1978 gennaio 26 L’Italia di Bearzot balla in difesa
1978 gennaio 26 – L’Italia di Bearzot balla in difesa
MADRID – Che gran stadio questo e quanti ricordi, legati al
favoloso Real Madrid e alle Coppe Campioni degli anni ’60.
Gioca Paolo Rossi nonostante la guancia gonfia e l’infiammazione
per la crescita del dente del giudizio. Il prof. Vecchiet gli ha dato
qualche pasticca e via, con un faccino tirato e pallido che non pare
proprio di goleador di professione.
E’ molto tradizionale, quasi démodé l’attacco della Spagna: due
alette pepate, un centravanti di sfondamento. Ed è proprio Ruben
Cano, lanciato in contropiede, che provoca l’1 a 0, dopo una
decina di minuti. Fintato dal centravanti, mentre anche Scirea è
tagliato fuori, Manfredonia va in tackle da dietro, in ritardo, a
gambe troppo aeree. La falciata c’è ed il rigore è opportuno. Alla
destra di Conti, lo batte violento José Martines Sanchez, alias Pirri,
33 anni, capitano, una sorta di Facchetti spagnolo. Segnando il
suo diciassettesimo gol in 37 partite con la Nazionale. Il ragazzino
Manfredonia ha invece l’aria choccata: nel giro di pochi giorni ne
ha combinate di tutti i colori. Domenica scorsa il suo avversario
diretto, De Ponti, lo ridicolizzò con il Bologna.
La partita è viva anche se non furente. Gli spagnoli sono più
compatti, meglio organizzati dai sapientoni Pirri e Asensi. Il
contropiede azzurro non funziona perché nessuno lo ispira.
L’azione viene più che altro portata da Antognoni e Tardelli, ma è
una manovra tutta centrale, che ignora i corridoi esterni. Non è
casuale che non si riesca ad eseguire un cross veramente
decente. Palla al piede, né Pulici né Paolo Rossi riescono a
sfondare. Una volta che il Paolino del Vicenza sta entrando alla
grande in area, rimedia una botta dolente sulla tibia destra, forse
nello stesso punto toccatogli domenica scorsa da Benetti.
Nonostante tutto, stanchezza e visibile logorio, Rossi è il più vivo e
l’unico a tentare sul serio l’affondo. Un paio di sue improvvise
infiltrazioni sono le sole azioni a mettere in difficoltà la difesa di
Pirri, il quale Pirri, sganciandosi, trova ancora il tempo di
impensierire Conti. Il gigantesco portiere della Roma nega anche,
verso la mezz’ora, il gol su botta di Ruben Caro. Dopo il tuffo, ad
aiutare Conti provvede Scirea.
Nonostante l’ammonizione di Pulici (che si scusa con molta
sportività nei confronti di Asensi),
la partita è corretta e
amichevole. Non altrettanto apprezzabile è al contrario il gioco
degli azzurri che creano la prima vera palla-gol soltanto al 39′, su
apertura centrale di Antognoni per Rossi. La posizione è buona, il
bersaglio aperto e centrale ma il destro di Rossi da 16 metri esce
un po’ fiacco, troppo agevole sarebbe stato per il portiere.
Cinque sostituzioni nel secondo tempo, tre spagnole, due italiane.
Fuori Pirri e Asensi, gli avversari si fanno meno ragionatori e più
accesi. L’impiego di Bordon in porta e di Bellugi stopper erano
ampiamente previsti. Bearzot offre però anche una piacevole
sorpresa: tiene in campo Rossi dal momento che il centravanti del
Vicenza, pur con un pelo di lucidità in meno, è stato senza dubbio
il più efficace dei cinque attaccanti. La ripresa ripete le modulazioni
del primo tempo. C’è prevalenza territoriale degli spagnoli, senza
che si possa parlare di vero forcing. Ma basta questo poco in più
per mettere definitivamente in crisi l’Italia che si mostra sempre più
incerta in difesa. Una difesa, a dire il vero, malissimo protetta dai
centrocampisti. Come spesso accade in Italia, si passa da
un’esagerazione all’altra: o il catenaccio preistorico o l’ingenuità
degli spazi.
La situazione si fa abbastanza penosa quando comincia a
scatenarsi l’ala destra Dani. Ci vuole una robusta acrobazia di
Bordon a impedirgli dopo pochi minuti il gol ma ben presto non c’è
niente da fare nemmeno per lui (al 56′).
Sul limite dell’area, Dani finta e lascia surplace Maldera; entra in
area e batte a colpo sicuro di destro, a mezza altezza. Nonostante
una Spagna non
il 2-0 arriva con molta
naturalezza e ci sta tutto. Non fosse per un angelico Bordon, il
terzo gol arriverebbe anzi di lì a pochissimo, per una ravvicinata
sventagliata di Santillana.
Con una monotonia perfino fastidiosa, l’Italia riesce a funzionare
soltanto per merito di alcuni pregevoli guizzi di Rossi. Per il resto è
notte fonda e i tre sostituti azzurri (al 57′ Zaccarelli ha preso il ruolo
di Antognoni) non migliorano il tono dimesso dell’abat-jour di
Bearzot. L’unico a funzionare, forse meglio dello stesso Conti, è
Bordon. Quanto a Bellugi, soffre sull’uomo certi sbandamenti che
te li raccomando.
Sì, perché a parte la sconfitta, c’è anche questo aspetto che
inquieta. Gli esperimenti non è che abbiano funzionato molto.
Quali? Da stopper, sia Manfredonia che Bellugi hanno lasciato
perplessi più il primo del secondo. Zaccarelli mediano non ci ha
provato. E allora? Allora, la buona esperienza con il Belgio è
andata parzialmente archiviata e le incertezze sono più che mai
cresciute.
trascendentale,
L’unica certezza, una certezza sempre più solida, rimane Paolo
Rossi che verso la mezz’ora della ripresa ha dato ripetutamente
saggio, spostandosi all’ala destra, delle sue capacità di rifinitore
oltre che di goleador. Pulici-Zaccarelli non sfruttano prima un suo
perfetto cross dal fondo (finalmente!) e c’è poi il portiere spagnolo
a rischiare il rigore quasi placcando Rossi in uscita.
Mentre da un po’ piove, l’Italia è capace di una discreta reazione e
merita il gol . Servito da Pat Sala, Tardelli si smarca in piena area,
nella posizione di ala sinistra e fulmina il portiere in diagonale. Qui
la Nazionale, come spesso succede, finalmente si esalta, tenta
qualcosa che assomiglia al forcing e quasi quasi pare matura per il
2 a 2! Ma è tardi e, a dire il vero, il pareggio sarebbe premio
eccessivo per una partita di ritmo abbastanza smorto, di rare
accelerazioni.
Alla fine è 2 a 1 per la Spagna, esattamente come sette anni fa a
Cagliari. Allora volarono in campo arance, pagnotte e pomodori. A
Madrid, non c’è naturalmente rabbia. Ma l’amichevole ha regalato
un po’ di preoccupazione. Sempre pensando, ovvio, all’Argentina.