1967 maggio 26 Eusebio: “Voglio giocare con Mazzola”
1967 maggio 26
Eusebio: “Se tolgono il blocco spero di andare all’Inter!”
“Voglio giocare con Mazzola!”
LISBONA. Alla sede del Benfica non vollero darci il numero di telefono di Eusebio, e quello
che avevamo noi era vecchio, superato. Sapevamo però che Eusebio abita a Linda A Vela.
Tutti lo sanno a Lisbona. A bordo di un taxi io e Lamberto Londi, il fotografo, facemmo tutta
l’Avenida Vasco De Gama: passammo davanti al monumento eretto al navigatore portoghese
nel punto esatto del suo leggendario imbarco. Passammo sotto il vertiginoso, immenso,
lunghissimo ponte Salazar in acciaio rosso che porta da Lisbona a Muxito, dove Helenio
Herrera ha portato l’Inter a… caricarsi. Linda A Vela è un sobborgo di Lisbona dove abitano
Eusebio, Coluña e Simoes. Eusebio ha scelto quel sobborgo « perchè è tranquillo ». E’ lui che
lo dice. Ma tutto è tranquillo nella vita di Eusebio. E’ sposato da quasi due anni con Flora.
Negra come lui. Non ha ancora figli, ma ne ha programmato uno per il 1968. Il loro è un
quartiere popolare, l’appartamento popolare. Dignitoso, ben curato, ma non divistico.
Eusebio è un semplice. La sua una vita semplice: « Perchè mia madre — mi ha confessato —
vuole che rimanga sempre uguale: oggi come quando ero ragazzo ». Il segreto dei suoi 400 gol
in sei anni di Benfica sono nei suoi piccoli piedi (numero di scarpa 40 ), nel suo fisico di felino
(76 chili di peso forma), nella sua classe naturale, ma anche in questa innata e inculcata
semplicità e modestia. La stessa modestia con la quale mi ha detto, convinto: « Mazzola è più
grande di me! Anche se contro il Celtic non lo ha proprio dimostrato ».
« Il campionato portoghese è finito: sei in vacanza, Eusebio? ».
« No: adesso abbiamo la Coppa del Portogallo che finirà in giugno ».
« Chi la vince?».
« Credo il Benfica, anche se dovremo battere, in 2 partite, andata e ritorno, la squadra sorpresa
dell’anno: l’Academica di Coimbra! ».
« Sorpresa in che senso? ».
« Alla fine del campionato è arrivato a tre punti da noi! ».
« Il Benfica è in ripresa? ».
« Si, sta attraversando un periodo buono ».
« A Lisbona, nella finale di Coppa ci sarebbe potuto star bene… Eusebio al posto del Celtic… »
« L’anno scorso abbiamo regalato noi il campionato allo Sporting: loro giocavano male! Lo
hanno vinto proprio perchè abbiamo voluto noi ».
« Quanti gol hai segnato quest’anno in campionato? ».
«31! ».
« E l’anno scorso? ».
« 28! ».
« Sei in progresso… »
« Sono ancora giovane! ».
« Quando sei nato? ».
« Il 25 gennaio del 1942 ».
« Da quanti anni sei al Benfica? ».
« Da sei ».
« Quanti gol hai segnato nella tua carriera?».
« Quelli che ho fatto nel Monzambico non li ho mai contati: quelli che ho fatto con il Benfica
sono o 400 o 500!! Non ricordo esattamente: ma la segreteria del Benfica tiene conto… »
« Non sei stanco di segnare? ».
« No: perchè io gioco ancora con l’entusiasmo di un ragazzo. Gioco ancora come quando ero in
Mozambico! Io guadagno, ma soprattutto mi diverto, perchè il calcio lo sento dentro nel sangue, è
una forza interna ».
« Sei molto popolare in Portogallo? ».
« Si sono popolare, ma qui gli abitanti si sono quasi abituati a me! E allora succede che sento la
popolarità molto di più all’estero! ».
« Anche in Italia? ».
« Molto, in Italia: sono convinto che se venissi a giocare da voi, porterei tanto pubblico agli
stadi! ».
« Eusebio, nonostante l’immensa popolarità, sei rimasto sempre un personaggio semplice: dove
hai trovato la forza per rimanere così, fedele alle origini? ».
« Mia madre: lei mi ha sempre detto che vuole avere un figlio sempre uguale! Lei non vuole un
altro figlio: allora io sono restato esattamente come dieci anni fa!».
« A parte questo, in questi ultimi anni hai modificato il tuo gioco, la tua posizione tattica? ».
