1982 novembre 17 L’oro del Mundial
1982 novembre 17 – L’oro del Mundial
«I cavalieri del Mundial stakanovisti della caccia all’oro» è il titolo del Corriere al
servizio sulla premiazione della Nazionale, lunedì a Castelfranco: «La caccia al gol ha
lasciato il posto alla caccia ai riconoscimenti».
Messa giù così, gli azzurri paiono campeones di avidità piombati nel Veneto a
razziare lingotti, gente con tre spanne di pelo sullo sterno sensibile soltanto al
balenare dell’oro tra le unghie.
Se l’informazione fosse anche approfondimento della notizia, chiunque avrebbe
invece potuto sapere che Bearzot è noto per la testarda ritrosia ai premi e che
Castelfranco fu un’eccezione; che mai Bearzot o i suoi «ragazzi» s’informarono
preventivamente sull’entità del premio; che Rossi è giunto in tempo da Parigi soltanto
per le reiterate pressioni di amici oltre che per il solido legame del campione con il
Veneto.
Tu pensa, se escono dal Mundial hanno assicurato il lancio di pomidoro; se lo vincono
dopo 44 anni, dovrebbero rifiutare, loro professionisti fino al midollo, gli inevitabili
alleluja in un Paese di targhe, coppe, onorificenze, diplomi e pistolotti in pompe
magna per gente di cartapesta o per «cacciatori di foto» come Bearzot chiama gli
avvoltoi dello sport, quelli che non rischiando ma tirando le fila finiscono con il non
perdere mai.
Resto sempre della mia vecchia opinione: quanto deve essere costata a lorsignori la
vittoria di Bearzot al Mundial! Un’autentica sofferenza, che traspare anche dalle
occasioni più marginali: i veri stakanovisti sono ancora lì, sull’orlo dell’Oceano, a
Vigo. Il resto, oro compreso, non è loro. E si vede.