1979 maggio 26 Il Giro diviso

1979 maggio 26 – Il Giro diviso

Saronni è giovane, bravo e in forma. Lo sguardo è fresco, gli occhi
sprigionano una voglia pazzesca di vincere. Ha carattere,
ambizione. Nella crono ha fatto il vuoto, ma già da qualche giorno
scappava come un setter dalla ruota di Moser.
Moser pesa di più, ha cinque anno e passa in più, una silhouette
degna di Koblet e Merckx. La congiuntivite gli ha appiccicato le
palpebre da sembrare un orientale. Da due giorni lo stomaco non
digerisce come dovrebbe. Ha il nervoso di chi è obbligato a
vincere, di chi non ha mai vinto una grande corsa a tappe, di chi si
sente grande e mezzobusto.
Oggi il giro è diviso a metà. saronni è una fida a Moser ma,
paradossalmente,
lo stesso Moser sta sfidando qualcosa
d’imprendibile e di frustrante: il suo ritratto di asso a tutta
dimensione, senza riserve, senza specialità riduttive, asso che
scenda dall’albero dei Coppi e dei Merckx.
Saronni sa chi è il suo avversario, lo vede, lo può battere. Moser
insegue una paura, un’ombra, un dubbio su se stesso. Sta molto
meglio Saronni e, pur ammirando entrambi, proprio per questo ieri
mi sono sentito con Moser. Con il battuto.