Eusebio seconda maniera
come prima! »
« Si: adesso ritorno più indietro, parto da più lontano, scambio di più con i compagni. Ma.. segno
« Non è che tu sia arretrato perchè hai paura dei difensori che picchiano? ».
« No! Io gioco meglio, mi diverto di più e segno lo stesso! Ma non ho paura: non l’ho mai avuta.
Io so che per fare il gol devo buttarmi dentro e so anche che il difensore non vuole che io passi e
picchia: ma io sono convinto di questo e allora mi butto in mezzo sicuro, senza pensare
all’ incidente! Con questa sicurezza riesco anche a non prendere molte botte! E’ vero! ».
« Non ti impressiona quindi la marcatura stretta? ».
« Anche in Portogallo c’è la marcatura stretta per me! Ma non m’interessa. Io odio soltanto
quelli scorretti. Non i duri, ma gli scorretti: quelli che vogliono magari farti stare fermo per un
mese, per due mesi ».
« Hai avuto il menisco? ».
« Sì, nel 1961 ».
« Hai portato qualche… conseguenza?! »
« No, come se non avessi fatto nulla! ».
« A proposito, come sta Coluña? ».
« E’ oramai in ripresa, dopo l’operazione ».
« Chi lo sostituisce adesso nel Benfica?».
« Calado, quello che ha segnato un gol al Manchester, nella tournée che abbiamo appena finito ».
« Ma non hai segnato tutti e tre i gol tu contro il Manchester?! ».
« No! Solo due: ma i giornalisti si sono confusi perchè Calado è nero come me! ».
« Sostituisce bene Coluña? ».
« Coluña è insostituibile: è grandissimo, intelligente, molto intelligente e anche forte, robusto,
tremendo nei contrasti ».
« Senti, nella tournée avete perso quattro a zero con il Messico: come lo spieghi? ».
« E’ facile: a 2400 metri di altezza nessuno di noi riusciva a respirare! ».
« In Messico faranno Olimpiadi e Campiona del Mondo… »
« Io non so come faranno: io, quando dovevo scattare, non riuscivo proprio a respirare, sentivo i
polmoni vuoti. Per questo abbiamo perso ».
più il gioco latino o… quello del Celtic? ».
« Oggi tu hai una grande esperienza internazionale: ti sei fatta qualche preferenza? Ti piace di
« Io come latino sono interista! Preferisco il gioco del Benfica, del Real, dell’Inter: però il bel
calcio lo si vede dappertutto! Anche in Inghilterra ».
« Come giudichi l’Inter? ».
« Una squadra molto caratteristica, forte; adesso però non ce la fa più! ».
« E individualmente? ».
« La classe è distribuita, ma ci sono degli assi, come Mazzola, Corso, Suarez, Facchetti ».
« Mazzola ti sta facendo la concorrenza sul piano europeo… »
« Io ho giocato con l’Inter tre volte, ma molte altre volte l’ho vista in televisione: allora dico che
Mazzola è un grandissimo giocatore d’area! Ha due piedi uguali, finta bene, ha gioco di testa, è
intelligente e ha 24 anni! Quando lui avrà 27 anni e un po’ più di esperienza sarà fantastico! ».
« Sembra che tu stia parlando di te stesso! ».
« Io dico la verità: Mazzola gioca meglio di me!! ».
« In che senso? »
« Con tutte le partite che l’Inter fa nel campionato italiano che è molto duro e con tutti gli altri
impegni, io dico che Mazzola è meglio di me ».
« Che differenza c’è con te? ».
« Giochiamo in un sistema diverso: io ho forse più forza, più potenza! ».
« Assieme sareste l’ideale! ».
« Credo di sì: se io dovessi giocare nell’Inter e potessi stare più avanzato, in coppia con lui, io
credo che faremmo cose molto spettacolari ».
« Sei ancora dell’opinione di venire in Italia? ».
« Sì! Ma c’è il blocco per gli stranieri! ».
« Lo toglieranno l’anno prossimo… ».
« Lo spero: davvero! ».
« Quando scade il tuo contratto con il Benfica? ».
« Il giugno dell’anno prossimo! ».
« Hai qualche preferenza per una squadra italiana? ».
« Io sono un giocatore professionista: per questo io preferirei andare all’Inter! In Italia tutti i club
pagano meglio che in Portogallo, meglio che in qualsiasi altra parte del mondo: ma quello che paga
di più in Italia è l’Inter! E poi è il club che ha più prestigio internazionale ».
