1986 giugno 15 Mondiali Messico 86. Il mondiale dei danesi
1986 giugno 15 – Mondiali Messico [Il mondiale dei danesi]
Copenaghen dispone di uno dei più grandi e ben tenuti luna park del mondo, vera e proprio città-
giocattolo. Il simbolo di Copenaghen è la sirena, tenue silhouette che ti invita dalla riva.
Questa Danimarca gioca un calcio gioioso, quasi avesse ricevuto il testimone dagli olandesi
d’una volta. Si smarcano che è una bellezza, mettono insieme polmoni e geometria ad ampia
estensione, dispongono di tackle gagliardi e qualche piede da serra.
Ma sono così spreconi da far rabbia. In un Mundial dove chi va in finale deve reggere sette
partite in trenta giorni, i “sirenetti” hanno corso contro la Germania quanto non si sarebbe sognato
né un italiano né un qualunque furbacchione latino. Nella del tutto platonica foga, il loro stantuffo
Arnesen è persino riuscito a farsi ammonire due volte, quindi espellere a mezzo minuto dalla fine, e
salterà dunque la partita con la Spagna. Usando l’eufemismo “amministrare la partita”, non
diventiamo a volte farmacisti degli scatti, libidinosi del minimo sforzo, filosofi del logoramento.
Perciò, pur piacendoci moltissimo, i danesi ci sembrano in fondo dei matti, gente prodiga che prima
o poi incespicherà nei trucchi degli avari. Pensate agli uruguaiani che, contro scozzesi biondi e
trasparenti come il whisky, hanno consumato la partita, secondo dopo secondo, con una precisione
da artisti del tempo.
Forse per questo l’Uruguay fu chiamato la Svizzera del Sud America.