1973 gennaio 3 “Dolce vita” al Lanerossi? Un’inchiesta da fare

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1973 gennaio 3 – “Dolce vita” al Lanerossi? Un’inchiesta da
fare
Il Lanerossi “Gestione Puricelli” ha fatto il primo punto, come un
sobrio brindisi al 1973. Ma non tutto funziona nell’ambiente:
assumendone
responsabilità, aggiungo anzi che
Farina&Puricelli hanno il dovere di ridare una controllatina alla vita
extra-calcio di qualche giocatore. Già accadde anni fa, con il “trio”
Gallina-Calosi-Vitali, quando bastò un colpo di spugna del “Puri”
per ristabilite un’atmosfera corretta sul piano disciplinare. Una
situazione analoga sembra riproporsi ora.
Non siamo abituati a fare i detective né a ficcare il naso nella vita
provata altrui, sia pure professionisti di football. D’altra parte, ogni
giocatore ha un impegno morale nei confronti del pubblico e un
impegno contrattuale verso i propri compagni, i dirigenti e il
tecnico. E’ insomma un “uomo pubblico” non soltanto quando
scende in campo.
Testimonianze di assoluta garanzia dimostrano che, con molte
probabilità, qualche giocatore del Lanerossi non avverte né
quell’impegno nè il momento della squadra. A Vicenza, s’è
instaurata una certa forma di psicosi-Seghedoni: come se tutte,
proprio tutte, le colpe appartenessero all’ex-allenatore. Qualche
giocatore, per esempio, dice: “non corro perché sono stato
preparato male”. Per qualcuno è verità solo parziale. C’è dell’altro.
Se un eccentrico rifinitore tiene 45 minuti, sarà bene andar a
vedere con chi e a che ora rientra il giovedì sera. Se un podista
non ha più birra per entrare in area di rigore, sarà opportuno dare
un’occhiata al giro di amicizie. Senza contare che anche il
pokerino pesante pare rientrato nella routine.
Nessun dramma e nessun scandalismo. La stragrande
maggioranza del Lanerossi ha le carte in regola. Ma proprio
questa maggioranza silenziosa ha il diritto di essere tutelata. Il
Lanerossi può anche andare in serie B: ci vada però per selezione
tecnica, non per depauperamento disciplinare.