1978 settembre 23 A luci spente
1978 settembre 23 – A luci spente
Perché i piloti di formula uno meritano un fascino particolare presso l’uomo della
strada? Perché riescono a vincere la paura. Trattano la morte come una sorella, paiono
vaccinati contro l’istinto di conservazione.
Milioni di persone rinunciano a volare perché hanno il terrore dell’aereo. Altri milioni
fanno una fatica boia a smettere di fumare per campare qualche anno in più. Ci sono
automobilisti che, per mera angoscia, non superano in vita un camion e rimorchio. C’è
gente, come il sottoscritto, che senza salvagente non accetta di salire nemmeno su un
pattìno tanto è repulsivo il timore dell’acqua.
Loro no, i piloti di formula uno sono diversi, computerizzano anche le emozioni,
sostituiscono i brividi con i riflessi, sono mascherati, ignifughi, samurai del
contachilometri, agenti di un cambio tutto speciale: banconote contro rischio.
Toccano la morte e la trasformano in spettacolo.
Per questo li amiamo, per questo tifiamo il pilota prima che la marca. Ma è per questo
che ci mette a disagio la vicenda Patrese: perché ci restituisce piloti molto uomini,
molto quotidiani, stressati, isterici, settari, colpevolisti senza attendere l’esito
dell’inchiesta, incapaci di porre nel loro computer anche il dato del dubbio, giudici
settari.
Visto così, il grande Barnum della Formula1 spegne le luci della stagione.