1980 Olimpiade di Mosca. Medaglia d’oro di Giovannetti
Olimpiade. Nel tiro al piattello prima medaglia per gli azzurri
Una bandiera italiana «clandestina» sventola per l’oro di Giovannetti
Mosca – Per almeno dieci minuti la bandiera italiana è sventolata all’Olimpiade, sul più alto
pennone del poligono di tiro, a qualche decina di chilometri da Mosca! È accaduto ieri quando,
sullo sfondo irrorato di pioggia della foresta di betulle di Mytishci, un gruppo di italiani, mezzi di
Pistoia, mezzi di Montecatini, hanno tirato fuori dalla saccoccia il tricolore e l’hanno issato per far
festa a Luciano Giovannetti, il toscano che ci ha dato la prima medaglia d’oro spappolando nel
cielo, con un fucile senza respiro, 198 piattelli su 200.
Il protocollo lo ha premiato suonando un inno non suo e alzando una bandiera non sua, come ha
voluto il governo italiano pensando che bastasse rendere apolidi i suoi atleti per mettere in
imbarazzo la politica estera dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche. Ha provveduto
l’uomo della strada a restituire l’identità alla squadra.
Non è stato un gesto di sfida, ma di nazionalismo. Un dissenso alla rovescia, «tipicamente
italiano», ha commentato un giornalista tedesco. Una protesta del cuore più che della coscienza, la
voglia di non sentirsi smarriti, cittadini di un Paese che non esiste e che non ci riguarda, il Cio, con i
suoi cinque cerchi su campo bianco.
Italianski, italianski, mormoravano in tribuna gli spettatori a quell’alzabandiera fuori ordinanza,
senza ufficialità, clandestino e provvisorio, accompagnato da un Inno di Mameli rauco, stonato, di
gente davvero con le lacrime agli occhi. Dopo tanti colpi di fucile, è prevalsa la nostalgia, il vincere
qualcosa insieme su uno sterminato orizzonte di betulle.
L’Olimpiade degli assenti e dei figli di nessuno è cominciata per l’Italia con un bellicoso oro e
con un frammento di Libro Cuore, dagli Appennini a Mosca.