1986 febbraio 9 Se il mio Paese…
1986 febbraio 9 – Se il mio Paese…
Il “riformatore” Gorbacev ha compiuto un gesto “staliniano”. Questa è la delusine più della mancata
libertà a Sacharov.
Da 18 anni lo scienziato del dissenso non accede a informazioni riservate; 13 anni fa il Cremlino lo
catalogò ufficialmente “nemico della patria”; da 6 anni vive confinato a Gorki, città chiusa. Come
può Gorbacev legittimarne oggi la prigionia perché “detentore di segreti di Stato di particolare
importanza”?
Accusato di “azioni illegali”, non lo hanno mai processato. Imputato di propaganda antisovietica,
Sacharov risponde con le parole di un ex-internato nei lager di Stalin: “Si possono propagandare
opinioni, dottrine, idee, programmi, ideali. Non si propagandano i fatti: i fatti si portano a
conoscenza”.
Nel mondo dei grandi numeri, negli sterminati macelli del nostro villaggio totale, la segregazione di
Sacharov sembra appartenere all’infinitamente piccolo. No, con Sacharov resta in cattività un’idea,
l’uomo.
Scrisse Majakovskij negli anni ’30: ”Vorrei essere capito dal mio paese, ma se non dovessi esserlo,
ebbene sopra al mio paese passerò in disparte, come passa una pioggia obliqua”.
Dritta sule coscienze.