1976 luglio 23 Entra in scena la “regina” atletica
1976 luglio 23 – Entra in scena la “regina” atletica
I meteorologi canadesi avevano preso in considerazione il clima della seconda quindicina di luglio
durante gli ultimi 90 anni e avevano concluso che a Montreal, nel periodo dell’olimpiade, ci sarebbe
stata una temperatura media 21,6 gradi, un’umidità pomeridiana del 58 ,un vento di 4,3 metri al
secondo.
Alla resa dei conti, la temperatura è più bassa di qualche punto, sono finora stati più assidui i giorni
di pioggia che di sole e, soprattutto, il vento ha di gran lunga superato le previsioni assestandosi per
più giornate attorno ad una velocità di 50 Km all’ora.
Questo vento d’oceano più che scherzare stordisce, assomigliando al “fhoen” che squaglia la neve a
Innsbruck, e condiziona alcuni sport. Ne sanno qualcosa i ciclisti della 100 chilometri a squadre e
soprattutto i canottieri perché, come hanno osservato l’italiano Baran e molti altri, batte di sghembo
il bacino dell’isola di Notre Dame mettendo più a proprio agio gli equipaggi nord-orientali, meglio
in confidenza con le raffiche.
A parte le gare vere e proprie, ilvento disturba parecchio gli allenamenti. “È una gran scocciatura”
si è lamentato il saltatore in lungo Veglia, ma un pò tutti gli atleti che debbono lavorare all’aperto
sono nelle stesse condizioni. Non dovesse migliorare, è in ogni caso pressoché scontato che lo
stadio olimpico terra fuori il vento.
La creazione dell architetto Roger Taillibert è una bomboniera ellittica talmente rinchiusa su se
stessa da non per mettere circolazione d’aria. Anzi, al momento della progettazione, c’è stato chi ha
indicato in ciò un difetto e chi, tecnicamente parlando, ha osservato che in questo impianto si
andava in pratica verso l’atletica indoor. Come noto, lo stadio è per ora mutilato nel celebre” mat”
l’albero maestro, ma alla fine prevede la copertura mobile dell’intero cielo . Quel giorno potrà
nevicare o piovere e i canadesi alle prese con lunghi mesi di gelo non se ne accorgeranno.
Quanto all’atletica, gli esperti garantiscono che, per quanto soffi dall’Atlantico, né le gare di
velocità né il lungo nè il salto triplo soffriranno di vento a sfavore o di un vento superiore ai due
metri al secondo limite oltre il quale i tempi non sono omologabili come record.