« Perchè non sei venuto in Italia quando ancora non c’era il blocco? ».
« Perchè dovevo fare il servizio militare: e dopo, hanno bloccato tutto! ».
« Ora sei già ricco? ».
« Abbastanza! ».
« Quando giochi pensi solo al denaro? ».
« Mai! Prima posso fare i miei conti, sperare e lottare per dei buoni premi, ma quando sono sul
prato e ho fatto il segno della croce io non penso più a nulla veramente: mai mi è capitato di pensare
a questo. Ho il pallone nel sangue, mi diverto a fare i gol: ho lo stesso entusiasmo di quando da
bambino mi allenavo a tirare i rigori nel Mozambico! Non avevo premi nè soldi, ma non sbagliavo
mai! ».
« E’ per questo che hai pianto a Londra, dopo la partita contro l’Inghilterra? ».
Il pianto di Wembley
« Se ne accorsero tutti di quel pianto perchè ci fu una foto che circolò in tutto il mondo. Io quella
volta piansi anche per la squadra, ma soprattutto per me stesso: sentivo che avevamo perso male,
sentivo che avevamo avuto la grande possibilità e l’avevamo perduta. Contro il Brasile, contro
l’Ungheria il gioco era stato spettacolare, forte. Gli inglesi invece contro di noi non giocarono:
fecero pena e noi perdemmo! Per questo piansi: ero personalmente convinto che se avessimo
battuto l’Inghilterra avremmo vinto noi i mondiali! ».
« Che senso hanno avuto per te i mondiali di Londra? ».
« Una grande esperienza, e poi ho giocato completamente alla mia maniera, come gioco adesso:
cioè dove voglio, in piena libertà tattica ».
« Ritornando ancora alla partita con l’Inghilterra, non mi hai spiegato però perchè il Portogallo
perse ».
« Prima di tutto noi avevamo il diritto di giocare a Liverpool e non a Londra! Fu un sopruso
degli inglesi! Noi avevamo il diritto perchè non avevamo mai pareggiato: erano quindi gli inglesi
che dovevano venire a Liverpool. Ci furono, dopo la partita con la Corea, tre ore di discussione tra
il nostro delegato e quello inglese, ma alla fine il Presidente della FIFA Rous firmò… Londra!
Scandalo! Noi non avemmo il tempo di riposarci nemmeno mezza giornata, gli inglesi quattro! Lì
abbiamo perso i mondiali! ».
« Per una stanchezza… illegale… ».
« Io e Simoes eravamo anche emozionati oltre che stanchi! Torres era sette chili sotto il peso:
sembrava un cadavere. Poi giochiamo e prendiamo anche con gli inglesi un gol per colpa del nostro
portiere! ».
« Fu la vostra sciagura quel portiere! ».
« Sì, anche con la Corea! Purtroppo non avevamo Costa Pereira che era rimasto a casa per una
operazione al torace, ma io avrei messo Americo, il terzo portiere che è il migliore di tutti. Anzi era
deciso: prima di giocare contro gli inglesi Afonso ci chiamò e disse: “Giocherà Americo e cambierò
altri due uomini”. All’ultimo momento invece non se la sentì e lasciò tutto come prima ».
« Come contro l’incredibile Corea! ».
« Guarda, Afonso e Oto Gloria ci dicevano sempre: non fate l’errore degli italiani, non
sottovalutate i coreani! Noi dicevamo sì, ma poi in campo abbiamo pensato solo a una passeggiata e
ci siamo trovati sotto per tre a zero! Se i coreani avessero avuto un po’ di tecnica avrebbero vinto:
ma sapevano solo correre e dopo mezz’ora correvano anche meno. Prima dei mondiali io avevo
detto che l’Italia era una delle favorite: se non sottovaluta la Corea gioca con noi e per noi è
difficile! ».
« L’Italia ha sottovalutato, ma —non ha nemmeno reagito… ».
« Al terzo gol, io ho detto basta! Ho urlato come una bestia ai compagni, siamo poi ripartiti
tranquilli: contro la Corea credo di aver fatto le cose più belle dei mondiali ».
« Tutto sommato di Londra hai conservato un ricordo mezzo dolce mezzo amaro ».
« Esatto, ma l’amaro più forte è di essere stato in tribuna a vedere Celtic-Inter, proprio qui a
Lisbona! Proprio l’anno in cui la finale era a casa nostra abbiamo regalato il campionato allo
Sporting e noi del Benfica siamo rimasti a fare gli spettatori! Contro il Celtic, noi del Benfica non
avremmo certo perso così! ».