1978 giugno 11 Terza partita terza vittoria
1978 giugno 11 – Terza partita terza vittoria
Italia-Argentina 1-0, gol di Bettega
I prossimi avversari degli azzurri saranno mercoledì i tedeschi
BUENOS AIRES – L’Italia che non si era ancora vista a questi mondiali d’Argentina è
ricomparsa per vincere la sua terza partita: si parla dell’Italia che fa della difesa la
base di tutto il gioco, dell’Italia che lascia sfogare l’avversario per colpirlo in
contropiede.
Affrontando l’Argentina, già qualificate entrambe le squadre, si giocava per il
prestigio (essendo impossible prevedere quale accoppiamento sarebbe convenuto, in
mancanza di notizie certe sugli altri gironi), l’Argentina anche per mantenere il
privilegio di poter continuare a giocare sotto gli occhi del suo affezionato pubblico di
Buenos Aires. Con questo miraggio la squadra di casa ha attaccato per quasi tutta la
partita, con affanno però, senza idee, che non fossero quelle espresse dall’azione
pulita del tecnico ed esile Ardiles, che andava via di agilità anticipando l’immancabile
zampata di Benetti.
Certo i nostri hanno giocato sacrificandosi molto per la difesa. Come Bettega e Rossi
si sono visti praticamente solo nell’azione del gol, nato da una loro collaborazione;
come Causio che, anziché assiduo suggeritore ha giocato intelligentemente di
copertura.
La partita l’ha giocata la difesa, con Bellugi sostituito dopo soli sei minuti da un
incerto Cuccureddu; Gentile si è occupato di Kempes, molto attivo per quasi un’ora,
ma poi abbastanza facilmente contenuto, dal momento che bastava anticipare lui per
spegnere le azioni d’attacco argentine. L’Italia ha subito sì il gioco ma ha rischiato
pochissimo. L’Argentina è caduta su una delle poche azioni d’attacco azzurre e questo
ha esasperato un pubblico già abbastanza deluso dalla sconfitta.
Terza partita, terza vittoria. Comunque giochi, chi può fermare questa Italia? Ormai è
la squadra da battere. Il prossimo impegno è con la Germania, a Buenos Aires,
mercoledì. E se vincerà anche in quella partita diventerà la favorita d’obbligo. E
chissà, forse riuscirà a far passare dalla sua parte anche il pubblico del River Plate. A
Buenos Aires ci sono ancora un milione e mezzo di persone che si riconoscono
italiani.