1969 maggio 29 Tre gol di un Prati internazionale
1969 maggio 29 – Tre gol di un Prati “internazionale”
CUDICINI 8 – Il titolo di “campione d’Europa” sta bene soprattutto a lui, perché non
esiste in circolazione nel Continente un portiere così incriticabile. Bravo fino alla
noia. Dopo il primo gol di Prati, cioè nella zona-fluida del match, si è inarcato due
volte sulla destra, due volte sull’unico asso dell’Ajax, Crujff, cloroformizzando subito
la partita. Erano due tiri potenti, angolati (al 16′ e 26′).
ANQUILLETTI 7 – Non è che l’avversario diretto, una punta grigia come Swart, lo
abbia preoccupato molto. Normale routine, anche se il terzino è stato costretto a
giocare dalla parte che non gradisce molto, cioè quasi sempre a sinistra. Buona
acrobazia durante il forcing olandese.
SCHNELLINGER 7 – Il tedesco è stato protagonista di una stagione stracca, sotto-
rendimento. Alla fase finale di questa Coppacampioni è però arrivato finalmente in
ritmo. Keizer godeva di pubbliche relazioni tecnicamente discrete, ma Herr
Schnellinger non ha faticato molto a smorzarlo.
ROSATO 6 – Lo svedese Danielsson controlla la palla con pressappochismo evidente;
possiede però sprint e lavora facile di gomiti: Rosato gli è stato “addosso”,
appiccicato come un francobollo, bloccandolo soprattutto in elevazione, sui colpi di
testa.
MALATRASI 7 – C’è da scommettere che il libero fosse convinto di passare una
serata di tutto riposo contro un avversario-medio come l’Ajax. Il forcing olandese, per
aggressività e continuità, lo ha invece impegnato su tutti i 180 gradi dell’attacco
avversario: si è dedicato in particolare a Crujff; in seconda battuta naturalmente.
TRAPATTONI 7 – Rocco gli ha affidato Crujff, un purosangue, punta rapida, che va
“dentro” senza deviazioni sullo scatto. La marcatura regalava a priori abbondante
perplessità: non era preferibile Anquilletti? Crujff è stato sempre pericolosissimo, ma
il Trap merita ampia sufficienza.
HAMRIN 7 – Il vecchio Kurt lo scatto non ce l’ha più. Ma tenuto per un po’ in
ibernazione da Rocco e buttato in campo con tutta la sua esperienza nei match
internazionali sa adattarsi, meglio di chiunque altro, ai “momenti” della partita: ha
sprecato un paio di facili palle-gol, ma è stato sempre vitalissimo, mai superfluo.
LODETTI 6 – In copertura, appena fuori l’area di rigore del Milan, tutto il suo dovere
l’ha fatto e i terzini hanno sempre trovato Lodetti per il disimpegno corto. Invece
ombroso, discontinuo a centrocampo, troppo lontano dalle punte.
SORMANI 8 – Eccezionale movimento per creare spazio a Prati. Non solo, ma cross
perfetto e determinante nell’azione del primo gol e una rete da vecchio marpione che
sa far secco uno stopper-pollo come è in effetti lo stopper dell’Ajax. Sormani, con
questa finale, si è rifatta la reputazione per un sacco di match giocati male in
campionato.
RIVERA 6 – È parso il Rivera vero soltanto quando la partita era già chiusa, sul tre a
uno. Per sessanta minuti, il Milan non s’è accorto che ci fosse in campo. Soprattutto
impreciso e con lo scatto molle.
PRATI 10 – Tre gol, un palo, pericolosità ossessiva e gioco di… copertura quando
serviva. Se non è campione d’Europa Prati, allora non lo deve essere nessuno!