1968 ottobre 24 Finalmente vittoriosi in Gran Bretagna
1968 ottobre 24 (Il Gazzettino)
Cominciano bene gli azzurri il cammino che porta ai mondiali 1970
Finalmente vittoriosi in Gran Bretagna
Il Galles superato con una rete di Riva
Buona la difesa, mancato il centrocampo – Rivera non all’altezza delle migliori prestazioni –
Abulico Domenghini
Italia-Galles 1-0
MARCATORE: 1. t.: 45′ Riva.
GALLES: Millington, Thomas, Williams, Burton, Powell, Hole, Rees, Wyn Davies, Ron Davies,
Green (Barry Jones dal 20′ del 2. t.), Jones.
ITALIA: Zoff, Burgnich, Facchetti, Rosato, Salvadore, Castano, Domenghini, Rivera, Anastasi
(Mazzola dall’8′ del 2. t.), De Sisti, Riva.
ARBITRO: Campos (Portogallo).
NOTE — Terreno perfetto, anche se un po’ molle come tutti i campi inglesi. Fa freddo; spira un
leggero vento. C’è anche una leggera foschia. L’illuminazione è buona, ma un’area di rigore, alla
sinistra, della tribuna centrale, è in zona d’ombra. Spettatori 50 mila circa con molti italiani.
(DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE)
Cardiff, 23 ottobre
Il Ninian Park assomiglia moltissimo allo stadio maledetto di Middlesbrough, dove l’Italia di Fabbri
fu eliminata dalla Corea due anni fa. Gli italiani fanno gli scongiuri. Ce ne sono molti questa sera,
forse sei mila, con bandiere e una scritta: « Forza Italia campione d’Europa ». Vengono da
Manchester, da Londra, da tutto il Galles dove lavorano come minatori, camerieri o portuali.
Il Ninian Park può tenere sessantamila spettatori, ma presenta qualche vuoto. Forse perchè i
gallesi sono convinti che con una squadra tutta ridimensionata in difesa dalle assenze di England,
Hennesey e James, non resterà che subire l’iniziativa degli azzurri. Il polso dell’opinione pubblica è
dato da un titolo del Daily Mail: « Il Galles tenta di fermare il centravanti da seicento milioni
Anastasi ».
Due punte
Sono le 19.25 quando le squadre sbucano in campo. I gallesi portano una tuta di un rosso sanguigno
con numeri gialli, bellissima. Il momento dell’inno nazionale gallese è molto suggestivo: tutto il
pubblico canta in piedi in lingua celta. I cinque italiani che Valcareggi ha sistemato in panchina
sono Albertosi, Bertini, Mazzola, Prati e Guarneri.
L’impostazione delle due squadre si delinea immediatamente, dopo un minuto dal fischio d’inizio
dell’arbitro portoghese. Valcareggi ha sistemato queste marcature difensive: Burgnich si prende l’ala
sinistra Jones; Salvadore sta sul centravanti Ron Davies, ma sulla mezz’ala di punta Wyn Davies va
immediatamente Facchetti e non Rosato. Questa marcatura è logica, dal momento che Facchetti ha
la stessa stazza e altezza della mezz’ala gallese, pericolosissima sui colpi di testa. Valcareggi, qui ci
siamo. A centrocampo Rivera è sotto osservazione del terzino sinistro Williams; Rosato fa coppia
con la finta ala destra Rees; coppia per modo di dire dal momento che tra i due scoppierà
prestissimo la guerra totale, con colpi da Vietnam. Il più arretrato del nostro triangolo è De Sisti che
ha addosso il mediano Hole. Le nostre punte sono praticamente due: il più avanzato è Riva, che
sgomita come un montone. Più dietro Anastasi. Domenghini sta allargatissimo sulla destra, in una
posizione spesso di assenteismo.
Burton, una mezz’ala, è il libero dei gallesi, che non si preoccupano molto della marcatura a
uomo ma stanno piuttosto in zona.
