1976 maggio 8 Verona-Torino dedicata al Friuli
1976 maggio 8 – Verona-Torino dedicata al Friuli
Di fronte alla tragedia che ha stravolto il Friuli in particolare la Carnia; di fronte al terrore che ha
attraversato il Veneto, lo sport si sente in penoso imbarazzo. Tutto ciò che è hobby, tempo libero,
loisir, avverte la necessità di mettersi in disparte. Non ci si può”divertire” quando ti crollano
accanto vita e opere.
Ricordo che, quattro anni fa a Monaco di Baviera, fui molto molto grato al direttore quando al
telefono da Venezia mi chiese di lasciar perdere l’Olimpiade e di dedicarmi soltanto alla
sanguinosa incursione dei terroristi di “Settembre Nero” nella palazzina degli atleti israeliani. Quel
dirottamento dallo sport alla cronaca mi consentiva infatti di sentirmi più uomo, più consapevole
che la morte non consente zone franche se non ai poveri in spirito del Vangelo. Il terremoto del
Friuli ci obbliga alla solidarietà e, nei limiti del possibile, ad una solidarietà concreta. E’ perciò
motivo di conforto per noi poter annunciare che, attraversa il nostro giornale, l’avvenimento più
importante della domenica calcistica nazionale sarà sotto ogni aspetto dedicato al Friuli: si tratta
della partita Verona- Torino, decisiva per lo scudetto quanto per la retrocessione.
Saverio Garonzi, presidente del Verona, ha disposto che cinque milioni dell’incasso della partita
siano inviati alle vittime del terremoto. Al gesto, che vuole essere un tangibile segno di
partecipazione ,ha immediatamente ha diritto anche il Torino di Orfeo Pianelli che metterà a
disposizione una parte proporzionale del proprio incasso.
Garonzi non si è fermato a questo. A titolo personale apre con un altro milione una sottoscrizione a
favore delle vittime. Ha quasi pudore nel dirmelo, il pudore di chi teme la stortura della pubblicità,
lui che già traverso un brutale sequestro di persona conobbe tutti i rischi delle prime pagine. Ma ha
vinto la tentazione dell’anonimato” per mettere alla prova- con me mi ha detto ieri- la sensibilità
degli sportivi, dei veneti, di tutti gli italiani a contatto con questa immensa disgrazia”.
Sarebbe veramente meschino alzare il volume dell’iniziativa, ma non ne va nemmeno sottaciuto il
significato. Il calcio che si rifiuta una volta tanto alla smemoratezza; cinquantamila spettatori che
dovranno” ricordare”. Lo Sport ben entro alla società civile.
Il Verona è il vertice del calcio veneto e in questa occasione si fa emblema di amicizia con il Friuli.
Fra il Verona e la Carnia corre poi una sorta di gemellaggio concretizzatosi il 24 settembre dello
scorso anno. Quella sera il Verona giocò contro la Rappresentativa Carnica per onorare il 25° del
Comitato Carnico.
Garonzi e Valcareggi avevano risposto all’invito del presidente della Figc regionale, Diego Meroi.
La squadra aveva alloggiato a Tolmezzo ricevendo la sobria ma intensa ospitalità di quella terra
d’antichi celti. La partita era stata giocata tra i boschi, sotto riflettori che esaltavano il verde e i
costumi delle ragazze carniche ancora devote alla tradizione e al folclore. Non c’è un giocatore o un
tecnico o un dirigente del Verona che non abbia rammentato quel viaggio ieri notte mentre Tv e
Radio annunciavano “ l’epicentro è in Carnia, a Tolmezzo”.
La dedica di Verona- Torino al Friuli ha trovato l’adesione di Franchi e di Carraro. Il presidente
della Lega si affiancherà concretamente a Garonzi e Pianelli mentre, da parte sua, il presidente della
Federcalcio ha già informato Meroi a Cividale che, come in occasione di altre sciagure collettive,
saranno garantiti assistenza e aiuti alle piccole società sportive del Friuli.
Conosciamo le zone colpite, paese per paese. Le nostre care corse del ciclismo friulano, il calcio
minore, il calcio del torneo carnico: un tessuto sportivo che ha sempre trovato in questo Friuli visto
in un interno l’habitat ideale per conservare, accanto ai test agonistici, il sapore di certa provincia
altrove impoverita di valori.
Guardare queste fotografie e non riconoscerci dove pur siamo passati da cronisti e da amici.
Guardare queste fotografie e leggere sotto le pietre volti di amici con i quali scambiammo il rito del
tajut. E’così, attraverso una memoria mai tanto intensa, che ci si sente impreparati, impotenti, non
all’altezza.
Non occorreva certo una partita di calcio, nemmeno una grande partita come Verona-Torino, a
mettere l’accento su tanto dramma. Ma quella piccola dedica non andrà sprecata se sarà, oltre che
dono, una pausa di tutta l’opinione pubblica sportiva. La solidarietà non è un minuto di
raccoglimento ma una disponibilità che duri. Anche se non c’è da menar vanto a compiere le cose
giuste, il calcio veneto ha trovato in Garonzi e nel Verona interpreti fedeli.