosa succede nei prossimi giorni? »
« Può succedere questo: sabato noi battiamo l’Italia, poi battiamo Cile e poi vinciamo il nostro
quarto, con Ungheria o Portogallo io credo »
« E Suarez? »
« La Spagna è molto, molto forte e nel secondo gruppo potrebbe anche arrivare prima della
Germania…! »
« Ma lei ha detto che incontrerà Suarez a Liverpool, in semifinale »
« Spagna, come io credo, arriva prima della Germania, nel quarto batte senza “difficile”
l’Uruguay: Inghilterra ha pareggiato solo perchè è troppo nervosa: se si libera un momento di questa
“psicologia” nessuno “can Stop England” »
« Ha molta fiducia nella sua squadra? »
« Siamo più forti contro le squadre grandi che contro quelle piccole. Capito? Vedi la Corea,
anche se Morozov ha voluto risparmiare migliori »
« Sì, capito, ma Alamos, il trainer del Cile, dice che la Russia arriva dopo l’Italia e il Cile »
« Lui può dirlo ancora »
« E cosa può dire della partita di sabato con l’Italia? »
« Russia e Italia hanno due tipi di gioco diversi. E allora bisogna vedere quale è il migliore »
« Qual è la differenza? »
« Il catenaccio »
« Vostro? »
« Noooo… noi non abbiamo il libero, ma l’Italia sì, gioca indietro di più »
« Io credo che anche voi… una volta tanto, lascerete uno libero, no? »
« Io non di sicuro, ma non credo che Morozov farà questo »
« Va bene, lasciamo perdere il libero, lei che gioco farà? »
« Io gioco in difesa, ma tutto quello che faccio è per l’attacco »
« Lo stesso gioco che faceva quattro anni fa in Cile? »
« In Cile ho giocato tutte le partite della Russia sempre nella stessa posizione, ma adesso io
penso di più, io lancio di più »
« Sa andare anche in gol? »
« Non penso sempre, ma almeno tre volte per partita tento il gol »
« Contro l’Italia lo tenterà anche Metreveli? »
Meroni chi è?
« Contro l’Italia tutti i migliori ci saranno »
« Ma non è ancora infortunato? »
« Contro l’Italia ci sarà »
« Con l’Italia bisogna avere match-winners, e Metreveli lo è… »
« II migliore del vostro attacco? »
« Sì, è molto buono, veloce »
« Gioca con te nella Torpedo di Mosca? »
« No, lui è nella Dynamo di Tiblisi »
« Corso a parte, chi temi di più dei ventidue? »
« Mazzola… »
« Ma a Roma, ricorda?, fu un pianto, sbagliò anche un penalty: perchè Mazzola? »
« Io ho viste tante volte in televisione: io ho paura di Mazzola e anche di Rivera. Questi sono i
due migliori che io conosco »
« E Meroni, lo conosce? »
« E’ il vostro Metreveli »
« Con baffi. Lo chiamano il “beatle” in Italia »
« Nooo, io lo ho visto e sembra un bambino… Tutti i ragazzi inglesi che vengono qui a vedere
l’allenamento nostro hanno i capelli “on the shoulders”, sulle spalle. Meroni non è beatle »
« Lo sa che vale cinquecento milioni? »
« Quanti rubli? »
« Più o meno deve essere il prezzo del… Cremlino »
« Non capisco… Goodbye »
« Goodbye, sì, ma scusi, un momento: chi sono i suoi favoriti per la finale? »
« Uno solo: Inghilterra »
« Anche se… »
« Anche se. Goodbye, thank you! »