Il primo tiro è nostro, di Domenghini, ma il Galles è più pronto, si avventa com’è nella mentalità
delle squadre anglo-sassoni. Attacca sulle ali con lunghi cross che mettono in crisi più di una volta
Zoff. Al 12′ c’è il primo intervento di Riva, che quanto a combattività non è secondo a… nessun
gallese. Ma cominciamo ad avere nostalgia di Prati, anche perchè Domenghini sta sempre più al
largo, quasi inutile. Al 10′ Castano, finora tagliatissimo fuori dal gioco, si fa fare il tunnel: su cross
da destra colpisce di testa Wyn Davies in elevazione sopra Facchetti! Questa volta Zoff si alza
sopra la traversa e chiude bene.
Spezzata in due
Il ritmo è rapido ma non impossibile. L’Italia è come spezzata in due: c’è la difesa con un grande
Salvadore, un Burgnich perfetto, un Facchetti impegnatissimo ma qualche volta in difficoltà. Poi al
centrocampo un De Sisti ordinato e Rosato che mena senza paura nella bagarre disordinata, ma si fa
notare anche in appoggio con sorprendente continuità. Poi Riva, la punta più punta che abbiamo,
Anastasi non entra molto in area, ma crea spazio e si impegna su tutto il gioco.
Il gioco però non nasce o nasce male perchè Castano non serve a nulla o quasi, perchè
Domenghini è « assente » e soprattutto perchè Rivera continua ad essere il giocatore più misterioso
che esista al mondo. Gioca nelle varie coppe con il Milan ed è sempre su un livello determinante,
indossa la maglia della Nazionale e scade, alterno, discontinuo e spesso impreciso.
Verso il 20′ comunque il forcing gallese si placa, l’Italia si distende di più. E’ il momento della
prima vera palla gol per l’Italia e per la partita. Su un lungo cross da destra di Rivera, Anastasi si
alza perfettamente e mette a filo di traversa, ma il portiere si butta di reni all’indietro e salva.
La finta ala destra Rees, intanto, picchia tutti, cerca l’incidente con Rosato che restituisce botta su
botta, ma in questa fase sono decisivi gli interventi di un superlativo arbitro che ferma e fischia con
precisione senza scendere ad ammonizioni e discussioni inutili, anche se si tratta qualche volta di
scontri da mille e una notte!
Esplode lo stadio
Il ritmo è calato notevolmente. L’Italia cerca di organizzarsi meglio e manovra di più nonostante
falle individuali. Al 32′ esatto gli italiani che scandiscono con forza le azioni degli azzurri dalle
tribune, hanno la pelle d’oca: su un’altra uscita a vuoto di Zoff Davies (di testa è veramente John
Charles), sfiora il gol a porta vuota. E’ un’azione comunque abbastanza distaccata dal contesto della
partita che vede l’attacco a tre punte e mezzo del Galles bloccato dai nostri terzini.
Qualcuno scommetterebbe a questo punto che il primo round della partita finirà con un tranquillo
0-0. Ma quando mancano venti secondi esatti alla fine del primo tempo, l’Italia segna il match-gol.
Sulla trequarti Rivera dà a De Sisti che tocca a Riva un metro dentro l’area in posizione tutta
centrale: staffilata con il sinistro… più potente del campionato italiano ed è gol: 1-0, un gol che fa
esplodere lo stadio, come se stessimo giocando in Italia.
Palla al centro e fischio finale. Qualcuno parla di ritardo del portiere gallese che si è visto battuto
sulla sinistra, ma accorre dire che anche se il tiro di Riva non era fortissimo, passato tra libero e
stopper he hanno coperto parzialmente la visuale del portiere.
