1980 giugno 19 Rigore negato. Errore di Causio

1980 giugno 19 – Rigore negato – Errore di Causio

Italia – Belgio 0-0

ITALIA: Zoff, Gentile, Oriali (Altobelli dal 46′), Benetti, Scirea, Causio, Tardelli,
Graziani, Antognoni (35′ Baresi G.), Bettega. In panchina: Bordon, Bellugi,
Zaccarelli.
BELGIO: Pfaff, Gerets, Millecamps, Meeuws, Renquin, Cools, Vandereycken, Van
Moer (48′ Verheyen), Mommens, (77′ Vandenbergh), Van der Elst, Ceulemans. In
panchina: Custer, Martens M., Martens R.
ARBITRO: Garrido (Portogallo)
NOTE: paganti 41.582, abbonati 736; incasso 360 milioni 998.500. Ammoniti Oriali,
Causio, Meeuws, Millecamps.

Dall’inviato

ROMA – Incontro Artemio Franchi che è ancora sbigottito dall’arbitraggio di
Cecoslovacchia – Olanda a San Siro. Il turco ha fischiato persino il fuorigioco su una
rimessa laterale, il che è il colmo soprattutto per una partita internazionale! Pare abbia
già preannunciato che appena ritornato a Istambul si dimetterà: non è l’unica
figuraccia dell’Uefa a questi Europei degli stadi deserti. Pensate che persino
l’Olimpico, con una partita decisiva per l’Italia, non ha fatto il pieno.
Il Belgio ha tolto di squadra Vandenbergh, preferendogli il mediano Mommens per
opporlo a Benetti. La cosa è stata interpretata come sfacciata confessione catenacciara
forse scordando che Vandenbergh, pur «Scarpa d’Oro» del 1980 quale miglior
goleador europeo (39 reti), ha fato vedere invece una mezza ciabatta nei primi due
match, contro Inghilterra e Spagna.
Si gioca in un clima un po’ moscio. L’aria è umidiccia, afosa. L’Italia deve vincere, il
Belgio pareggiare. C’è una bella differenza e all’inizio si vede tutta, con i belgi belli e
tonici mentre gli italiani paiono morsi dalla tarantola.
L’Italia è quella eterna di Bearzot: cambia qualcosa solo nella marcatura, con
Collovati in pratica terzino destro su Ceulemans, biondo, giovane, alto un metro e 90.
Più stopper è Gentile, cui tocca Van der Elst, altro prolifico in area di rigore. Ma non
basta marcare questi; l’Italia soffre molto, nella prima mezz’ora Zoff avverte
ripetutamente il brivido del gol.
Al 29’, il Belgio quasi passa al centro, cogliendo un rimpallo forsennato tra Gentile e
Scirea. Italia fortunata.
La partita si fa sempre più dura, colpo su colpo, non sempre con lealtà. Oriali si fa
ammonire; Bettega si vede costretto a falciare in… retrovia; lo stesso Tardelli infila
una zampata chirurgica.
Ma il peggio tocca all’Italia che soffre nella bagarre la perdita di Antognoni,
raggiunto lungo l’out da un’arpionata bassa di Vandereycken. Esce zoppicando,
sostituito da Giuseppe Baresi, veemente terzino dell’Inter che corre a marcare Van
Moer, il più giovane in campo contro il più vecchio in campo, una classe 1958 contro
un 1945. Oriali, che zoppica chiaramente (per stiramento), si sposta allora su
Vandereycken.
La gente urla «Assassini!Assassini!», mentre il cielo si fa di uno scuro da burrasca.
L’Italia ripete l’affanno di tutti i sui primi tempi europei, così con la Spagna, così con
l’Inghilterra: è l’esatto contrario del Mondiale ’78, quando gli azzurri servivano al
pubblico argentino primi tempi gustosi quanto spaghetti.

Contro il Belgio costruisce così una sola sovrana palla-gol, al 31’. É Causio che serve
la punizione dall’out destro; Graziani, sul centro-sinistra, in piena area a otto metri
dal portiere, gli spara addosso due volte.
É l’occasione più intensa di tutto il primo tempo che chiude la parziale zoomata su
Van Moer, steso a centrocampo che pare stia dormendo nel suo letto. Gli è arrivato
addosso un messaggio di Benetti; non benevolo naturalmente, anche se bisogna dire
che questi belgi sembrano tutte fatine di una sospetta fragilità. Mentre rientrano negli
spogliatoi, vedo Bearzot poggiare il braccio su Benetti e Bettega parlando loro molto
serrato: cambierà qualche schema nella ripresa?
É quanto spera un pubblico finora ancora perplesso.
Infatti, cambia, fuori il menomato Oriali, dentro Altobelli, tanto impreparato alla cosa
da far ritardare l’avvio della ripresa, non avendo ancora stretto i lacci delle scarpe.
Cose tipiche di Spillo, giocatore sempre un po’ stranito. Altobelli va sulla sinistra
all’attacco, Graziani centravanti, Bettega arretrato in mezzo.
Non si fa nemmeno in tempo a controllare la nuova tattica che il Belgio, non fosse per
una coraggiosa uscita di Zoff a terra, rischia di vincere: il portiere chiude con il petto
sul potente affondo di Van der Elst che ha lasciato surplace Gentile.
L’Italia non sta a guardare in un partita fattasi più svelta, migliore anche in qualche
schema. Al 50’ e al 55’ Bettega fa l’ariete centrale, con lo slancio del vero Bobby gol,
ma trova prima una mano a fermargli il triangolo di Graziani e poi il terzino Renquin.
Il tocco di mano, nettissimo in area, viene punito dall’arbitro con un calcio dal limite.
Doveva essere rigore…
Gli spazi si intasano paurosamente nell’area belga. Scirea si allunga in corridoi di
mezz’ala servendo Graziani che, purtroppo, nelle strettoie non coglie mai il momento
magico. E spreca.
I belgi rallentano ogni gesto; quando cadono ci vuole la gru per rialzarli. L’Italia
domina il campo, ma non passa, è pure jettata. Al 78’ e all’83’ sono due palle gol da
strapparsi anche il cuoio capelluto!
In acrobazia, Bettega mette fuori il pallonetto atterrando quasi con il corpo sul palo.
Poi Causio, solissimo, magnificamente smarcato da Bettega, calcia a sua volta sul
portiere in uscita: un pallonetto ed era la finalissima!
Ultimi 5 minuti. Niente! La pena dello 0-0 che consente soltanto una
malinconicissima finalina. Enzo Bearzot accende la pipa. Il resto si spegne.