1969 ottobre 8 Una coppia violenta rischia l’estinzione
1969 ottobre 8 (Il Gazzettino)
Una coppia violenta rischia l’estinzione
Qualche mese fa Gianni Rivera mi disse: « I giocatori non sono macchinette che si ricaricano una
volta alla settimana. Durante una stagione, si possono giocare al altissimo livello soltanto 7-8
partite. Una spinta particolare l’avvertiamo nei grandi appuntamenti internazionali, di Coppa:
ricordi il Manchester o il Celtic? Furono due capolavori di concentrazione ». Ho visto il Milan,
sabato scorso, battere il Verona a San Siro. Non fu un pomeriggio benedetto, sul piano tecnico.
Gioco abbastanza frollo, dal quale riuscì a trarsi fuori soltanto Angelo Sormani e (quando la
marcatura di Ferrari annacquava) Rivera. Ma era il Milan senza Combin e Malatrasi. Era soprattutto
il Milan delle giornate « feriali », nelle quali le macchinette stentano a caricarsi, i premi non sono
super, lo stadio non appare imbottito di gente, la tribuna-stampa non contiene 200 inviati di tutto il
mondo, le immagini-Tv non rimbalzano sui satelliti messi in orbita dagli Usa.
Perciò, nella circostanza, non darei molto peso al battito ancora zoppo del campionato: il match
mondiale contro l’Estudiantes di La Plata è una di quelle 7-8 partite previste dal carnet di Gianni
Rivera. Lo sprint cresce nel prestigio di una Coppa nata artificiosa nel 1960 ma consolidatasi per la
straordinaria pagella tecnica dei protagonisti (Real Madrid, Penarol, Santos, Inter) e per la
quotazione internazionale, in dollari, che ottiene automaticamente « il campione del mondo di
Clubs ». Chiaro infatti che la finalissima ’69 di San Siro è il vertice, una festa, il simbolo del calcio
professionistico, nella sua espressione più spettacolare e commerciale, dove ogni giocatore, per 90
minuti « vinti », guadagna, italiano o argentino che sia, qualcosa come 4 milioni.
L’Inter fu « mondiale » due volte. Ricorsi campanilistici, di concorrenza milanese, disseminato
per contagio in provincia. Anche l’Inter ebbe un avversario argentino, l’Independiente, due volte. E
l’Independiente assomiglia agli « studenti » di oggi: squadre all’italiana, con battitore libero,
coscienza difensiva, poco tango e molta praticità e durezza. Lo ha dichiarato anche il presidente
Mangano: « Il Boca Juniors e il River Plate giocano meglio, ma hanno vinto poco in campo
internazionale. Per noi conta solo il risultato ».
Non sarà un vertice di « scuole », lo sarebbe stato con River o Boca. Sarà un vertice del ritmo: la
velocità del Milan, il passo aggressivo de l’Estudiantes. Un vertice che, tanto per cambiare, sarà
fortemente determinato dall’arbitro. La stagione passata, Manchester ed Estudiantes condensarono
tutta la violenza, l’inospitalità, l’intolleranza di un « football di dollari ». Ripetersi, potrebbe valere
anche l’estinzione di questo cordone ombelicale Europa-Sudamerica: la splendida tradizione
sportiva del Milan non meriterebbe un tale epitaffio.