Che si può dire alla fine del primo tempo? Il Galles ha mostrato due spilungoni centrali, cioè i
due Davies, fortissimi sul giuoco alto, ma incapaci tecnicamente parlando di giocare la palla a terra,
sempre anticipati con forza. Il mediano Hole è il migliore, assieme a Rees, a centrocampo, ma in
complesso la squadra non ha la tecnica dell’Inghilterra nè la forza aggressiva della Scozia. E’
veramente la terza in Gran Bretagna come dicevamo ieri. Il gol di Riva in questi primi
quarantacinque minuti, non corrisponde molto ad una effettiva superiorità d’attacco dell’Italia, ma è
giusto che sia stato lui l’uomo gol, il simbolo di una nuova generazione di atleti che vanno posti
come base della nostra nazionale.
Mentre si fa questo frettoloso bilancio parziale, le squadre sbucano dallo spogliatoio per la
ripresa. L’Italia comincia tenendo la palla, con molti passaggi laterali per rompere il forcing numero
due dei gallesi. Ma il giochetto dura poco perchè il Galles prende presto in mano il dominio
territoriale e si butta ad ondate verso la nostra area. Dopo 8′ solo un miracolo che si chiama
Burgnich non costa il pareggio: su un cross da destra del terzino Thomas, Zoff, che alterna cose
coraggiose ad incertezze macroscopiche, esce a vuoto completamente: Burgnich, di destro, in
rovesciata, aggancia la palla che sta entrando in rete ad un metro dalla linea bianca.
Rosato oramai arretra stabilmente sulla linea di Salvadore anche perchè il Galles si presenta ora
con un attacco a ventaglio, a centottanta gradi. Il primo colpo di scena sul piano delle sostituzioni si
ha al quarto d’ora esatto. Anastasi si porta una mano alla coscia destra, su quasi all’inguine, e si
avvicina alla panchina i Valcareggi. Ordine a Mazzola di entrare in campo (porta sulla schiena il n.
15).
Cinque minuti dopo anche i Galles, ma senza esservi costretto da un infortunio, sfrutta la
possibilità di cambiare due giocatori sempre. Il terzino Green, schierato con la maglia dieci ma in
pratica marcatore di Domenghini, esce e lascia il posto a un centrocampista, il biondissimo Barry
Jones, di Cardiff, omonimo dell’ala sinistra. E’ evidente l’intenzione dell’allenatore gallese di
rinunciare alla copertura nel tentativo di aumentare la capacità offensiva della sua squadra. La
mossa non è sbagliata ed infatti è proprio in questo periodo che il Galles si fa più continuo nel suo
forcing.
Prati dove sei?
A noi servirebbe in questo momento, oltre a Riva, un Prati a destra, due sfondatori da contropiede,
per andare tranquilli. Ma al posto di Prati abbiamo un Domenghini che nemmeno il secondo tempo
riesce a smuovere da una zona quasi sempre morta, mentre Rivera cala sempre più di rendimento,
toccando leggero, a fasi alterne, ma non riuscendo mai ad essere l’uomo determinante, il cervello, la
spinta tecnica che la sua personalità gli consentirebbero. Mazzola inoltre è molto lento ad entrare in
azione.
Ci sono mischie epiche nella nostra area di rigore, ma qui, Castano a parte, i quattro terzini in
linea funzionano al cento per cento e non prendiamo il gol. Anche Zoff riesce a riprendersi e supera
lo choc di certe sbandate con uno stupendo intervento di piedi sul dischetto. Al 25′ Riva (sempre
lui!) rompe il cliché della partita e sfiora un secondo personalissimo gol: da Rosato a Mazzola che
crossa molto bene; Riva, in rovesciata (tipica, per lui) costringe il portiere a un difficile placcaggio
sulla sua destra.
Alla mezz’ora la fatica blocca il Galles: facce arrossate, gente con il fiato corto. I giocatori si
rendono conto che ormai non c’è più nulla da fare. Chi potrebbe invece aumentare il risultato è
l’Italia. Al 40′ Riva con un dribbling di sinistro, secco, toglie di mezzo il portiere, ma Thomas, in
recupero alla morte, riesce a deviargli il tocco finale in corner.
Coscienza tranquilla
Al 42′ occasione ancora più chiara: il Galles è ormai rassegnato e non oppone più resistenza.
