1978 giugno 3 Un gol a freddo sveglia l’Italia
1978 giugno 3 – Un gol a freddo sveglia l’Italia
Iniziati con una meritata vittoria (gol di Rossi e Zaccarelli) i mondiali degli azzurri.
Italia – Francia
2 – 1
MARCATORI: Lacombe a 40”, Rossi al 20′, Zaccarelli al 52′.
ITALIA: Zoff; Gentile; Cabrini; Benetti; Bellugi; Scirea; Causio; Tardelli; Rossi;
Antognoni (dal 46′ Zaccarelli), Bettega. In panchina Conti, Maldera, Claudio Sala e
Graziani.
FRANCIA: Bertrand Demanes; Janvion; Bossis; Michel; Rio; Tresor; Dalger;
Gouillou; Lacombe (dal 73′ Berdoll); Platini; Six (dal 75′ Rouyer). In panchina
Baratelli, Lopez e Petit.
ARBITRO: Rainea (Romania); guardalinee Linemayr (Aust.) e Silvanio (Cile).
NOTE: stadio pieno, pubblico di 45.000 spettatori. Giornata di sole, fresca. Numerosi
i tifosi italiani che, vestiti di impermeabili bianchi, rossi e verdi, formano in tribuna
un tricolore italiano.
MAR DEL PLATA – Dopo mezzo minuto l’Italia perde, dopo un’ora scarsa l’Italia
vince! La squadra ha giocato meglio del previsto. Il medico Vecchiet aveva parlato di
ricupero nei test fisici; Bearzot aveva garantito un miglioramento nel tono generale:
hanno avuto entrambi ragione, anche se la Francia si è mostrata meno dotata che in
amichevole a Napoli.
Delle celebri punizioni dal limite Platini ne ha avuta a disposizione soltanto una e l’ha
sprecata con un’innocua foglia secca. Per il resto, Platini è stato un nome famoso e
basta. Nei giorni scorsi il presidente del Nancy aveva dichiarato: “Faremo di tutto per
tenercelo. Sennò ho un impegno sulla parola con l’Inter”. Dopo la marcatura di
Tardelli ho l’impressione che anche Platini avrà una ragione in più per cercare di
evitare i tackles all’italiana. Senza picchiarlo, bene inteso, Tardelli lo ha però
spremuto quanto un limone, consentendogli soltanto di liberarsi dal pallone il più alla
svelta possibile.
L’annullamento di Platini ha avuto un peso enorme sul match, dato che la Francia non
possiede punte di livello internazionale. Lo stesso centravanti Lacombe ha segnato
l’1-0 al fulmicotone soltanto per un attimo di paralisi della difesa italiana e in
particolare di Scirea. Oltre a ciò, la Francia non ha potuto mandare in campo il
mediano Bathenay, alla spinta del quale è abitualmente legato il meglio del suo
centrocampo. Quanto al negrone Tresor, giocatore di gran classe e di forte incisività,
dev’essere guarito troppo in fretta, tanto è vero che soltanto in chiusura di partita ha
dato qualche contributo in appoggio.
Così compromessa, la Francia è stata ridimensionata. Handicappata sul piano della
classe pura, la partita ha preso una piega truce, di bulloni più che di tocchi di fino,
esaltando soprattutto l’Italia. Soltanto Antognoni si è visto subito tagliato fuori da un
clima che concedeva poco alla riflessione e dunque la sua sostituzione con Zaccarelli
è parsa dopo l’intervallo una decisione molto previdente di Bearzot.
Dopo un gol tanto precipitoso, non era mica facile giocare. Ciò nonostante, l’Italia ha
accelerato senza complessi, trainata soprattutto da Causio. Nel primo tempo, il barone
della Juve ha incantato anche i parenti stretti di Claudio Sala, il che è tutto dire! Ma
tutto il progressivo forcing della squadra ha fatto impressione. Chi aveva visto a
Buenos Aires la partita inaugurale tra Germania e Polonia, come Facchetti e Sivori,
non ha avuto ieri il minimo dubbio sulla qualità ampiamente superiore di Italia-
Francia. Gentile e Tardelli hanno fatto diga, proteggendo da campioni il centro area,
senza perdere un colpo. La squadra ha così potuto distendersi con un Benetti
eccezionalmente lineare, con un Causio mai visto tanto cocciuto su ogni pallone.
Nonostante un Antognoni in affanno, già prima del pareggio Bettega aveva incornato
in quasi-gol obbligando il portiere francese alla miglior parata della giornata.
