1968 febbraio 19 Tuttosport “Lo Bello ci ha negato due gol regolarissimi”
1968 febbraio 19 (tuttosport)
“Lo Bello ci ha negato due gol regolarissimi”
Così recriminano quasi all’unanimità quelli dell’Inter – L’arbitro si giustifica
MILANO, 18 febbraio
Tranquillo non è Gian Marco Moratti. Ci passa accanto mentre parla con Visconti di Modrone e con
un giornalista: « Non si può essere contenti, quando un arbitro condiziona così una partita! » Siamo
giunti al punctum dolens dell’Inter. Il gol segnato da Domenghini su calcio di punizione toccatogli
lateralmente da Suarez e annullato da Lo Bello; il colpo di testa di Bedin che Vecchi devia sulla
traversa e che dà la sensazione, sulla ricaduta a terra, della palla in gol: il tutto comunque finito in
una punizione a terra a favore del Milan. Raccogliamo le testimonianze dirette, dopo le sbalordite
negazioni di Vecchi e Rocco, sul secondo episodio.
Bedin che ha colpito di testa: « Non lo so: forse l’arbitro ha fischiato un fallo di qualcuno sul
portiere ». Noi lo escludiamo perché su Vecchi non c’era assolutamente nessuno.
Lo Bello: « Su questo episodio, spiacente, ma non posso fare commenti ». L’ultimo è Mario
Corso che era vicinissimo: « Non era gol. La palla è scesa dalla traversa sulla linea bianca ed è
andata via ». Come sempre, Corso è refrattario a storture polemiche anche a costo di « non far
gioco » alla propria squadra sul piano propagandistico. L’ipotesi a nostro avviso più probabile è che
Lo Bello abbia fischiato un fallo di Bedin che si sarebbe appoggiato, colpendo di testa,
sull’avversario.
E il gol di Domenghini su punizione? Qui tanto Domenghini, che Corso, che Facchetti
rispondono: « Non abbiamo capito. Lo sa solo lui ». Lo Bello invece questa volta spiega
esaurientemente: « Quando c’è una punizione o si tira subito o si chiede la barriera regolamentare:
in questo secondo caso (il caso di Domenghini n.d.r.), debbono aspettare il fischio dell’arbitro per
tirare! A me hanno insegnato così ». Non aggiunge altro, ma lascia chiaramente intendere che, in
quell’azione, non aveva ancora fischiato. C’è comunque, in tutta l’Inter, la rassegnazione senza
rabbia che viene dalla constatazione di una innegabile fatalità:
« Anche questo derby — ha aggiunto Corso — ha dimostrato che questo non è il nostro anno ».
Mentre Helenio Herrera, nel microfono dell’« interista » Celentano, confessa tutta la sua perplessità:
« Sì, sì, Lo Bello comanda sempre, ma quando c’è lui finisce sempre male per noi…», escono, l’uno
dietro l’altro, Burgnich e Facchetti. « E Prati? » chiediamo al primo: « Xe bon! » risponde Burgnich
e se gli avessimo dato un pugno in faccia non avrebbe avuto un’espressione migliore. Perché sei
passato da Sormani a Hamrin?, e Facchetti risponde laconicamente: « Ha voluto cambiare Herrera,
non so altro ».
Del derby numero 150 non è rimasto più nessuno. Anzi, no, c’è Angelo Moratti che aspetta
Nereo Rocco. Gli stringe la mano: « Bravo, complimenti… anche se ha sempre un gol in più! », sor-
ride Moratti. Quando esce, fuori dello stadio, c’è un tifoso sulla trentina con un cartello molto
grande: « Se siamo a nove punti — sta scritto — la colpa non è tua, presidente! ». Se sia « colpa » e
di chi, questo un derby non può mai dirlo, perché « Un derby — come stava spiegando il biondo
Karl a frau Schnellinger — quasi non fa parte del campionato! E’ una cosa speciale ».
Rocco: fra tutte le partite dirò signori, lo scudetto è nostro
“Ora ci basta il pareggio in casa della Juve” – Vecchi: “Io emozionato? No”
MILANO, 18 febbraio
Chi sul piano pratico ha vinto questo derby? Non ci sono dubbi, crediamo; Nereo Rocco, che, 48
ore prima, aveva confessato con molto realismo: « Mi basterebbero due punti: uno con l’Inter e uno
con la Juve ». Il primo l’ha avuto: la media-scudetto continua, a dieci partite dallo stop finale. Lo
intervistiamo prima che cada preda delle incerte domande di Adriano Celentano, vestito come un
clown da avanspettacolo, ma “importante” perché la TV gli ha messo un microfono in mano. « Bel
derby, buona partita », comincia così il paron mentre striscia un fazzoletto sulla fronte grondante.
