1978 giugno 23 Non è un Mundial fallimentare
1978 giugno 23 – Non è un Mundial fallimentare
CALCIOMONDIALE/Anche dopo la sconfitta con l’Olanda è l’Italia la squadra con
più punti
Contro il Brasile una nazionale senza grandi stimoli – Probabile ricupero di Antognoni
e conferma di Graziani per sostituire gli squalificati Benetti e Tardelli
BUENOS AIRES – Intanto, lasciamo perdere il doping! Magari saranno drogate tutte
le finaliste, ma non con i prodotti che il controllo antidoping rivela: le ultime analisi
non hanno segnalato il minimo caso, tanto meno tra gli olandesi, e anche ci fosse
stato, non sarebbe accaduto assolutamente nulla, dato che per regolamento i risultati
non si toccano. Al massimo vengono squalificati i giocatori implicati.
Scartate le voci da fantascienza, rimane la partita che Bearzot ha visto in chiave-
massacro. Per il Ct, la sconfitta dell’Italia è dipesa infatti quasi tutta dalla scarponeria
degli olandesi. “Per tutto il primo tempo – ha denunciato Bearzot – il loro è stato un
lavoro al corpo, fatto con l’intenzione di demolire, un assalto fisico, a colpi di ariete.
Nel secondo tempo hanno raccolto i frutti di tanta aggressività anche perché i nostri
Rossi, Cuccureddu, Scirea, Bettega, Zaccarelli, sono gente elegante, che cerca il
gioco, non la violenza”.
– Insomma, l’Italia ha avuto paura…
“Sì, paura fisica, paura di lasciarci le penne. Benetti era tutto indolenzito e
l’intervento a mezz’aria di Haan su Zaccarelli era da espulsione! È stato questo
l’episodio determinante perché, nel momento in cui il nostro 2-0 era nell’aria, la
partita si è fatta diversa. Gli olandesi hanno avuto la prova del permissivismo
dell’arbitro e hanno capito che potevano fare qualunque cosa. Lo stesso Zoff è stato
costantemente premuto oltre i limiti del regolamento”.
Parte di ragione Bearzot ce l’ha, ma non tutta. Oltre al pressing e a qualche colpo
basso tollerato dall’arbitro spagnolo, c’era l’Olanda, abituata per mentalità a non
considerare mai chiuso un risultato. Nemmeno i tiri da lontano sono casuali, come
hanno gli olandesi ripetutamente dimostrato anche durante questo mondiale, contro
Scozia e Germania (per informazioni, rivolgersi al portiere Maier). Senza contare che
l’1-0 è costato troppa fatica agli italiani, stelle cadenti per l’intero secondo tempo.
“Noi siamo andati in gol su azione – osserva Bearzot – loro a testuggine”. Giusto, ma
anche quello è calcio e proprio G.B. Fabbri, allenatore “olandese” del Vicenza, aveva
profeticamente messo in guardia da terzini e centrocampisti che salgono a concludere
dalle retrovie. I due gol sono non a caso dello stopper di Bettega (Brandts) e dell’ex-
libero Haan, da qualche anno fattosi centrocampista. Cuccureddu e Gentile hanno
eseguito per intero il loro dovere neutralizzando Rensenbrink-Rep e l’Olanda ha
insistito allora nel cercare il gol da media e lunga distanza. In ciò esprimendo un
modulo, non il caso, anche se poi, a smerigliare ogni episodio, nel calcio trovi sempre
l’appiglio per sminuire le cose.
In vantaggio per 50 minuti, l’Italia ha perso una notevole occasione ma ha la
soddisfazione di avere incontrato tutte le migliori squadre del mondo. Argentina,
Germania, Olanda, domani il Brasile, senza contare la Francia e l’Ungheria, affatto di
riposo. Ancor oggi, la classifica generale vede l’Italia al vertice con 9 punti, sia pure
assieme con Brasile e Argentina. La stessa Olanda ne ha uno in meno, 8! Se è
fallimentare un campionato come questo…
Il fatto è che, avendo perso in tutti i sensi di strettissima misura, la finale per il terzo e
quarto posto rischia di non proporre più stimoli ai giocatori, i quali paiono più curiosi
del risultato della finalissima, che di quello della loro finalina con il Brasile. Sono
anzi già divisi in partiti pro-Olanda (molti) e pro-Argentina (pochi). Tra questi ultimi
Gentile, come sempre senza peli sulla lingua: “Tifo Argentina – ha spiegato – soltanto
perché potrò sempre dire di aver battuto i campioni del mondo! Per il resto,
l’Argentina ha rubato con Francia e Ungheria, ha avuto molta fortuna e ha trovato
alla fine questo…Perù che tutti abbiamo visto. Avesse giocato il mondiale in un altro
continente, l’Argentina non avrebbe passato nemmeno il primo turno”.
Comunque, sono affari loro, che non ci riguardano più. Ciò che conta è adesso la
partita numero sette, una in più che in Messico, quando si andava in finale con sei
partite. Contro il Brasile non ci saranno né Tardelli né Benetti, squalificati, mentre
Zaccarelli continua a zoppicare. Con Gentile a marcare “dinamite” Roberto, il
problema è a centrocampo, dove giocherà Antognoni e dove potrebbe retrocedere
Bettega, con l’inserimento di Graziani in attacco e l’arretramento di Zaccarelli in
mediana, sempre che ce la faccia a recuperare. Escluso il rientro di Bellugi (“Non
rischio la carriera e l’inguine per questa finale” ha detto), le possibilità sono anche
altre, a mio parere più labili.
Incertezze che, in una finale con l’Argentina, avrebbero creato una suspense da titoli
cubitali. Ora, tutto è più smorzato, a luci basse.