1977 marzo 21 I fiori del male nascono anche nelle aree di rigore
1977 marzo 21 – I fiori del male nascono anche nelle aree di
rigore
VERONA – Una bomba a mano, definita di “media potenza”, è
stata scoperta allo stadio Bentegodi poco prima di Verona-Juve.
Tarchiato, di pelle olivastra, il sergente maggiore Ignazio Tofano
aveva chiesto una ventina di minuti per far brillare la bomba,
ritrovata con la linguetta di sicurezza solo parzialmente fuori.
Per non far ritardare la partita e soprattutto per non creare psicosi
tra il pubblico, il questore ha opportunamente preferito rimandare
l’operazione alla sera: alle 18.10, quasi due ora dopo il match,
l’artificiere siciliano è intervenuto e la bomba è stata fatta
esplodere sotto i flash dei fotografi.
Qualcuno ha parlato di una telefonata di avvertimento al Verona;
qualcuno ha accreditato il ritrovamento durante la consueta
ispezione: in ogni caso, la bomba c’era, a una decina di metri dalla
porta nord che di lì a poco sarebbe stata occupata dal portiere
della Juve Zoff. I primi spettatori hanno visto stendere con estrema
cautela dei materassi di gommapiuma di solito riservati ai salti in
alto di Sara Simeoni. Agenti in borghese erano presenti anche in
tribuna e, all’uscita del sottopassaggio sul campo, era di gran
lunga più nutrita del solito la presenza di polizia e carabinieri. Le
prime notizie erano sussurrate e contraddittorie. Soltanto all’inizio
della partita pochi sapevano con esattezza che cosa coprivano i
materassi.
Riesce difficile interpretare e dare dei connotati a un gesto del
genere; capire perché e quando una bomba a mano è stata
lanciata in uno stadio di foot-ball: lo stadio di una città che ieri era
oltretutto stracolma di gente per la Fiera e che non a caso ha
battuto ogni precedente record d’incasso del Verona. Usare la
parola provocazione equivale ormai a scoprire l’acqua calda visto
che non esistono più zone franche e che i fiori del male crescono
anche nelle aree di rigore.
Questa bomba diventa
la violenza
attraversi l’intera società perfino nei suoi strumenti di evasione,
quali il calcio. Lo sport a mano armata è l’ultimo prodotto di un
habitat dove tutto serve a creare paura e smarrimento. Che a
Verona non sia accaduto nulla, certo non diluisce l’episodio e pone
anzi l’accento su quanto impegnativa sia l’opera di prevenzione
tra società di calcio e questure corre
negli stadi. Ormai,
testimonianza di come
domenicalmente un rapporto importante quanto la formazione
della squadra.
Sì, nonostante le bombe, non scordiamoci che esistono anche le
squadre. Il Torino ha riagganciato la Juve per lo scudetto, ma noi
eravamo questa settimana molto interessati ad una sorta di
classifica globale di Verona, Lanerossi Vicenza e Udinese. Due
punti su sei a disposizione sono davvero pochi anche se la
sconfitta del Lanerossi ad Ascoli rientrava nelle previsioni. D’ora in
poi, a Vicenza e a Udine, conteranno molto le risorse nervose. Chi
non reagisce, è perduto.