1973 febbraio 13 Chi vince a S.Siro vince lo scudetto
follemente
1973 febbraio 13 – Chi vince a S. Siro vince lo scudetto
Boniperti e Rocco non lo confessano ma entrambi segnano un
pareggio – Perché Zoff e Vecchi i migliori in campo
Il 24 settembre scorso, al battesimo di campionato, sapevamo
pochissime cose: 1) il Milan piaceva, 2) la Juve doveva pensare
alla Coppacampioni, 3) l’Inter era un rebus. Sia pure a voce
sommessa, Nereo Rocco sentiva la rétina tricolore. Il racconto
dello scudetto inserì, domenica dietro domenica, qualche variante:
– il Milan aveva un Chiarugi in più, ma rodeva l’argine in difesa;
– la Juve sentiva il gol come un peso sullo stomaco. Bettega era un
piccolo Bettega e Altafini veniva
trascurato da
Vycpalek;
– l’Inter giocava peggio di tutti, eppure faceva risultato e classifica;
– la Lazio diventava “qualcuno”, tanto da trasformare lo scudetto in
un incredibile poker.
Il gelo dell’inverno ha corretto questi dati. Rocco ha messo la
sutura alla difesa del Milan; la Juve ha scoperto Altafini senza “far
fuori” Bettega; l’Inter non ha più retto il bluff; la Lazio s’è resa conto
che un martello come Chinaglia non può bastare a tradurre da solo
triangoli in gol.
Non ce n’eravamo resi conto, ma questo scudetto, più che un
racconto, assomigliava a un “giallo”. E un giallo che gioca con
l’ansia, quasi un divertimento, come se regista fosse Alfred
Hitchcock. Nessun computer, nessun manipolatore, sarebbe infatti
riuscito a condurre il campionato a… Milan-Juve, domenica
prossima, con Milan e Juve esattamente con gli stessi 27 punti,
entrambe con un cuscinetto di quattro tra sé e Inter- Lazio!
La Juve non perde da tredici partite, il Milan da cinque. Nessuno
segna quanto il Milan (38 volte), ma nessuno equivale la difesa
della Juve (battuta soltanto 9 volte). Statistiche alla mano, ci sono
insomma le premesse per un pareggio a San Siro, magari uno 0-0.
E’ questo il risultato che Boniperti e Rocco preferiscono oggi? Non
lo confesseranno mai, anche se è probabile che entrambi sognino
proprio un dolce 0-0, cioè lo status quo, la conservazione
dell’equilibrio.
Chi vincerà a San Siro avrà infatti più di una probabilità di vincere
anche lo scudetto. Perché?
1) Perché catturare due punti a una partitissima come questa vale
come 100 iniezioni di vitamina C.
2) Perché un Milan battuto in casa patirebbe quasi sicuramente un
nuovo processo, e dunque nuove polemiche, contro il bunker di
Schnellinger.
3) Perché la Coppacampioni è già vicinissima (marzo, in Ungheria)
e la Juve, perdendo, ritornerebbe probabilmente alle vecchie
convinzioni, secondo le quali uno scudetto-bis è un terno al lotto
soprattutto quando, il caso della Juve, esiste la voglia matta di
inserirsi finalmente anche nella “storia” del calcio europeo, dove ci
stettero abbondantemente Inter e Milan.
In questi giorni, Boniperti e Rocco diranno che “questa partita non
vale un campionato”. Per sapere invece quanto sia fondamentale,
basta dare un’occhiata alla domenica passata: né Juve né Milan
hanno giocato sul loro standard. Migliore in campo per la Juve è
stato Zoff, per il Milan Vecchi: cioè i due portieri. Superflui ulteriori
commenti.
Soprattutto la Juve sembrava già in orbita-San Siro, condizionata
dal prossimo match. Per lunghi tratti ha assistito ai sistematici
schemi della Lazio, mentre i terzini migliori non sono stati né
Marchetti né Spinosi ma… Anastasi-Bettega!
Se c’era dunque bisogno di thrilling, gli ultimi 90 minuti di
campionato hanno fatto il possibile per ottenerlo. Juve e Milan
hanno messo la “maschera”: se la dovranno per forza levare a San
Siro. Senza pudore, perché a guardarle ci saranno 80 mila
persone e i transistor di tutta Italia.