1978 giugno 2 L’Italia deve convincere da subito
1978 giugno 2 – L’Italia deve convincere da subito
Contro la Francia non giocherà l’autore dei due gol di Napoli, Graziani
Rossi in allenamento sbaglia tutti i rigori
MAR DEL PLATA – “Graziani mi ha aiutato, rendendosi conto di non essere
brillante come l’anno scorso”: il Ct ha annunciato così l’esordio di Paolo Rossi. Lo
sapevamo tutti da giorni, ma mancava la carta bollata. Con Rossi, anche Cabrini,
quindi nessuna sorpresa, nemmeno in panchina.
L’ultimo allenamento è stato dedicato a… Platini e all’arbitro rumeno, nel senso che
sono state simulate le punizioni del francese e sono stati calciati i rigori. I rigoristi di
Bearzot sono Causio e Benetti o “chi se le sentirà in una certa atmosfera”. Dal
dischetto ci ha provato naturalmente anche Rossi, disastroso, quattro tiri nemmeno un
gol, un paio fuori e un palo. Pablito ha invece impressionato con certe bordate in
azione, durante una micro-partita.
Quanto alle punizioni di Platini, alla battuta sono andati Graziani e Claudio Sala
tentando di ripetere le parabole del francese, così come le soffrì Zoff nel secondo
tempo dell’amichevole a Napoli. Il problema sta nell’organizzare una barriera decente.
Il Ct ha quasi sempre disposto in fila Bettega, Benetti, Tardelli, Antognoni, a volte
piazzando Scirea sul palo destro di Zoff. Chissà che funzioni.
Fa un freddo boia, tempaccio, molto più inverno di quanto gli stessi argentini
supponessero. Tira poi dall’Atlantico un vento tagliente, calcolato sui 35 chilometri
orari. Un vento che, per ammissione di Zoff e Bordon, può creare qualche problema
soprattutto sulle traiettorie alte.
I francesi annunciano che non giocherà Bathenay, il fortissimo mediano, mesi fa
strappato ai legamenti del ginocchio. Gioca invece Tresor, il libero. Bathenay sarebbe
toccato ad Antognoni, giocando il francese in una posizione di centromediano
metodista. Lo sostituirà Henri Michel, trentunenne centrocampista del Nantes, meno
compassato di Bathenay e più portato al movimento.
Un altro giocatore esperto, trent’anni, marcherà Paolo Rossi: Rio, pure lui del Nantes.
Rio lo ricordo benissimo a Napoli, dove subì da Graziani due gol. E’ uno stopper
scattante, attento, che gioca sull’anticipo. Non molto alto. Riesce difficile da superare
sul dribbling a terra, che è la specialità di… Rossi. Il suo punto debole è di testa,
sottoporta, dove invece è dotatissimo… Graziani. A guardar bene, è un po’ paradossale
ma Rio finirà con l’incontrare proprio l’avversario più adatto alle sue caratteristiche.
Sul gioco aereo, i francesi temono a questo punto soprattutto Bettega tanto che, in
occasione del corner, gli sarà sicuramente dedicata particolare attenzione dal negro
Tresor, oltre che dal terzino. Le marcature non sono ancora state messe a punto e
Bearzot nutre ancora qualche sospetto sulla formazione data da Hidalgo: un’ora prima
della partita, quando conoscerà ufficialmente la squadra avversaria, il Ct avrà il tempo
per calibrare gli ultimi dettagli.
“E’ arrivato il tempo delle vere emozioni” sorride Gigi Peronace, press-agent azzurro.
In nazionale, Cabrini è un super-esordiente, più ancora di Rossi che almeno si è fatto
un po’ l’occhio in Belgio e in Spagna. Di emozioni ce ne saranno dunque per tutti e
non è detto che durante la partita non cambi qualcosa d’importante. “Può succedere di
tutto”, ha ammesso lo stesso Bearzot lasciando intendere che tra le riserve il più
sfruttabile sarà Graziani.
L’atmosfera della squadra non è eccezionale ma pare migliorata rispetto ai giorni della
partenza da Roma. In un certo senso, l’Italia ha anzi già vinto il Mundial: quello della
cortesia e della disponibilità. Nessun’altra squadra ha mantenuto altrettanto dialogo
con la stampa e con il pubblico, rifiutando l’isolamento che ha caratterizzato quasi
tutte le finaliste, con particolare riferimento all’Argentina, al Brasile, all’Austria, alla
Spagna, autentici bunker da bomba al neutrone più che di innocentissimi palloni.
Naturalmente, non esiste gente più esagerata dei latini. E’ perciò accaduto che, tra
giornalisti italiani, argentini, spagnoli eccetera, alcuni giocatori italiani hanno patito
un vero e proprio martellamento, roba da lavaggio al cervello, con scariche di
domande una più allucinante dell’altra, alla ricerca non si sa più di che cosa. Da
professionista, ho accusato a volte avvilimento, un senso di vergogna nel veder ridotto
il giornalismo a questua di cretinità. “Ma possibile – si domandava stremato un
giocatore – che da dieci giorni mi chiedano per due ore al giorno sempre le stesse
cose?”. E’ possibile, caro amico, quando il calcio diventa petulanza, enfasi,
mitomania.
Malinconie a parte, è il gran giorno, si gioca, facendo tacere un po’ di parole. La
Francia ha i bauli carichi di champagne e spesso si è autodefinita, assieme alla Scozia,
la possibile sorpresa del Mundial. Contro questo programmino di Hidalgo, Bearzot sta
esaurendo le ultime briciole di stress: chi vince non avrà in mano ancora nulla di
definitivo, ma un piede nel secondo turno, questo sì. Personalmente, nutro una
sensazione sconosciuta in altri tre mondiali: che oggi pomeriggio non sarò stupito di
nulla. E’ una nazionale tanto sconclusionata e improvvisa che ci si può attendere di
tutto.