« Perché suda tanto? », gli chiediamo. « Perchè questo derby ci ha fatto sudare! Nei primi venti
minuti loro sono andati via a fulmine; per grazia di Dio si sono calmati e allora sono venuti fuori
venti minuti giostri, in perfetto equilibrio. Nel secondo tempo le squadre si sono fermate un po’ ma
non l’agonismo ».
« Che cosa è successo per determinare il cambio tra Cudicini e Vecchi in una situazione tanto
delicata? ».
« Cudicini è scivolato sul primo gol, subito, e ha avuto una distorsione al ginocchio. Lui
continuava a richiamarmi in panchina, perchè lo sostituissi, ma io ero restio, cercate di capirmi…,
allora gli dicevo di tener duro. Poi, nel secondo tempo, proprio non ce la faceva più e allora ho
messo dentro Vecchi che era pieno di paura ».
« Su un paio di palle alte lo ha infatti dimostrato… ».
« E’ anche perchè è un po’ piccolo e poi, signori miei, entrare in un derby così non è facile per
nessuno ».
« Senta Rocco, quand’è che dirà: ho vinto lo scudetto? ».
« Tra tre domeniche, aspettiamo ancora tre domeniche! ».
« Dovevate restituire all’Inter il gol di Rivera nell’andata e invece di là all’Inter, si sta parlando di
un secondo regalo al Milan a pochi minuti dalla fine! ».
« Ma non scherziamo: quello non era assolutamente gol e Lo Bello ha fischiato la punizione per
fallo di appoggio di chi ha tirato (Bedin, n.d.r.)! ».
« La Juve ha perso ancora: non crede che Heriberto pensi ormai alla Coppa dei Campioni e
basta? ».
« Speriamo! » è l’ultima battuta: subito dopo arriva Celentano e il sudore di Rocco, refrattario a
scenette da globetrotters, aumenta vistosamente. Sarebbe dovuto andare in serata a Roma, per una
riunione di allenatori, invitato da Fulvio Bernardini, ma Carraro lo ha pregato di partire per Pistoia
con Scala e Vecchi: obbiettivo-Torneo di Viareggio. « Martedì sarò ancora in trincea », ha salutato
sollevando il cappellino come una bandiera.
Rosato ha marcato Sandro Mazzola, che spesso ha dato segni di insofferenza per la marcatura
stretta e dura. « Mazzola è fortissimo — ha detto Rosato — ho combattuto molto per fermarlo. Mi
dite che Lo Bello mi ha ammonito, ma io non ne sono sicuro: l’ho visto tirar fuori il libretto, ma ha
scritto? ».
« Che dici dell’Inter? ».
« E’ una grande squadra: non posso che parlarne bene. Solo che non mi rendo conto come
quest’anno sia in quella posizione di classifica ».
« Sull’uno a uno, avete tirato un po’ al pareggio? ».
« Se andava il colpaccio meglio, ma per noi era più importante di tutto, non perdere. Non so se
Rocco la pensi così, ma io sì ».
Gianni Rivera, tra un derby e l’altro, ha cambiato marcatura: da Benitez a Bedin. Che ne pensa?
« Bedin sta attraversando un periodo di forma. In linea generale comunque Bedin fa molta più
strada di Benitez: rischia anche buttandosi in avanti, ma ritorna sempre molto bene ».
L’abbiamo chiesto anche a Rosato: « Sul pareggio raggiunto, avete giocato per quello e basta? ».
« Mah, è la partita che ti condiziona: non potevamo mica legarli e dire che si fermassero ».
L’avvocato Sordillo, che è vicino, aggiunge: « Poteva vincere l’Inter o il Milan, anche se è finita
con un pareggio ». Vecchi, che ha preso il posto di Cudicini indossando un maglione verdissimo,
sembra svuotato, ma quando gli chiediamo se era emozionato, risponde facile: « No, ero
tranquillo » e sul presunto gol? « Ma quale gol? Traversa e fuori ». Stop.