1986 giugno 18 Mondiali Messico 86. La Francia di Platini
1986 giugno 18 – Mondiali Messico [La Francia di Platini]
Adios campeones, la Spagna è un oro che brilla distante quattro anni-luce. Più che rabbia sentiamo
nostalgia. La prima differenza l’ha fatta con Michel Platini che ha messo a nudo il nostro gioco, così
tarchiato bassotto denso. Più che stravincere la Francia, ha perso l’impalpabile pece dell’Italia.
Quando ha deposto in rete il gol della verità, Platini non sembrava alle prese con prato, cuoio e
bulloni. E’ impressionante la delicatezza del gesto, i piedi in guanti bianchi, come se fosse entrato al
Savini invece che in area di rigore. Cogliendo la prima assenza del suo Baresi, ha dosato l’ultimo
tocco a fronte alta, vanificando l’uscita di Galli, stavolta senza peccato. Poi ha esultato con
noncuranza, da gran signore, probabilmente non scordando le ascendenze nostrane e il fatto che, tra
un mese, tornerà a giocare con la seconda nazionale d’Italia, la Juve. Bravò Michel! Meglio che a
darci questo dispiacere sia stato tu piuttosto che, alla prossima occasione, un Careca qualunque.
Con tutto il rispetto, noblesse oblige.
L’abbiamo sempre saputo, e ce lo siamo anche detti un sacco di volte, che Galli non è Zoff, che
questi Cabrini e Conti sono la malacopia del 1982, che Galderisi se lo sogna quel Paolo Rossi, che
Di Gennaro e lo stesso De Napoli non hanno la personalità né di Tardelli né di Oriali. Nessuno di
noi ha mai sognato il contrario, ma la resa con la Francia ha toccato il diapason della mestizia.
Anche se Enzo Bearzot non lo confesserà mai, quel trotto plumbeo e senza midollo gli deve aver
unghiato il cuore.
Solo ieri ha capito fino in fondo la crudeltà del tempo, che scolpisce le date e le impolvera.