1984 Marzo 24 La Juve riprende fiato
1984 Marzo 24 – La Juve riprende fiato Crollano i nervi al Verona L’Udinese ritrova la grinta
Oro olimpico, definito dai tecnici il più impostato pugile italiano, Patrizio Oliva è stato rabbiosamente
fischiato l’altra sera a Chiavari. In difficoltà a far gioco contro i dilettanti finlandesi, lo scorso mercoledì la
Juve di coppa si è vista beccare senza pietà dal proprio pubblico, tanto che Marco Tardelli gli ha restituito
una pallonata e un applauso di rabbiosa ritorsione.
La gente ha meno pazienza che nel passato, non risparmia nessun idolo, non è più intenzionata a regalare
benevolenza a scatola chiusa. Nello sport professionale e profumatamente pagato, sono sempre meno
quelli disposti a credere, obbedire e combattere in nome del tifo, io pago tu divertimi, sembra voler dire la
folla e – tranne casi di livore per partito preso –la pretesa appare più che legittima.
Oggi gli attori dello spettacolo sportivo non possono più pretendere di sdoppiarsi in due a seconda del
tornaconto: quindi richiamarsi a parametri di gelida professionalità quando si tratta di andare all’incasso; e
appellarsi alla passione per i colori sociali quando è il momento di produrre in base a quell’incasso. Il
fenomeno è interessante, va approfondito e penso che si farà in avvenire sempre più netto.
Nel frattempo, lo scudetto 1984 rotola verso le ultime sei partite con una Juve sulla difensiva dei tre
preziosi punti di vantaggio e con una Roma che affida intatta possibilità al non lontano match diretto. Ieri la
Juve ha vinto con un goleador d’occasione, il battitore Scirea, negli ultimi tempi un po’ trasparente come
difensore, mentre la Roma non è riuscita a modificare lo 0-0 di Ascoli. Tra le due Grandi c’è un fiutarsi
animalesco: nessuna delle due ha la falcata travolgente ma entrambe sono intimamente convinte di
possedere la migliore.
Le due trivenete si scambiano da qualche tempo domeniche di segno opposto. Il Verona non ha fatto
nemmeno in tempo a gustare il pienone di gol e di lire contro la Juve che il Napoli gli ha ridestato dentro-
come sostiene il pragmatico Bagnoli- “il senso del limite”. Cioè la sconfitta ma anche i nervi peggio di corde
di violino, sennò sarebbero difficili da spiegare le due espulsioni di Marangon e Di Gennaro.
Per l’Udinese è stata una giornata molto particolare. Ha preso due punti buonissimi; ha lievitato in Franco
Causio una prodezza-gol sostitutiva di uno Zico per la terza volta consecutiva sciaguratamente assente; ha
soprattutto evitato il ridicolo di trasformare il caso-Dal Cin in una guerra di religione senza capo né coda.
Lo stesso presidente Mazza ha dichiarato di “non aver avuto mai nulla da dire contro Dal Cin”, dimissionario
motu proprio. E in mattinata a Brazzacco un affollatissimo incontro tra lo stesso Mazza e trecento delegati
dei Clubs si è concluso con una piena adesione alla linea della società. In un ambiente aggredito da
manovre, documenti falsi, chiacchiere e intenzioni truffaldine è fondamentale che i leaders del tifo
organizzato si rifiutino di ragionare con la bile invece che con il cervello.
L’Udinese ha 27 punti e altri spazi davanti a sé: nel calcio i giocattoli si rompono facilmente ma altrettanto
facilmente si aggiustano. Vedi il Padova avviato a una dolce primavera.