1986 giugno 16 Mondiali Messico 86. A prova di partita…

1986 giugno 16 – A prova di partita…

Si capisce benissimo perchè certi arbitri le tentino tutte pur di diventare arbitri ”internazionali”. Non
di rado, arbitrare all’estero significa investire, altro che gettone di presenza.
I più ricercati sono quelli dell’Est. Se corruttibili, costano poco, a corto come sono di beni voluttuari
e del tutto sprovvisti di valuta pregiata. Anni fa radiarono la cricca degli arbitri jugoslavi, tra i quali
chi aveva diretto una finale europea del Milan: erano carichi di pellicce e di oro massiccio, graziosi
“ricordini” dei dirigenti P.R. (Per Risultato).
Sabato scorso è stato confessato al magistrato del Totonero che Armando Carbone, commerciante
napoletano al centro della tela di ragno di mille corruttele, aveva l’incarico di accompagnatore degli
arbitri stranieri designati per le partite di Coppa Uefa del Napoli. Lorsignori stavano in buonissime
mani tant’è vero che – puntuale quanto il fischio d’inizio – era d’obbligo la visita ad un negozio
d’abbigliamento dove bulgari, tedeschi & affini facevano razzia. Vedi Napoli e poi vestiti.
Il senatore Viola è stato appena sbattuto fuori dall’Europa con la sua Roma per aver destinato 100
milioni a un arbitro francese. Ciò che affiora è naturalmente la puntina dell’iceberg, anche perché non
di solo denaro si tratta. Molto spesso il condizionamento si realizza in termini di potere, di carriera e
di clan.
La credibilità ne esce oggi così compromessa che la destinazione di Agnolin all’Argentina e di un
arbitro argentino all’Italia fa sospettare di per sé la combine ai danni di uruguaiani e francesi: i primi
hanno chiamato “assassini” i designatori; i secondi hanno maliziosamente definito la designazione
“curiosa”. Chi semina vento raccoglie tempesta, e oggi non esiste più arbitro al di sopra di ogni
sospetto. Sono tutti a prova di partita…