1985 agosto 21 Veneto da oggi mondiale
1985 agosto 21 – Veneto da oggi mondiale
Stasera a Bassano (Tv Rete 2 ore 17) la cerimonia di apertura del campionato iridato di ciclismo
1985 su pista e su strada
Il Mondiale 1985 di ciclismo nel Veneto è un atto di giustizia. Sul Montello e a Bassano del Grappa
viene onorata una tradizione, l’amore dei veneti per uno sport che, nonostante la fantatecnologie da
record, sembra a volte sopravvivere a se stesso e al sibilo del turbo.
Nel panorama dello sport, sempre più planetario e spettacolare, l’organizzazione di grandi
manifestazioni mondiali non è mai casuale. Si collega a investimenti turistici, a notevoli capitali,
all’affidabilità televisiva, al legame con gli spettatori, all’ambiente naturale. Nell’appuntamento del
ciclismo iridato con il Veneto, si ritrova un po’ di tutto ciò, con in più un pizzico di sano romanticismo
e di sapore di terra.
Sono tante e tali le storie piccole o grandi del ciclismo nostrano, sono così numerosi i ragazzi, le corse,
i circuiti, le squadre, gli sponsor, gli amatori che il Veneto ha dato e da al ciclismo italiano che non
esiste in pratica borgo o comune o città che non abbia conosciuto un momento di aggregazione attorno
ad un telaio levigato come pelle.
Gli occhi del mondo, villaggio totale della televisione, porteranno le immagini, gli uomini e le opere di
questa contrada su tutte le latitudini. Un mondiale non è soltanto una ecumenica kermesse di sport; vale
anche come momento di accredito internazionale di una regione. Il Veneto ha Venezia, Cortina, le
Dolomiti, il Garda, tanta arte quanta natura e quanta cultura. Ma c’è sempre la possibilità di aggiornare
il budget di simpatia e di ospitalità elevando – attraverso lo sport – il profilo del «modello».
Oltre che atto di giustizia distributiva, il Mondiale sarà una occasione alla quale la gens veneta è
chiamata a partecipare con gusto seminando lungo gli asfalti o in pista il piacere dell’accoglienza, il
tempo del divertimento, una manciata di bonomia, insomma le piccole virtù che – più di grandi
messaggi – riescono a far crescere la vita in qualità. Lo sport non è mai periferico ad essa, anzi può
spesso esserne il cuore, senza retorica, con la spontaneità dei momenti più vissuti che ragionati.
In giorni in cui gli stadi uccidono e la gente si cava gli occhi per amorazzi da cinquantamila lire e il
massacro è quotidiana rubrica dei notiziari, scoppia in noi la bomba buona, una voglia infinita di sogno.
Che altro è un tubolare filante di fatica, tecnica, lealtà, passione e struggimento del vincere?
agosto 1985