Domenghini al centro chiama su di sé due avversari e passa a Riva, liberissimo: l’ala sinistra tira
forse con eccessiva sicurezza, ritarda un po’, e il tiro-gol gli viene deviato in corner dal mediano
Powell. E’ la fine. Quando l’arbitro fischia, il campo in pochi secondi è invaso dagli spettatori
italiani. E’ la prima volta in assoluto che la squadra azzurra vince in Gran Bretagna!
Il bilancio ci pare questo: un risultato forse decisivo per la nostra qualificazione ai mondiali del
Messico. In Italia infatti non dovremmo avere problemi né con il Galles (che è modesto e oggi
aveva una difesa tutta di riserve) né con la Germania Orientale. E’ importante che sul piano risultato
abbiamo garantito la continuità con la Coppa Europa. Ma ci sono lezioni che vanno sottolineate,
almeno per il loro valore in trasferta. 1) non ci si può, lo ripetiamo fino alla noia, togliere un punta
come Prati. I se non contano, ma nessuno ci toglie dalla testa che con un altro Riva qual è Prati, non
avremmo mai avuto paura del pareggio e forse avremmo segnato di più. 2) Rivera, contro squadre
di timbro atletico, non riesce assolutamente ad essere il giocatore che è nel campionato italiano. I
vecchi discorsi, le cecchie riserve, non sono morte. 3) un battitore libero come Castano, pur
battutosi con energia, aggrava troppo la nostra inferiorità a centrocampo: dalla sua area è uscito una
volta sola e per un pelo non veniva preso in contropiede.
Sono i soliti tasti (più uomini gol, cervelli più sostanziosi, liberi che servano di più) da valutare
una volta per sempre proprio perché anche stasera a Cardiff, come a Roma, abbiamo avuto la
chances di fare delle valutazioni senza il fantasma di una partita andata male.
C’è un ultimo rilievo: qualcuno ha tirato indietro la caviglia e questo non ci sta bene. Anche
perché gli undici dell’Olimpico avevano battuto la Jugoslavia soprattutto perché alla incolumità
delle proprie ossa non avevano pensato affatto. Tutto ciò va detto mentre è in tutti noi la grande
soddisfazione di essere usciti da un campo inglese, anche se modesto, con la coscienza tranquilla tra
gli applausi di questo sportivissimo pubblico.
Pacata soddisfazione del clan azzurro
Valcareggi: “Non tutto ha funzionato a dovere”
L’autore del gol ingessato alla gamba sinistra
(DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE)
Cardiff, 23 ottobre
Valcareggi appena uscito per primo dallo spogliatoio ha dichiarato: « E’ la prima volta nella
storia del calcio italiano che la squadra azzurra vince in Inghilterra! Basterebbe questo dato per
commentare la soddisfazione per questa partita. Non tutto ha funzionato bene, però non dobbiamo
dimenticare che la squadra ha combattuto fino all’ultimo minuto. Io non posso che esserne felice ».
Il presidente del centro tecnico Mandelli ha aggiunto con molta calma: « Non siamo stati dei
fenomeni, qualcosa non ha funzionato come doveva, ma abbiamo vinto con pieno merito. E questo
mi sembra possa bastare ». Infine il presidente federale Franchi visibilmente emozionato ha detto
soltanto: « Abbiamo vinto, a me basta questo non chiedetemi altro ».
Gianni Rivera non è sceso ai particolari della sua partita che ha suscitato parecchie perplessità;
ha detto con molta freddezza e con l’abituale self control: « Il nostro dovere di giocatori è di
vincere; abbiamo vinto, che cosa volete di più? ».
Salvadore, protagonista di una grossa partita sul bau bau della formazione gallese Ron Davies ha
spiegato il suo match così: « Mi dite che ho fatto una grossa partita soprattutto sul piano agonistico:
per me non è una sorpresa, lo dico senza presunzione, perchè sul piano del cuore e dell’agonismo ho
sempre dato al massimo stasera come nelle altre circostanze ».
