1985 dicembre 29 Quei due comunicati
1985 dicembre 29 – Quei due comunicati
Italia terra di massacri, è stato il nostro titolo di ieri. Un commando arabo, senza nome ma rivendicato
da un leader palestinese, è entrato in Italia, ha attaccato un obbiettivo israeliano, ha ammazzato italiani,
americani, messicani, greci, chiunque fosse a portata di mitra. Il Bel Paese come scalo di morte, il
transito più apprezzato dal terrore.
In questi casi non si fa soltanto la conta delle vittime. I terroristi nutrono l’ambizione di provocare
effetti politici e più di una volta ci riescono, come accadde nei giorni del sequestro dell’«Achille Lauro»
quando la tensione rimbalzò peggio di un boomerang sui già nervosi rapporti tra Italia e Israele.
Nelle ultimissime ore abbiamo corso lo stesso rischio. A mezzogiorno un comunicato del Ministero
degli Esteri giudicava «immotivate e prive di fondamento» le dichiarazioni di alcuni esponenti del
governo israeliano secondo i quali gi attentati di Roma e Vienna andavano messi in relazione a «un
atteggiamento di tolleranza» dei governi italiano e viennese nei confronti del terrorismo.
Così tempestivo e fermo, il comunicato non prometteva nulla di buono diplomaticamente parlando. Ma
nel pomeriggio ci pensava Shamir, ministro degli Esteri di Tel Aviv, a rompere il muro della
diffidenza. «La prego di accettare – scriveva ad Andreotti – le espressioni della nostra commossa
simpatia. Noi apprezziamo pienamente l’intervento rapido e coraggioso delle forze di sicurezza italiane
che hanno certamente prevenuto una ancora più grave tragedia».
Sia Andreotti che Shamir usano nei rispettivi comunicati, l’espressione «combattere» il terrorismo, ed è
lecito supporre che a quel verbo attribuiscano un calibro diverso. Ma per una volta il sangue non ha
diviso le vittime: almeno qui i killer hanno fallito.
dicembre 1985