1976 marzo 29 Due reti e un razzo inguaiano la Juve
1976 marzo 29 – Due reti e un razzo inguaiano la Juve Scudetto da rigiocare
Juve 35 punti Torino 34 Milan 32! Lo scudetto è tutto da rifare dal momento che persino il Milan
del dopo – Rivera non ha più il deserto davanti a sé. Questo è il risultato più vistoso di un derby che
a Torino ha rasentato il dramma mentre i giocatori lasciavano il campo alla fine del primo tempo.
In quel momento la Juve stava già perdendo per 2 a 0 e, attraverso un tunnel di rete metallica, le
squadre dovevano rientrare negli spogliatoi proprio sotto la curva Filadelfia, per tradizione occupata
dai soli tifosi bianconeri e in particolare dai fans, quasi tutti immigrati meridionali, di Anastasi, il “
Super Pietro” come diceva uno striscione agitato con dispetto e nostalgia per il centravanti lasciato
a casa dopo un’ astiosa polemica con l’allenatore Parola e la presunta” mafia” di squadra.
Assieme alle arance marce ed alle palle di carta, sono arrivati sul mucchio di giocatori alcuni razzi
sparati dalle famigerate pistole. Un’esplosione ad altezza d’uomo ed il portiere del Torino Castellini
che si porta le mani agli occhi con una smorfia di dolore. Gli troveranno della polvere pirica
nell’orbita dell’occhio sinistro tanto da impedirne nell’impiego nel secondo tempo ed a consigliarne
il controllo all’ospedale.
Nonostante il postumo è comodo” fair play” del dirigenti del Torino (“non faremo reclamo”), la
giustizia sportiva dovrà procedere d’ufficio sulla scorta del rapporto arbitrale. Diventa perciò
probabile che l’avv. Alberto Barbè di Novara tragga tutte le conseguenze del Razzo: 2 a zero a
tavolino a favore del Torino e squalifica del campo per una giornata.
Si è trattato di un momento di grande tensione sovrappostosi allo stress dei giocatori e all’affanno
del ritmo. Lo speaker dello stadio invitava a non sparare altri ragazzi e chiedeva che il medico
federale di servizio si recasse nello spogliatoio del Torino. Contemporaneamente, quasi alla
chetichella, gruppi di carabinieri attrezzati allo scontro, si portavano verso la curva Filadelfia.
L’altra, la curva maratona, la curva dei torinisti, era rossa quanto un Festival dell’Unità, avvolta in
valute di fumo rossastro ma, una volta tanto, pacifica. Il Torino vinceva e questo bastava cancellare
il resto del mondo e della vita.
Qualunque cosa accada a questo punto, si tratti del 2 a 1 sul campo o di un 2 a zero per punizione
sportiva, la classifica non cambierà. Due sconfitte consecutive della Juve e la vittoria del Milan nel
derby di San Siro rendono ora possibile ogni esito del campionato anche perché, tra una settimana,
il calendario incredibilmente prevede due partite di questo stampo: Torino- Milan e Inter -Juve! La
primavera sta veramente scherzando su tutte le verità dettate dall’ inverno.
Ieri a Villar Perosa Gianni Agnelli era arrivato in elicottero per dire a quelli della Juve che” il
derby si poteva perdere, lo scudetto no”. Pareva che l’Avvocato fiutasse acre odore di bruciato ma,
con 2 sconfitte e un sacco di grane disciplinari, alla Juve sarà fin da domenica a San Siro assai
difficile conservare anche calma e gesso, entrambi necessari per non perdere lo scudetto ‘76. Non
bastasse, ci penserà l’enorme clan degli amici di Anastasi a rendere arcigni i dintorni della Juve:
pochi sanno che alcuni mesi fa, dopo la partita di Coppa Campioni con il Borussia. la panchina di
Carletto Parola fu asportata dal campo e incendiata davanti all’abitazione di Boniperti.
Nonostante l’inquietante interferenza del Milan, qui la gente è più che mai convinta che lo scudetto
sia una questione privatissima di Juve e Torino. Potrebbe uscirne un” tèt- à- tèt” davvero eccitante
non fosse che, attorno alle due squadre, si scontrano emozioni e problemi popolari che non sono
esclusivi dello sport ma piuttosto di una metropoli dove il calcio recluta con molto settarismo e
dove la massiccia immigrazione crea un sovraccarico nei rapporti sociali. Da oggi sarà dunque un
campionato tanto interessante quanto emotivo e dominato da un interrogativo: si è rotto il giocattolo
della Juve? E’ persino divertente che a proporlo sia stato un derby arbitrato da un negoziante di
giocattoli, Gino Menicucci di Firenze.