Quando Rossi ha segnato, il risultato non ha sorpreso nessuno, cresciuto com’era con
naturalezza, per una superiorità sempre più netta. Punizione di Gentile, di testa apre
Bettega per Cabrini che crossa da sinistra in mezzo. Con un’azione concitatissima, i
cui dettagli sono difficili da fissare, Causio colpisce violentemente il palo. Il portiere
si scompone fuori porta, il pallone carambola al centro della sua area piccola dove
sono piazzati Rossi e Tresor. C’è un colpo di stinco, ma i riflessi di Rossi sono i
migliori in circolazione, tocca corto, in rete, spiccando subito dopo un volo carico di
felicità, a pugni chiusi, per il gol più importante della sua verdissima carriera. In
tribuna lo guardano Simonetta, la sua ragazza, e Farina, arrivati ieri dall’Italia: sono
due sguardi naturalmente molto diversi… ma il ragazzo li deve avvertire addosso
entrambi.
Nell’intervallo, parlo con Pelé e Sivori, visto che, per i misteri dell’organizzazione, mi
trovo solo italiano nel settore dei brasiliani e degli argentini. Sono tutti stupiti dal
carattere del nostro gioco, visto che vinciamo le corse, i tackles, le acrobazie,
smentendo antichi scetticismi sulla nostra abitudine a rischiare. Sivori è ammirato da
Rossi, Cabrini, Tardelli. Pelé parla soprattutto di squadra e, senza che io ne provochi
la risposta, cita un solo giocatore, il Rossi Paolo, la “pazzia” finanziaria di Farina.
Durante l’intervallo, Bearzot migliora la situazione, con Zaccarelli, un giocatore che
va in campo a petto in fuori, con quell’aria distinta alla quale, come argutamente
osservava l’altro giorno Giovanni Arpino, “manca soltanto la ventiquattr’ore sotto
braccio”. Zaccarelli è di cervello fresco e di muscoli riposati. Il primo pallone che gli
arriva in zona-gol, non ci pensa su un minuto e, inclinandosi un po’ indietro a sinistra,
riesce a equilibrare di destro un rasoterra all’apparenza non molto offensivo e però in
zona-oscuramento per il portiere francese, che ci muore sopra senza emettere
nemmeno un lamento.
L’Italia vince e a quel punto si spacca in due fasi. Prima ribatte il forcing dei francesi.
Poi amministra giocando lateralmente, per prender tempo. In questa operazione c’è lo
zampino di Bearzot che, più volte alzandosi dalla panchina, urla a Benetti e Causio di
non aver fretta, per carità.
Accadono altre due cose. La Francia non riesce una volta che sia una a liberare un
attaccante negli affollatissimi dintorni di Zoff. L’Italia ha invece a disposizione
almeno due occasioni per il 3-1.
Ma non ce la fa a segnare ancora perché Bettega spreca, con il pallone ahimè troppo
sul sinistro, e soprattutto perché questa squadra era l’inaugurazione personale di…
Paolo Rossi, dunque poco assimilato e peggio servito. Ci fosse stato, senza offesa per
nessuno, uno che lo conoscesse quanto Cerilli o Salvi, nel secondo tempo Rossi
sarebbe stato smarcato in gol almeno quattro-cinque volte. Rossi è tipo che gironzola
a piccoli passi, teso come le corde di un violino, e bisogna saperlo cogliere quando sta
per innestare il suo scattino bruciante o la sua finta. Perciò, nonostante la bellissima
giornata, ci ritroviamo a rimpiangere che non gli sia stato creduto prima, inserendolo
già da un po’ nel circuito dei titolari.
Adios pampa mia, cantano i colleghi francesi in sala stampa.L’hanno presa con spirito
perché hanno aperto le pupille su un’Italia che nessuno sospettava. La nazionale è
stata capace dell’impennata nella quale personalmente speravo. La sensazione è
adesso molto piacevole. Guardo fuori e scopro il primo bel tramonto da quando sono
a Mar del Plata: è proprio vero che questa è una città tutta italiana.
LE PAGELLE
ZOFF 7 – Imparabile il gol di testa del centravanti Lacombe, una volta accettato il
principio che non si esce sui dieci metri, come usano fare alcuni portieri anglosassoni
o olandesi. Durante i momenti di forcing francese, ha sfruttato la sua potenza fisica in
uscita sulle mischie. Tra i pali non è stato mai seriamente impegnato. Soltanto a
pochissimi minuti dalla fine, su un gran tiro da fuori area del terzino Bossis, Zoff era
chiaramente battuto, ma il pallone ha sfiorato il palo di una spanna.
GENTILE 8 – Era cominciata malissimo per lui, dal momento che l’ala sinistra Six gli
era scappata a fare cross-gol: tuttavia, in quell’occasione gentile non era stato affatto
protetto da Scirea. Per il resto del match è stato il difensore più preciso, un vero
martello, che ha concesso poco o nulla al suo avversario diretto, dandosi molto da fare
anche in centro area. Ad un certo momento è stato il difensore che ha più subito… la
asperità degli attaccanti francesi. Non eravamo abituati a veder Gentile tante volte
colpito.
BELLUGI 7 – Ha sofferto il gol del suo uomo, con un colpo di testa ben piazzato dal
centro area. Tuttavia, bisogna riconoscergli un rendimento forse superiore a molti
dubbi e molte attese. Ha sfruttato assai bene la posizione e, in certi tackle scivolati,
sembrava un tedesco.