Riva, il goleador che ha deciso il match, si stava leccando le ferite assistito dal medico dott. Fini:
« Il mio tiro non era fortissimo — ha detto Riva — ma era a fil di palo. Potevo segnare un altro gol,
ma ho una scusante: guardate le mie gambe sono piene di botte, di calci ne ho presi dal primo
minuto all’ultimo. Comunque tutto il mondo è paese e non ho niente da recriminare ».
Riva subito dopo il match è stato ingessato alla gamba sinistra per una forte contusione alla
caviglia e alla tibia. Quanto ad Anastasi, uscito dopo un quarto d’ora della ripresa, si e appreso che
si tratta di un leggero stiramento. Non si sa in questo momento se potrà giocare domenica in
campionato.
Negli spogliatoi gallesi lo stato d’animo è riassunto dal ct Bowen: « Un pareggio ci poteva anche
stare, ma non cerco scuse, L’Italia è stata più fredda in zona gol e tecnicamente si è mostrata
migliore ».
L’arbitro ha solo aggiunto: « Gli italiani hanno avuto più, i gallesi più corazon ma non è loro
bastato ».
Le pagelle degli azzurri
Riva il migliore
(DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE)
Cardiff, 23 ottobre
ZOFF (5). Deve aver messo il terrore addosso ai nostri difensori per alcuni interventi folli, fuori
tempo. Ma tutta la sua partita è stata alterna. Era nervoso o disturbato dalla luce artificiale? Non so.
E’ stata però la più incerta partita della sua carriera azzurra.
BURGNICH (8). Marcava l’anziano Jones, forse l’uomo più tecnico dell’attacco gallese, e lo ha
bloccato senza remissione. Jones infatti non è riuscito mai ad andare a rete, nè a tirare. Ha, oltre a
tutto, al suo attivo un salvataggio clamoroso a porta vuota.
FACCHETTI (7). Opposto alla seconda punta centrale del Galles, cioè su Wyn Davies,
fortissimo di testa. Qualche volta si è arrangiato sul suo avversario, e infatti l’arbitro nel primo
tempo gli ha fischiato parecchi falli. Ma in sostanza ha tenuto molto bene la sua posizione.
ROSATO (8). Era in uno dei ruoli più discussi della Nazionale. I suoi limiti in fase d’appoggio si
conoscono, però come difensore ha spazzato via la sua zona con molta decisione e nel primo tempo
ha appoggiato pure. Nel secondo tempo non è più uscito dall’area.
SALVADORE (8). Sembrava che Ron Davies dovesse spaccare tutto. Ha dimostrato di essere un
giocatore eclettico e di poter fare lo stopper come e quando vuole.
CASTANO (5). Ha cominciato malissimo, non riusciva a interdire nè a contrastare quando un
terzino era superato, ci è parso legnoso e impacciato. In appoggio non esiste.
DOMENGHINI (5). Stasera che ha fatto? Nulla. Crediamo non dipenda tutto da lui ma anche da
disposizioni di Valcareggi. Se vogliamo fare di Domenghini una punta vera, Prati ne vale almeno
tre.
RIVERA (5). Qualche cross, qualche tocco di disimpegno, ma il Rivera azzurro deve essere,
quasi per una maledizione, solo e sempre tutto qua?
ANASTASI (6). Molto attivo per tutto il periodo nel quale è rimasto in campo, ma ha dimostrato
quello che si era detto durante la settimana, e cioè che parte sempre da lontano e raramente va
dentro.
DE SISTI (7). Ha mantenuto una posizione arretrata, molto intelligente; si è trovato spesso in
difficoltà, data la superiorità numerica degli avversari nella sua zona, ma è riuscito a svolgere il suo
gioco con lucidità, pur senza far cose eccezionali.
RIVA (9). Per settanta minuti su novanta ha giocato praticamente da solo. Si buttava in mezzo a
tre, ha pigliato molte botte, senza paura, ha fatto un gol decisivo, ne ha sbagliato un altro (ma
c’era): è insomma il punto di riferimento più fisso che si possa immaginare della nazionale.