1969 giugno 2 90 minuti di calcio pagati 5 milioni
1969 giugno 2 (Il Gazzettino)
90 minuti (di calcio) pagati 5 milioni
Per aver vinto la Coppacampioni ’69 a Madrid, ogni titolare del Milan ha incassato un premio di
cinque milioni. Cinque milioni sono lo stipendio « annuo » di un alto magistrato. Quasi tre volte il
compenso annuo di un insegnante di ruolo della scuola elementare. Cinque milioni sono il salario di
sei operai non specializzati, per un anno di lavoro. Nemmeno in piena inflazione, 90 minuti di
calcio potrebbero giustificare una busta-paga così.
Se al « simbolo », a Gianni Rivera, contesti la cacofonia sociale, ti risponde: « noi siamo
innocenti, non c’entriamo. E’ il sistema; lo stesso che, per mezz’ora di esibizione, regala un milione
ad un cantante, magari con poca voce ma molto ” venduto ” ». Il sistema: sovrastruttura, astrazione
o alibi? Alibi di comodo. Ci serve credere che tali immorali squilibri siano caratteri ereditari,
incancellabili. Credere che non si possa fare nulla perchè « così è ». Accreditare un fantasma, il
fato, senza muovere un dito, senza impegnare direttamente nulla, perchè, tanto, quei cinque milioni
per 90 minuti « non dipendono da noi », ma da un anonimo « sistema ».
Se i calciatori-di-lusso finiscono grottescamente con il dettare il ruolo di… vittime, la ragione,
altrettanto grottesca, esiste. Lo spettatore non rifiuta il costo inflazionistico dello spettacolo; si offre
« materia prima » docilissima per il Grande Barnum: sintomatico che mai lo sciopero abbia sfiorato
uno stadio dove un biglietto d’ingresso può costare undicimila lire. Spettatore e dirigente,
condizionati dallo stesso non-senso. Un presidente, se non dà il superpremio, se non allunga il
sottobanco, se non batte la concorrenza, passa per « fesso ». I cinque milioni servono per
sopravvivere da « furbo ».
Un programma d’urto, per sentirci meno elefanti e più uomini, nasce vivo solo se la spinta è
prima di tutto morale. Esiste tra noi? Stando ai 5 milioni, è ancora giorno da elefanti.