SCIREA 7 – E’ stato il giocatore maggiormente coinvolto nel gol dei francesi. A
centrocampo, quando è scattato Six, ha sofferto la stessa perplessità che procurò il
celebre gol del Bruges in Coppa Campioni contro la Juve. L’ala francese ha quindi
potuto andare a crossare, prendendo a freddo tutta la difesa. Anche per lui, il tempo ha
però via via fatto giustizia. Nel primo tempo Scirea ha appoggiato più di una volta
lateralmente, dando una mano all’attacco. Nel secondo ha avuto invece l’intelligenza
di cambiare gioco, adattandosi alla situazione.
CABRINI 7,5 – E’ il giocatore che con Tardelli piace di più a Omar Sivori, assieme al
quale ho visto la partita. In effetti, soprattutto dopo il pareggio di Rossi, Cabrini è
stato forse il giocatore che più ha messo in crisi gli schemi dei francesi, con quei suoi
perentori scatti lungo l’out sinistro, capaci di far saltare tutto il meccanismo delle
marcature.
TARDELLI 8 – Davvero miracoloso il recupero psicofisico di Tardelli! Non più di
una settimana fa i test medici del prof. Vecchiet lo davano tra i più affaticati. Era il
pensiero fisso di Bearzot, che aveva il problema di “non far giocare” Platini che ha
finito con il sembrare un giocatore assolutamente qualunque.
BENETTI 8 – Sappiamo benissimo quali sono i limiti di Benetti, il cui tocco non
conosce certo il velluto. Sapevamo anche che Benetti detesta le amichevoli e crede
soltanto nelle partite con in palio un risultato vero. Per il resto, l’unico veneto della
Nazionale ha dato il maggior contributo come temperamento e come punto di
riferimento a centrocampo. Nel primo tempo ha tentato di smuovere dall’abulia
Antognoni; nel secondo è stato capace di amministrare più degli altri i minuti che
mancavano alla fine, quando l’Italia era in preziosissimo vantaggio. Esemplare è
questo episodio, al 38′: ho sentito quasi crack, sulla tribuna molto vicino al campo,
quando è entrato in tackle, rischiando il ginocchio sinistro; un altro giocatore si
sarebbe recato immediatamente dall’ortopedico, invece Benetti ci ha bestemmiato
sopra un attimo e tre secondi dopo andava a vincere un altro tackle!
ANTOGNONI 5,5 – La partita è diventata subito di combattimento e si è capito che
non ce la faceva. Ha subito cominciato a guardare verso la panchina e, quando Benetti
gli ha urlato dietro di muoversi, ha allargato le braccia. Aveva l’aria di essere l’unico
giocatore “fuori dalla partita”.
CAUSIO 7,5 – Per quanto mi riguarda, è stato il giocatore più sorprendente, rispetto
alle ultime prestazioni della Nazionale. Ci ha dato dentro come un… Benetti,
rischiando sempre parecchio, anche nei contatti sull’uomo, che non sono la sua
specialità. Non fosse stata la prima volta che giocava con Paolo Rossi, sono sicuro
che soprattutto nel secondo tempo sarebbe riuscito a servirlo meglio e più
puntualmente.
ROSSI 8 – Al suo esordio mondiale, praticamente la prima partita che giocava con la
Nazionale titolare, è stato il giocatore più ammirato dagli stranieri. Da Pelé a Omar
Sivori, riferisco in altra parte giudizi ampiamente positivi. Per noi non è stata certo
una sorpresa, dopo che da due anni andiamo dicendo che è l’attaccante migliore in
circolazione in Italia.
BETTEGA 7,5 – E’ stato il punto di riferimento dell’attacco, soprattutto nel primo
tempo, durante un periodo psicologicamente non facile per la nazionale. La sua testa è
stata ammiratissima e, dopo un paio di tentativi in acrobazia improbabile, al 26′ ha
schiacciato stupendamente sul palo sinistro, provocando una grande parata del
portiere francese. Per il grande impegno, ha avuto una pausa nella prima parte del
secondo tempo, ma ha ripreso poi alla grande, dedicandosi anche a coprire in difesa,
quando tutta l’Italia era raccolta in bunker.
ZACCARELLI 7 – Ha tirato con prontezza, colpendo così come veniva, non molto
forte, ma sufficiente per battere il portiere francese, in quel momento coperto da un
terzino. Gol a parte, Zaccarelli è parso fisicamente più vivo di Antognoni e,
nonostante non ne possieda il lancio, è servito assai di più di Antognoni, in una partita
delicata, di spazi stretti e ansimanti.
FRANCIA
Bertrand – Demanes: 7
Janvion: 7
Rio: 6,5
Tresor: 7
Bossis: 7
Michel: 6,5
Guillou: 7
Platini: 5
Dalger: 6
Lacombe: 5
Six: 6
Berdoll: 6
Rouyer: 6,5
Arbitro: Rainea: 7