1985 ottobre 18 I fatti e il tono
1985 ottobre 18 – I fatti e il tono
Nel suo ultimo, interessantissimo libro («Giolitti: un’epoca», da pochi giorni in libreria) Giovanni
Spadolini scrive: «Le dimissioni di Giolitti da ministro del Tesoro nel ’90, per non aver voluto
ratificare un aumento del bilancio dei Lavori Pubblici deciso contro il suo parere, dimostrano già
l’energia dell’uomo, la sua assoluta intransigenza». Alla giolittiana «intransigenza» di Spadolini ha
replicato ieri Craxi leggendo alla Camera la relazione di 37 fogli dattiloscritti sul caso dell’Achille
Lauro. La sua «verità dei fatti» è stata ascoltata da un Parlamento finalmente solenne per
partecipazione e compostezza al quale la Jotti ha dato impeccabile regia.
Craxi è parso preciso non petulante, fermo non aggressivo, orgoglioso non vanaglorioso. Accettando di
evitare, su suggerimento di De Mita, la rissa di un dibattito ha dimostrato di provvedere già al dopo
crisi.
Lo ha fatto anche riferendo con franchezza il disagio del liberale Altissimo e del socialdemocratico
Nicolazzi sulla scarsa collegialità delle decisioni. Vi ha insistito rivolgendosi senza jattanza agli «amici
repubblicani».
Più che usare i fatti, Craxi li ha raccontati nel tentativo di dare razionalità all’intrigante vicenda. È stato
efficace soprattutto nella rivendicazione di autonomia rispetto a un alleato invadente e spiccio come
Reagan. Richiamandosi alla «coscienza» alla «politica» e alle «leggi», ha usato alla fine un tono etico
che fa strenuamente parte del bagaglio storico-culturale di Spadolini. Usare le armi dell’avversario
funziona ancora.
ottobre 1985