1983 dicembre 7 Vignola: “Siamo ritornati a essere una vera squadra”
1983 dicembre 7 – Vignola: “Siamo ritornati a essere una vera squadra”
Viaggia dentro una Volvo, con l’adesivo del sindacato calciatori sul vetro, la morosa al fianco e la
targa Verona. Dentro quel macchinone sembra ancor più Beniamino Vignola, il “Riverino
dell’Adige”, giocatore esile, fine, leggero, che quel po’ di chili che pesa è tutta classe e stile.
Quattro anni fa Manlio Crobu, amico di Bearzot e dei buoni giocatori, mi disse: “Vignola è il più
forte di tutti!”. Oggi mi consiglia di aspettare in serie A Butti del Como: “è uno come Vignola”,
assicura, e con Zico, sembra gonfiare un po’ il torace da canarino.
Nel giro di otto giorni ho visto la Juve a Firenze e con la Roma: in entrambi i casi, la Vecchia è
cresciuta non appena ha sbattuto in campo Vignola, uno che entra con certi mutandoti che gli fanno
naufragare dentro gambe tanto intelligenti quanto all’osso. “Solo io e Furino ci divertiamo a usare
quei mutandoni!” confessa divertito, con aria di puffo, il faccino disteso, istintivamente allegro.
Contro la Roma entrò nel tumulto con una disinvoltura tale da farmi sospettare che non abbia
sistema nervoso. “La Juve è tornata grande – una squadra vera. La dimostrazione sta nella reazione
fatta vedere sia a Firenze che a Torino”.
E gli errori, gli chiedo?
“Senti, a Firenze ci sono stati errori con quel marpione di Bertoni, ma con la Roma no: quella di
Pruzzo è stata una prodezza. Si è appoggiato per terra e ha girato una traiettoria alta e tesa, non
cascante. Se poi lo spingevi da dietro, lì facevi rigore, eh”.
Quando a Udine, Vignola è laconico: “Hanno Zico e Causio, quindi possono tutto”. Non sa quanti
minuti lo farà giocare Trapattoni ma quel tipetto di morosa presto moglie ha un’idea: “ci vuole una
grande campagna di stampa! Beniamino deve giocare sempre”.
La signora Antognoni ha tracciato il solco: attento Trap!