1978 giugno 10 Gli azzurri hanno già avuto 11 milioni a testa

1978 giugno 10 – Gli azzurri hanno già avuto 11 milioni a testa

BUENOS AIRES – Sul passaggio dell’Italia al secondo turno c’è da fare anche un
conto economico, che riguarda i premi, tema scabroso sul quale la federcalcio e i
giocatori tacciono per principio. Nonostante il top-secret, posso dare una cifra
ripetutamente controllata e che non teme smentite: 11 milioni a testa, in tre partite,
ciascuno dei 22 di “Italia azzurra” ha guadagnato più che per il secondo posto in
Messico.
In totale, 242 milioni, malloppo che la federcalcio pagherà con i 267 milioni incassati
di giorno feriale a Napoli per l’amichevole Italia-Francia. E’ una cifra enorme e non
mi risulta che nessun “federale” abbia avuto crisi di coscienza nel patteggiarla e
tantomeno sia stato tentato dal dimettersi, come fece Carraro dalla presidenza della
lega dopo i 2.612 milioni di farina per Rossi.
Né si deve credere che premi di tale calibro siano prerogativa del nostro “bel paese”.
Il capo-delegazione francese ha l’altro ieri senza perifrasi ammesso che all’interno
della squadra c’erano problemi pecuniari e, quanto al Brasile, ho avuto precisa
conferma di quanto spetterà a ogni giocatore: in caso di vittoria finale, un milione di
cruzeiros, in caso di secondo posto mezzo milione. Tradotto in lire, si tratta di una
cinquantina di milioni effettivi, a testa, per vincere la quarta coppa.
La eccezionale entità del premio-passaggio sganciato agli italiani spiega in buona
parte anche la totale disponibilità dei giocatori a non piantar grane di nessun tipo,
soprattutto quelle legate alla formazione da mandar in campo. Un ferreo do ut des tra
federazione e squadra ha consentito al ct di lavorare sul tranquillo. Pur dando per
scontata la buona pasta di entrambi i giocatori, si riesce per esempio a mettere meglio
a fuoco lo scambio di cortesie tra Graziani e Rossi nonostante la concorrenza per la
maglia numero nove. E si precisa anche meglio il tortuoso silenzio di Maldera,
diventato in due e due quattro riserva di Cuccureddu e Cabrini: “Non fosse stato per
l’invito di Rivera e perché si guadagna una barca di soldi – mi aveva confidato
quindici giorni fa in un momento di amarezza – non sarei nemmeno venuto in
Argentina”.
I giocatori – mi ha detto Curi, il Carosio brasiliano, al suo ottavo mondiale – sono
“inflacionados en la cabeza”, hanno la testa inflazionata dai soldi. L’espressione è
molto bella e calza bene a tutti anche se gli effetti sembrano tutt’altro che omogenei:
stimolante per gli italiani, sonnifero per i brasiliani, e sì che, anche finanziariamente
parlando, lira e cruzeiro si assomigliano parecchio, tutte e due appartenendo al fronte
delle monete deboli.