1967 maggio 9 14 Rocco: starò dall’altra parte del Mago!
1967 maggio 9-14
Rocco: starò dall’altra parte del Mago!
Fino alla settimana scorsa Nereo Rocco si era sempre rifiutato di toccare il tasto-Milan, ma dopo
che Luigi Carraro ha ufficialmente annunciato ad Arturo Silvestri il licenziamento, Rocco si è
sentito liberato da uno scrupolo ed ha rotto il silenzio. La finzione oramai non regge più: mancano
soltanto pochi giorni al comunicato ufficiale della società rossonera. Il pubblico milanista, nella sua
stragrande maggioranza, ha accolto con favore la scelta di Carraro. Ma non sono mancate le voci di
dissenso, le riserve. Quelle dei « qualunquisti » che rinfacciano ancora a Rocco acquisti come
quello di Germano. Gli stessi che, con approssimativa conoscenza della situazione torinese, lo
considerano ancora, e oggi più che mai, un allenatore superato, legato per istinto a vecchi schemi, a
vecchi uomini. Vengono citati come esempi recentissimi gli acquisti (al Torino) di Pestrin, di
Fanello. Ci sono poi le riserve, meno qualunquiste e più motivate, di chi ha sempre visto in Rocco
l’alter ego di un personaggio di copertura come Viani e che dubita fortemente sulle possibilità di
Rocco di riuscire a risolvere in qualche maniera la crisi di fondo del Milan. Tutte queste riserve,
questi dubbi, Nereo Rocco li conosce. Ma non ne è turbato. Ha la verve, la grinta, la battuta dei
giorni migliori. Se ne va da Torino con il testone sollevato come una bandiera e la fronte pulita: la
coscienza di aver fatto tutto quanto poteva. Oggi lo hanno capito anche gli ultras nostalgici del tifo
granata, ma è tardi, troppo tardi. Il « personaggio » ha passato la mano. Perchè, diciamo la verità,
tutti i discorsi sono possibili, ma la realtà di fondo è abbastanza chiara: scegliendo Nereo Rocco,
Carraro ha riportato al Milan un « personaggio ». Paesano fin che si vuole; di taglio tutto
particolare, ma in tempi di diligenza lavorativa fino alla noia, in tempi di retorica e di tromboni
come alternativa alla noia, Nereo Rocco è personaggio autentico e capace. Il suo ritorno al Milan ha
pure questo significato. Costituire un antidoto, una massa d’urto, un diversivo allo strapotere
(milanese) di Helenio Herrera: oggi teme oggi, se questo era uno degli obiettivi di Carraro, non
esisteva in circolazione, un personaggio più anti-Mago di lui. Forse soltanto Fulvio Bernardini. E’ lo
stesso Rocco che mi ha confermato questa impressione: « Io non vorrei fare l’errore dell’amigo
Arturo: quando Arturo è arrivato al Milan, doveva star tranquillo, sitto sitto, no’ sta moverte che
sennò i te fulmina, mona! Invece, lui comincia col clarino a suonare per le strade: farò el Milan
così, el mio Milan colà, domani vedrete el mio Milan! Poi siccome, poareto, el Milan, non giera,
allora ga cominciado a cambiare clarino: e giù che non ci siamo ancora, che così non va! Ma lo
sbaglio grosso che ga fatto Arturo è stato subito: dopo, quando ha visto che non c’era più niente da
fare, allora ha cominciato a baciare la mano al nostro Mago: va tutto ben quello che fa l’Inter,
bisogna copiare l’Inter, bisogna imparare da loro! Ennò, Arturo, no ragazzo mio: al Milan bisogna
star sempre dall’altra parte della barricata, magari con l’acqua alla gola, ma sempre dall’altra parte
del nostro Mago! »
« Lei è abituato a questo genere di barricate: anche a Torino c’è un Herrera sull’altra sponda! ».
« Ma xe tutta un’altra musica! De Mago ghe ne xe uno solo ».
« Senta, adesso che sa di andarsene, non le viene un po’ di nostalgia di… Torino? ».
« Xe tutta brava gente, ma nostalgia calcistica.., noo! Guarda, pareggiamo in un’amichevole con
il Penarol, i campioni del mondo e abbiamo tentato di fare il gol: se Combin non voleva fare el
mona, fare anche lui el campion del mondo, si poteva segnare e allora la partita era bella. Eppure,
campioni o no campioni, il pubblico ci fischia noi e loro! Noo, guarda qua, collina, soppressa,
grignolino e bocce, si bocce, te capisi? ma calcio niente, siamo un po’ arretrati ah… ».
« Non ho mai pensato di vendere Rivera!»
« E’ vero che vuol portare Maldini al Milan? »
« Ma no! Chi disi ste balle! Cesare xe bravo, ma qui ha il suo ingaggio, la sua sistemazione ».
« Che pensa di Amarildo? »
« E’ un vagabondo dell’area di rigore, tutto fantasia, ma bisogna lasciargli fare quello che vuole,
senza compiti precisi: allora xe un asso! Adesso i me disi che gioca arretrato, vedremo! ».
« E Sormani? ».
« Sta bene adesso? Vedremo ».
« Rosato? »
« Se il tedesco xe bon come libero, lo use come terzino d’attacco ».
« Perchè è fallito come libero, via dal Torino? ».
« Al Torino, su spazio stretto, pin pan, con la benda sulla testa e il sangue sulla fronte, te capisi,
alla Viva Villa!, allora era forte, ma al Milan, su un fronte largo, si perde: sei palle in una partita, ne
sbagli una, sei un disgraziato per tutta la vita! ».
« Rivera? ».
« Quello ga inventato la palla: e pensa che un giorno i scrivi che io volevo venderlo al Vicenza?!
Io?! Vendo Rivera? A parte il fatto che in caso sarebbe stato un compito de Gipo: lui era disteso con
un infarto a Nervesa e tra Vicenza e Nervesa ci sono trenta chilometri! Mah… ».
« E’ vero che porterà Combin al Milan? »
« Milan?! Ma io, si qualcosa, ma voi sapete più di me: io non so ancora niente del Milan! »
« Non faccia il furbo per piacere: ha visto che in tribuna a Torino c’è sempre… Fabbri »
« A proposito: xe tutti dei signori… lassemo perdere va! Io invece che vengo dalla provincia,
poareto, fin che Silvestri era incerto, non ho mai aperto bocca per correttezza. Mah… la vita xe un
paradiso! »
« Anche al Milan?! »
« Sono contento… se xe vero! Spero proprio de no far el mona: l’ultima volta che sono stato al
Milan son venuto via da… Wembley con la coppa: la stessa del Mago! Speriamo… ».
« Auguri, Nereo! »